Nestlé Italia ha esplorato le esigenze dei giovani su modalità e luoghi di lavoro in futuro: più della metà (52% approva un modello "ibrido"

Tornare in ufficio o continuare a lavorare da casa? Ha ancora senso nel 2022 questo primitivo aut-aut? Nestlé lo ha chiesto a chi ha meno di 30 anni. L'indagine Il futuro del lavoro in Italia commissionata da Nestlé in Italia a Toluna sonda preferenze e necessità dei ragazzi e delle ragazze più giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Più della metà degli intervistati (52%) preferisce come prospettiva futura un modello di lavoro ibrido, ma circa un terzo dei giovani vorrebbe tornare in ufficio, riconoscendo i benefici e i vantaggi del lavorare in presenza rispetto al lavorare sempre da casa (12%). La risposta offre -in sintesi- un modello ibrido che tenga conto della flessibilità e del giusto bilanciamento tra vita privata e attività lavorativa, ma che, nello stesso tempo, faciliti la presenza in ufficio. Gli ultimi due anni hanno modificato i modelli organizzativi tradizionali aprendo nuove prospettive per il futuro. Peccato che ci sia voluta una pandemia e centinaia di migliaia di morti per ricordare a istituzioni, associazioni, fiere e grandi-piccole-medie aziende che la tecnologia offriva già, e da mo', la possibilità di ridurre spostamenti individuali e soprattutto di gruppo/massa stressanti, inquinanti e spesso inutili, tramite i collegamenti che oggi conosciamo tutti a tal punto che espressioni come "ho uno zoom" sono entrate nel vocabolario quotidiano di molti di noi, non importa l'età. In generale, nonostante le preoccupazioni, i giovani hanno dimostrato forte capacità di adattamento alla nuova situazione lavorativa: il 74% valuta positivamente l’esperienza di lavoro degli ultimi mesi perché ha contribuito a favorire la propria autonomia (47%) e ha accelerato l’acquisizione di nuove competenze utili per crescere (44%).

Non mancano aspetti negativi come la ridotta socializzazione (33%) e la difficoltà di staccare dal lavoro e godersi il tempo libero (26%): se da un lato lo smart working regala più tempo da dedicare alle proprie attività, dall’altro rischia di dissolvere quel confine netto e necessario tra lavoro e casa, a scapito della sfera privata.

Impegni per i giovani e FAB working

Come tutte le aziende che vogliono guardare avanti (e non tornare indietro), Nestlé sta costruendo il suo modello di lavoro ascoltando il parere e le necessità delle sue persone ma ritiene anche fondamentale considerare le esigenze di chi non sta ancora lavorando e che magari arriverà in azienda tra qualche anno.

Con l’introduzione dello smart working, l’azienda adotta, già dal 2012, una forma di lavoro che garantisce più flessibilità alle persone tutelando il corretto bilanciamento tra vita privata/personale e lavoro. Nestlé ha deciso di aggiornare il proprio modello coniugandolo al meglio con politiche di welfare aziendale che diventano sempre più preponderanti per far vivere bene il lavoro e che dunque possano favorire la crescita, sia essa personale o aziendale.

Nonostante lo smart working sia una modalità di lavoro che adottiamo da tempo, gli impatti degli ultimi anni ci hanno spinto a far evolvere il nostro modello -ha dichiarato Giacomo Piantoni, direttore risorse umane di Gruppo Nestlé in Italia. Insieme alle nostre persone abbiamo costruito il FAB working, con la convinzione che un’organizzazione flessibile, adattabile e bilanciata rappresenti la soluzione ottimale per conciliare la professionalità del singolo con il lavoro di squadra, per raggiungere gli obiettivi aziendali. Il nuovo paradigma lavorativo ci consente di proseguire con la stessa convinzione ed efficacia nel nostro impegno a offrire opportunità di formazione e di inserimento alle giovani generazioni, che come conferma l'indagine, apprezzano il valore della modalità ibrida, beneficiando sia dell’apprendimento in presenza sia della gestione più autonoma del lavoro”.

Nonostante l’incertezza causata dalla pandemia, questa apertura al cambiamento ha permesso a Gruppo Nestlé di attivare oltre 203 stage e assumere nelle diverse sedi italiane 566 giovani sotto i 30. Nestlé nel nostro Paese continua a promuovere progetti per supportare le startup e favorire l’imprenditoria giovanile, in particolare nella filiera agricola. Numeri importanti, soprattutto se si considera il periodo (gli ultimi tre anni, includendo il 2022), e che dimostrano l’impegno di Nestlé rivolto alle giovani generazioni, per offrire opportunità concrete di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro attraverso l’iniziativa globale Nestlé Needs YOUth.

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