L’apporto di Novartis alla creazione del valore, non solo per la filiera della salute, ma anche per l’Italia, grazie alla sua incidenza in termini economici, sociali, umani e ambientali. Questo il tema dello studio “Il valore (e i valori) di Novartis per il sistema – Paese”, realizzato da The European House – Ambrosetti.
Con un contributo complessivo al Pil nazionale di 1,1 miliardi di euro e l’attivazione di una filiera italiana di 2.300 imprese, 4,6 posti di lavoro aggiuntivi per ognuno dei 2.400 dipendenti diretti, investimenti per oltre 390 milioni di euro negli ultimi 5 anni, Novartis gioca un ruolo chiave nello sviluppo economico dell’Italia, portando benefici per le finanze pubbliche pari a circa 450 milioni di euro.
I capitali impiegati in ricerca & sviluppo da Novartis nel nostro Paese sono tra i più alti nel settore sanitario e finanziano un numero consistente di studi clinici relativi alle aree terapeutiche in cui l’azienda è impegnata. Sono già stati pianificati nuovi investimenti per 200 milioni di euro nel prossimo triennio. "Un impegno -sottolinea Pasquale Frega, country president del Gruppo in Italia- che ha bisogno di approcci nuovi: un forte sviluppo delle partnership pubblico/private e soprattutto un concreto sostegno all’innovazione, a partire dalla revisione della governance del settore, non più adeguata a rispondere alle nuove esigenze”.
Novartis Italia ha chiuso il 2017 con un fatturato di 1,64 miliardi di euro, per un valore aggiunto di circa 360 milioni: una ricchezza che si trasferisce tanto lungo la filiera, per un valore totale di 267 milioni di euro, quanto nelle finanze pubbliche italiane. Sommando infatti le imposte, il pay-back, la cosiddetta cost avoidance, derivata dall’ampio numero di studi clinici, e la riduzione di spesa ottenuta grazie a farmaci generici e biosimilari, lo scorso anno il servizio sanitario nazionale ha ricavato dalle attività Novartis benefici di circa 447 milioni di euro.
