Nella noia dei numeri non c’è segno di ripresa

ECONOMIA & ANALISI – Qualunque sia la quantificazione numerica delle prospettive per l'Italia, tutti si aspettano un rapido peggioramento della situazione attuale (da MARKUP 205)

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La meccanica dei numeri è noiosa ma importante. La tabella allegata fornisce alcune indicazioni previsionali per il Pil. I numeri riportati convergono nel segnalare una situazione che possiamo collocare tra la criticità di una crescita asfittica (Governo), la stagnazione (Confindustria, Confcommercio e Cer) e la recessione (Ref e Prometeia). La cosa importante della tabella è quello che non dice e che non è passato sui media: qualunque sia la quantificazione numerica delle prospettive per l'Italia, tutti si aspettano un rapido peggioramento della situazione attuale. Per dimostrarlo, faccio un esempio.

Il non detto
Mettiamo che lo scorso anno il Pil sia stato pari a 400, somma di quattro trimestri in ciascuno dei quali il Pil è stato sempre pari a 100. Ipotizziamo poi che, sia nel primo sia nel secondo trimestre di quest'anno, il Pil sia stato pari a 101. La variazione tendenziale, cioè trimestre di quest'anno su analogo trimestre dell'anno precedente, è quindi +1% nel primo quarto e +1% nel secondo quarto. Se ora la mia previsione per la chiusura dell'anno in corso è, diciamo +0,8%, allora sto prevedendo una recessione, cioè che il Pil cada nel terzo oppure nel quarto trimestre di quest'anno oppure in entrambi. Infatti, +0,8% rispetto a 400 dello scorso anno fa 403,2 e poiché è già nei dati un valore di 202, prevedo per la seconda parte dell'anno un Pil pari a 201,2 che diviso 2, per riportarlo su base trimestrale, fa 100,6 cioè un valore inferiore al dato del primo e del secondo trimestre pari a 101. Ci si attende quindi, una variazione del Pil congiunturale, cioè trimestre su trimestre precedente, con il segno negativo (tecnicamente è recessione). È quanto appunto si prevede per il nostro Paese, stando alle indicazioni che, più o meno, tutti stanno fornendo, in quanto la crescita dei primi sei mesi del 2011 è frazionalmente superiore a +0,7%. Proseguendo il sentiero previsionale, tutto ciò implica che si entrerebbe nel 2012 con una crescita acquisita - quanto si registrerebbe se il Pil nel 2012 si mantenesse costante al livello dell'ultimo quarto del 2011 - pari a zero.

La pillola
Coloro che prevedono una riduzione del prodotto lordo l'anno prossimo suggeriscono ulteriori cadute del livello di attività economica. Quando si dice che l'Italia è a rischio recessione, si cerca, insomma di indorare la pillola. La recessione, magari d'intensità e durata limitate, è già nelle aspettative di tutti gli osservatori. E poiché anche le indicazioni governative, di solito le più ottimistiche, sono su questa linea, è meglio prendere consapevolezza che il futuro prossimo sarà almeno un po' peggiore del recente passato.
Cosa determina tale generalizzata aspettativa sfavorevole? Diverse evidenze concordanti. La fiducia delle imprese e delle famiglie è negativamente orientata e si è deteriorata in modo piuttosto brusco tra agosto e ottobre dell'anno in corso. I consumi presentano segnali di indebolimento: l'intonazione della manovra correttiva, avendo certamente effetti depressivi sul reddito delle famiglie, implicherà che nel 2012 i consumi si ridurranno oppure, nella migliore delle ipotesi, cresceranno meno che nel 2011 (+0,7%). Infine, nello scorso mese di settembre l'occupazione si è ridotta di circa 86.000 unità, facendo evaporare larga parte della crescita osservata sul mercato del lavoro tra agosto 2010 e agosto 2011.
Nella prima decade del mese è stato raccontato agli italiani che se fosse uscito dalla scena politica "quello" e al Governo, al suo posto, fosse venuto "questo" o "quell'altro", lo spread si sarebbe drasticamente ridotto. Mai, in così poche ore, è stata fatta giustizia di così tante stupidaggini. I mercati non guardano ai cognomi ma alle prospettive di crescita, cioè alle potenzialità di un debitore nel ripagare l'ingente debito contratto. Tornare alla crescita è l'unica medicina. Io punto sul sistema imprenditoriale italiano; molto meno sulle capacità a breve della classe politica attualmente disponibile.

Le stime a confronto

insegne e punti di vendita operanti in Italia e all'estero
           
Indicatore var. % m. a. in volume di periodo e annuali
  2001-2007 2008-2010 2011 2012 2013
Confcommercio sett. 2011

1,1 -1,8 0,7 0,3 -
Confindustria sett. 2011

- - 0,7 0,2 -
Ref ott. 2011

- - 0,6 -0,4 -0,2
Prometeia ott. 2011 - - 0,6 -0,3 0,6
Cer ott. 2011 - - 0,6 0,2 0,4
Governo (nota di agg. al def) sett. 2011 - - 0,7 0,6 0,9
           
Fonte: elaborazione dell'autore su dati di origini differenti

 

Allegati

205_Bella

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