Il retail non può che essere sostenibile, e una strategia sensata di Csr non può non coinvolgere tutti gli stakeholder, dai fornitori dell’industria, agli imprenditori nel retail fino all’ultimo collaboratore in azienda. È ciò che emerge dalla tavola rotonda dedicata al nuovo dna sostenibile del retail al MRSummit2024, coordinata da Patrick Fontana.
“Libertà di sapere, libertà di scegliere” è il motto della Fondazione Umberto Veronesi che il direttore generale Monica Ramaioli ha citato pensando alle specificità del retail: la possibilità di avere tanta scelta a scaffale, e dunque di fare le proprie scelte con la corretta informazione alle spalle. Il focus sull’informazione è il lavoro della Fondazione che per trovare la massima diffusione si rivolge alla collaborazione con le aziende dell’Idm e alla vetrina che gli scaffali della gdo rappresentano.
Accanto alla diffusione di una corretta cultura della prevenzione, attraverso una piattaforma web di contenuti scientificamente validi (Fondazione Veronesi Magazine) per esempio sulla sana alimentazione, i social e le iniziative di visibilità nei punti di vendita, Monica Ramaioli ha sottolineato il ritardo italiano negli investimenti nella ricerca e la necessità di rafforzarli, ancora una volta grazie alla collaborazione con le aziende.
I temi di sensibilizzazione:
-Ottobre mese della prevenzione dei tumori femminili
-Oncologia pediatrica
-Prevenzione dei tumori maschili
MRSummit2024 e le visioni di retail sostenibile
La tavola rotonda si è concentrata su tre esempi tra loro molto diversi di aziende retail, ciascuna con il proprio approccio alla sostenibilità.
Alessia Bonifazi, responsabile comunicazione Csr di Lidl Italia, ha raccontato la visione di Lidl in Italia. Il ruolo che ricopre è nato nel 2016 e si è evoluto nel tempo, ma la differenza sostanziale consiste nell’assunzione della sostenibilità entro la mission aziendale, che significa attuare strategie concrete, verso obiettivi reali che si devono misurare. Coinvolgere tutti gli stakeholder significa anche “educare” i clienti, che per chi come Lidl può contare sull’80% di assortimento fatto di prodotti a marchio proprio è più impattante. Un esempio: l’obiettivo di ridurre del 20% la plastica nelle confezioni entro il 2025 è stato aumentato al -30%, perché l’obiettivo era effettivamente raggiungibile.
Lidl si caratterizza per una struttura di tipo verticale, con oltre 750 punti di vendita e 22.000 collaboratori. La strategia di sostenibilità consiste in una pre-analisi lunga e dettagliata, per poi avere una messa a terra molto rapida e condivisa. È ciò che è accaduto per l’apertura del negozio fiore all’occhiello nella sostenibilità a Villafranca di Verona, frutto di un lavoro complesso su tutto quanto legato al negozio costituisce un impatto sull’ambiente.
Greta Bonsignore, direttrice comunicazione esterna e interna, relazioni istituzionali e Csr di Carrefour Italia, ha sottolineato come il tema della sostenibilità sia strettamente legato alle performance aziendali e alla sua stessa sopravvivenza. La riflessione interna sulle modalità di lavoro in azienda ha portato, di conseguenza, alla scelta di diventare società Benefit, oltre al focus di Carrefour a livello internazionale di guidare la transizione alimentare.
La scelta Benefit, insieme alla certificazione sulla parità di genere ottenuta quest’anno, aiutano a riflettere su obiettivi, strategie e risultati, e anche a dare loro continuità nel tempo. La certificazione BCorp è stata scartata perché per per definizione il retailer non ha il controllo totale su tutto ciò che si trova a scaffale. Si potrebbe invece fare sulla mdd.
Il modello organizzativo orizzontale tipico di Crai evidenziato dal direttore generale Grégoire Kaufman, è refrattario ai modelli imposti, come un BCorp e in generale le strategie di sostenibilità. La chiave è proporsi come guida, non come controllore, per gli imprenditori, coinvolgerli.
Crai è BCorp dal primo semestre 2024 e in questi giorni presenta il primo Rapporto di Sostenibilità. BCorp ha offerto un’occasione per cambiare il modello culturale, ampliando la visione a un periodo di tempo più lungo di quello cui il retail è abituato, e con la consapevolezza della necessità di collaborare, non agire da soli.
La misurazione della sostenibilità è ancora a caccia di uno standard, elemento che permetterà di portare a bordo sempre nuove imprese, in questo percorso virtuoso.
#regenerateretail
#reGenRetail