I nuovi dispositivi di ricerca vocale e la disponibilità di questa scelta anche sullo smartphone impongono a chi desidera farsi trovare online con la ricerca vocale un ragionamento mirato, perché la "risposta" alla sollecitazione acustica è diversa, online, da quella alla sollecitazione della parola chiave scritta a mano. Dal Seo, Search Engine optimization, all'Aeo, Answer Engine Optimization, dal motore di ricerca al motore di risposta.
Farsi trovare con la ricerca vocale
Secondo Trustpilot, il 22% dei consumatori che compie ricerche online con la finalità di acquistare qualcosa utilizza la ricerca vocale, mentre già il 20% di tutte le ricerche, con o senza acquisto, sono vocali. Entro il 2020 questo 20% crescerà per arrivare al 50%, dice Comscore. Gli ultimi dati divulgati sul Prime Day parlano chiaro: si chiede tutto ad Alexa e tra i dispositivi più venduti c'è Amazon Echo. Poi ci sono Google, Apple, Android.
I motori di ricerca si modificano di conseguenza, cioè si stanno adattando per diventare "motori di risposta" con algoritmi capaci di soddisfare meglio le richieste vocali. Per esempio, spiega Claudio Ciccarelli, country manager di Trustpilot in Italia, alla domanda diretta su quale sia il ristorante giapponese migliore di Milano, l'algoritmo non risponde più con una lista di locali da consultare leggendo (Seo). Risponde invece come faremmo noi "umani", selezionando un unico ristorante, che riteniamo per vari motivi quello più valido (Aeo).
In altre parole, l'algoritmo lascia all'uomo ancora meno scelta rispetto a una selezione, che è già una scelta, ma necessaria a definire un perimetro. Essere quell'unico risultato come si può immaginare è molto difficile, anche se chi riceve quell'unica risposta non è certo obbligato ad accettarla, può aggiungere richieste più stringenti. Per esempio, il miglior ristorante giapponese di Milano nel quartiere Isola. Quindi il motore attingerà nuovamente al proprio elenco fornendo un altro locale.
Chiedilo a Google
Tecnicamente, prosegue Ciccarelli, le ricerche vocali si differenziano da quelle tradizionali perché sono più lunghe e formulate come domande. Sono quindi "long-tail". Per esperienza diretta Google risponde ottimamente anche a query long tail scritte, ciò che cambia è la risposta, unica o come lista. È cambiata anche nel tempo la modalità di risposta di Google: adesso sulla pagina c'è una "posizione zero", un riquadro che precede l'elenco cui siamo abituati e che riporta domanda e risposta. Non serve più aprire il link, la risposta è già tutta nella pagina di risposta del browser. È qui che devono aspirare a posizionarsi le aziende, quando elaborano le proprie strategie AEO.