Morato intensifica analisi e produzione per il segmento del fuori casa

Morato fuori casa
Nel suo rapido percorso di sviluppo Morato Group ha colto la rilevanza del segmento degli alimenti "senza" e la crescente rilevanza del fuori casa.

Nel suo rapido percorso di sviluppo Morato Group ha colto subito la rilevanza del segmento degli alimenti "senza", in particolare senza glutine e senza lattosio, e si è attrezzato, subito dopo la pandemia, per la produzione rivolta al canale gdo, e non solo. La crescente rilevanza del fuori casa ha spinto l'azienda a creare una business unit dedicata al canale e un progetto continuativo di analisi dei trend, presentati nel corso di un convegno  organizzato a Cibus 2024.

Morato e la business unit per il fuori casa

Dagli esordi nel 2020 con le dimensioni strutturali di una Pmi, Morato Group ha inizialmente puntato a rafforzare il segmento del convenzionale con il proprio brand e attraverso partnership in Italia e all'estero, proponendosi come polo delle alternative valide per tutti i pasti.

"A metà percorso il mercato ha mostrato chiaramente la crescente importanza del segmento free from, anche come completamento dell'offerta al consumatore - spiega Alioscia Marzachi, group sales director di Morato Group - così è partita la ricerca. Oggi circa il 30% degli stabilimenti produttivi lavora sul senza glutine, e lo abbiamo fatto in tempi brevissimi per diventare un riferimento. Dal 2022 ad oggi il fuori casa è passato dal 6% al 15%, e anche qui c'è una rinnovata attenzione per il free from che cresce a doppia cifra". La nuova business unit furi casa di Morato risponde direttamente alla direzione commerciale.

I trend del fuori casa da Trade Lab

Lo sviluppo del segmento free from nel canale away from home è conseguente alla tendenza delle persone a confermare nei consumi fuori casa le abitudini alimentari casalinghe, anche se con un maggior connotato di piacevolezza e trasgressione. "La pandemia ha sviluppato un'attenzione molto forte al benessere che si conserva dentro e fuori casa - commenta Paolo Porcelli, Away from home principal consultant di Paolo Porcelli - . Inoltre, gli intolleranti al glutine certificati sono circa 240 mila, molto pochi, mentre la realtà del fenomeno risulta molto più ampia".

Trend del fuori casa post pandemia - Aspetti che contano nelle scelte su cibo e bevande
+21,1% Prezzo
+14,1% Impatto sulla salute
+9,6% Attenzione alla sostenibilità
+7,8% Produzione a km 0
+7,7% Biologico/naturale
+7,2% Qualità delle materie prime
+7% Prodotti certificati
+6,7% Italianità

Aspetti prevalenti nella scelta del cibo fuori casa
56,3 Impatto sulla salute
54,1 Qualità delle materie prime
52,1 Prodotti freschi non conservati
32,3 Piatti/bevande diverse da quelli che posso preparare a casa
51,1 Gusto

Il primo dato è che le persone si informano e cercano locali che offrono l'alimentazione che desiderano. Questo vale anche per amici e parenti di una persona con intolleranze alimentari.

Ed ecco le aree di interesse per il consumatore:
75% senza zucchero//light
48% Vegetariani/vegani
47% Biologici/sostenibili
39% Senza glutine
35% Senza lattosio
6% Con alto contenuto di proteine

I  prodotti non mancano e 1 gestore su 5 ha colto la necessità di un approccio salutistico. La chiave del fuori casa per i consumatori rimane l'elemento della gratificazione e della libertà, che sono citati dal 70% delle persone. Un momento di socialità e microfelicità, oltre che di benessere.

"Il fuori casa sarà sempre più esperienza di un prodotto - aggiunge Paolo Porcelli -, diverso da quello che si potrebbe preparare a casa, salutare anche nella preparazione e nella presentazione, grazie allo storytelling attraverso il quale il free from può essere valorizzato. Da questo consegue un impegno per l'educazione e la formazione degli operatori, la ricerca di prodotti e ricette premium e l'inclusività della proposta, perché il locale deve soddisfare tutte le esigenze".

 

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