Adidas lo ha da poco annunciato: dal 2024 tutte le sue scarpe e abbigliamento saranno prodotte solo in poliestere riciclato. Adidas, tuttavia, non è il solo brand a optare per questa scelta green: anche Patagonia e H&M stanno usando poliestere riciclato e Stella McCartney intende non usare più nylon vergine dal 2020.
La moda, insomma, sta svoltando verso un'eco-sostenibilità più responsabile in risposta a trend come la maggiore sensibilità del consumatore a questioni ambientali e la sua crescente intolleranza verso sprechi e iper-consumismo. A confermare questa evoluzione del settore è anche il Rapporto Destination Zero stilato da Greenpeace a 7 anni dal lancio della campagna Detox.
Nel dossier si legge che "la moda italiana si conferma in prima linea per l'eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere produttive entro il 2020. Delle 80 aziende segnalate da Greenpeace, che rappresentano il 15% della produzione mondiale in termini di fatturato, 60 sono infatti italiane".
Presenti tra i più virtuosi grandi marchi del Made in Italy come Valentino, Miroglio e Benetton, oltre a numerose realtà più piccole, la maggior parte proveniente dal distretto tessile di Prato. Benetton, in particolare, è tra le aziende di moda che stanno guidando il cambiamento verso l'eliminazione di sostanze chimiche inquinanti dai suoi processi produttivi insieme a H&M, Inditex e Fast Retailing.
Fra gli altri traguardi raggiunti dalla campagna c'è anche la completa eliminazione dei Pfc (composti poli-e per-uorurati), utilizzati comunemente nei trattamenti idrorepellenti e antimacchia, da parte del 72% dei marchi che aderiscono a Detox.