Gel Proximity è uno spin-off del Politecnico di Milano ed è un’azienda di capitale con una composizione societaria diversificata. Conta cinque soci industriali che appartengono alla distribuzione, al settore assicurativo e all’It. Uno dei soci è Tesisquare, player focalizzato su soluzioni It per la supply chain che fornisce a Gel Proximity l’apporto tecnologico necessario alla piattaforma. Gel Proximity è un software che interconnette merchant eCommerce, operatori logistici e punti di ritiro sparsi sul territorio. Si tratta di un’azienda white label che offre un servizio ma non appare come brand al consumatore finale che ne utilizza le funzionalità in modo trasparente. Per un qualsiasi merchant eCommerce che volesse utilizzarla, Gel Proximity si integra con il negozio online e appare con un apposito widget all’acquirente nel momento del check-out in cui avviene la scelta del tipo di consegna. Il servizio si pone in alternativa al delivery at home o at office e propone il ritiro in un qualsiasi punto fisico presente nel territorio, che sia un locker, un punto di vendita o di servizio. Il merchant ha la possibilità di configurare in modo completo la piattaforma, selezionando aree, punti di contatto e qualsiasi variabile. Gel Proximity è stata fondata nel 2020 da Lorenzo Maggioni (attuale Ceo) e Damiano Frosi, direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano.
Mark Up ha incontrato Lorenzo Maggioni. Imprenditore con un passato in aziende di primo piano, prima di fondare Gel Proximity ha ricoperto la direzione commerciale di Locker Inpost, azienda che produce Locker e fornitore di Poste Italiane.
Come nasce Gel Proximity?
Nasce da una mia intuizione nel 2019 che ha generato una business idea che ho inserito in una competition del PoliHub con Damiano Frosi. Abbiamo quindi vinto il programma di Switch2Product. Successivamente abbiamo effettuato un percorso di accelerazione e, dopo due round di finanziamenti completati con successo, Gel Proximity è diventata un’impresa che è presente sul mercato da marzo di quest’anno e ha diversi clienti attivi. L’idea me l’ha suggerita il mercato durante la mia precedente esperienza professionale, dal confronto con i principali player eCommerce.
Quali i fattori chiave che hanno ispirato la business idea?
Siamo partiti da un dato di mercato: in Italia il 70% dei check-out viene abbandonato e ciò è correlato spesso alla logistica di consegna: una ridotta scelta di tipologie di servizio, assenza del servizio di reso, tempi di consegna incerti e alti costi. A partire da questa analisi comportamentale e anche dal confronto con molteplici operatori logistici è nata l’idea di creare una tecnologia, una piattaforma software che fosse alternativa all’home delivery e che presentasse caratteristiche di sostenibilità ambientale ed economica tangibilmente superiori alle altre modalità di consegna. Tutto questo si va ad inquadrare nella situazione italiana, paese da cui siamo partiti, in cui vi è un livello di frammentazione degli operatori di prossimità molto ampia e un’adoption molto bassa sui servizi alternativi. Il secondo fattore chiave, come detto, è legato alla sostenibilità ambientale.
Modello organizzativo e ambientale. Due sfide non semplici...
Sicuramente. Circa il modello, riteniamo sia oggi fondamentale che la Logistica diventi “clientecentrica” per cui non sia più impositiva ma propositiva. I merchant stanno iniziando a comprendere come sia il cliente a dover scegliere il servizio logistico che meglio preferisce, controllando direttamente i servizi che governano la consegna del pacco. È dunque più che mai necessario passare da una logistica muscolare a una cerebrare. Per quanto riguarda la sostenibilità, Gel Proximity aiuterà a spingere verso l’adozione di modelli meno impattanti sull’ambiente, grazie al sistema di collecting dei pacchi per stop e alla certezza di consegna al primo tentativo. Ma non solo. La scelta del punto di ritiro permette ai consumatori di ritirare il pacco in orari comodi durante i loro spostamenti giornalieri, che spesso nelle nostre metropoli avvengono a piedi, in bicicletta o con mezzi pubblici. La sfida che vogliamo percorrere sarà anche quella di riuscire a monitorare il saving di Co2 grazie all’ottimizzazione e all’efficientamento della filiera, tuttavia si tratta di un ambito non banale in quanto è richiesto avere visibilità non solo del comportamento dei consumatori ma anche del percorso del pacco e dei mezzi utilizzati dal picking alla consegna in prossimità.
Gel Proximity è una tecnologia omnicanale. Raccontaci meglio...
Il software è stato costruito per mettere in connessione molteplici operatori e servizi di giacenza in prossimità con chiunque avesse il bisogno di offrire alternative alla home delivery. La nostra tecnologia si fonda dunque sull’omnicanalità che nel mondo eCommerce sta trovando un terreno molto fertile, pensiamo ad esempio ai servizi di payment o di labeling. Grazie a una sola integrazione è possibile quindi interagire, selezionare, personalizzare tutti i servizi sul territorio costruendo anche una capillarità mista tra click & collect e punti terzi. Abbiamo lavorato molto sulla facilità di integrazione di Gel Proximity che è disponibile via Api ma anche sui principali software eCommerce come Prestashop, Magento e Woocommerce.
Qual è il vostro business model?
Si tratta di un modello semplice con due grandi macro servizi che sono il delivery e il solo storage. Non è previsto alcun abbonamento, si paga a consumo (pay per ship) ed è stato costruito per dimostrarne la facilità di utilizzo e l’accessibilità. Si paga dunque il servizio per ogni movimentazione senza vincoli.
Come sarà l’ultimo miglio dell’eCommerce a partire dal 2022?
Partiamo da ciò che è cambiato recentemente. Prima del Covid l’office delivery coincideva con l’home delivery. Oggi non è più così perché l’office delivery era già declinante per diversi motivi e la pandemia lo ha reso quasi residuale. L’home delivery è prevalentemente adatto per chi sta a casa e per chi ha possibilità di lavorare a casa. Non è detto però che per chi fa smart working l’home delivery sia la soluzione migliore perché se si viene disturbati in continuazione, è preferibile uscire e andare al punto di ritiro, magari combinando altre attività personali. L’elemento trainante sarà la volontà di controllare in prima persona il tempo e la possibilità di ritirare un pacco lungo i tragitti quotidiani.
Ma il consumatore italiano è pronto per questo cambiamento?
Non credo che il consumatore italiano sia diverso da quello europeo in un contesto in cui si utilizzano su ampia scala i punti di ritiro. Addirittura ci sono Paesi dove l’adoption ai punti di ritiro supera il 50% del volume pacchi B2c, segnale di grande maturità digitale e logistica. Anche la reverse logistics sarà una partita molto importante per i player italiani e i primi segnali che stiamo ricevendo sono notevoli. A settembre abbiamo messo a disposizione una tecnologia per abilitare i servizi di reso sui punti di ritiro e abbiamo misurato un incremento del 25% nell’utilizzo della prossimità. Il tutto senza alcuna campagna di comunicazione al consumatore. È un trend molto chiaro soprattutto per quanto riguarda la possibilità di liberarsi del pacco.
Come si pone il consumatore rispetto alla questione costi?
Si sta sperimentando come collocare a livello di pricing la prossimità. Se viene interpretata come un servizio premium può supportare un costo anche più elevato rispetto all’home delivery. Anche Amazon sta facendo degli esperimenti. In ogni caso occorre sensibilizzare il consumatore verso la modalità di consegna nel punto di ritiro.
Come evolverà il settore nel 2022?
Avremo uno stress test in questo fine 2021 a partire dal black friday e con le festività natalizie. In questo momento si stanno incrementando le capacità delle operation con la costruzione di magazzini e il potenziamento delle flotte per evitare cadute del livello di servizio nell’home delivery. Il trend verso la consegna in prossimità si consoliderà in Italia nel 2022: noi siamo pronti.
da Mark Up n. 305, dicembre 2021-gennaio 2022