“Buongiorno, posso aiutarla?” - “La ringrazio, do solo un’occhiata”. Quante volte, entrando in un negozio, sentiamo questa conversazione? Il cliente quasi infastidito da un’attenzione non richiesta, il commesso che recita la frase senza slancio, come un automa. A cosa serve? A nulla, è una recita all’ennesima replica. Eppure quel commesso avrebbe tanto altro da dire e il cliente ne uscirebbe arricchito, a prescindere dagli acquisti. Formazione del personale e comunicazione interna sono leve fondamentali per la buona gestione delle aziende. I dipendenti non devono essere semplicemente assunti per poi seguire qualche corso random, obbligatorio per legge: lavoratrici e lavoratori vanno coinvolti, stimolati, informati sulla vita e la gestione aziendale. Quanti di loro potrebbero dare idee utili (e a costo zero) al management? Quanti di loro vengono a conoscenza di informazioni aziendali da altre fonti (spesso sbagliate) che poi diventa difficile recuperare? Perché invece di investire sugli influencer non usiamo meglio quelli che già abbiamo in casa? Sono i nostri colleghi che parlano -bene o male- dell’azienda con amici e parenti. Se non vengono mai coinvolti, se si sentono solo degli esecutori di decisioni altrui, se non capiscono le attività che poi sono chiamati a spiegare alla clientela, si spreca potenziale, ci si dimentica che esistono, si danno per scontati. I risultati sono palesi: forza lavoro demotivata e frustrata che fa il minimo sindacale per mantenere il posto di lavoro. “Buongiorno, lo sa che questo miele è prodotto da una cooperativa di ragazzi down?” - “Davvero? Che bella cosa! Mi racconti un po’...”.