Negli ultimi sette anni il mercato della pinsa è nato e si è strutturato e arrivando oggi a un punto di svolta. Ne è consapevole La Spiga Food, che con il marchio La Rusticana ha iniziato a proporre pinsa cotta in forno a legna sin dalle origini. “Un inizio -spiega Egisto Palmitesta, Ad che ha fondato La Spiga Food insieme a Luciano Spigone- assai complesso, con il consumatore a chiedersi che tipo di prodotto si trovasse di fronte. Certi della bontà della nostra base per focaccia romana, abbiamo insistito, partendo proprio dalla zona del Lazio. A mano a mano che passavano i mesi la pinsa veniva sempre più apprezzata e anche notata dai buyer della gdo. Al tempo eravamo solo due player, dedicati unicamente a questa produzione”.
Quando la gdo si è interessata in maniera forte alla pinsa, per rispondere all’aumentata domanda, sul mercato sono comparsi fornitori di panificati, che hanno espresso prodotti simil-pinsa. Questo ha generato, come conseguenza, un’offerta disarticolata. “Ho contato in modo empirico personalmente negli scaffali della gdo circa 50 tipi di pinse diverse, prodotte in tutta Italia e addirittura all’estero: di romane solo un paio, cotte a legna nessuna”. Contestualmente, sono giunte presso i punti di vendita anche le referenze a marchio del distributore, persino premium. “Ciò induce a pensare che il mercato sia realmente promettente, ma che la confusione non faccia bene a nessun’azienda coinvolta nel mondo-pinsa”, continua l’amministratore delegato.
Palmitesta è convinto che sia arrivato il momento di passare dalla confusione alla razionalizzazione e alla logica, a tutto vantaggio della categoria.
L’elemento differenziante
“Attualmente, con prodotti che variano dai 3 ai 5 euro, si fa fatica a comprendere chi sia il leader, chi il più riconosciuto, dove sia il prodotto premium e a quale prezzo si possa trovare -spiega-. Questa incoerenza tra i player non avvantaggia il consumatore che non riesce a distinguere la private label, il prodotto leader, quello premium e quello da primo prezzo. Normalmente la private label costa il 20% meno del leader, oggi la troviamo spesso sopra il premium. Questa situazione -continua Palmitesta-, generata dal fatto che la categoria è stata disegnata dalla gdo molto spesso con fornitori locali e non dall’industria”.
Necessita di un’ottimizzazione, che La Spiga Food traduce nella proposta di fornire elementi differenzianti: il primo e più importante potrebbe essere quello di presentare, nel category, almeno un prodotto cotto a legna top di gamma da abbinare volendo al prodotto industriale. “In questo modo in automatico si genererà la differenziazione che oggi manca e si fornirà un suggerimento al consumatore in merito al tipo di prodotto che intende mettere nel carrello”.
Artigianalità premium
La Spiga Food è un’azienda romana specializzata nella produzione di pinse maturate 72 ore preparate una a una, cotte nel forno una a una, con metodo artigianale. “Da qui, con un prodotto buono e digeribile e certamente premium, si può partire per sostenere ancor di più la categoria, che si sta espandendo non solo in Italia, ma in tutta Europa”, racconta l’Ad Egisto Palmitesta.