Mediobanca: per la Gdo ricavi in crescita con l’inflazione, ma margini in calo

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Il 2022 va in archivio con risultati in sofferenza per buona parte degli operatori italiani. Discount e private label sono l’antidoto al caro prezzi

La grande distribuzione organizzata fatica a tenere il passo dell'inflazione, con la dinamica debole dei consumi che pesa sulla marginalità. Uno scenario destinato a trovare conferma nei mesi a venire, nonostante il rallentamento atteso del carovita. Sono alcuni degli elementi che emergono dal report annuale dell’Area Studi di Mediobanca, secondo il quale lo scorso esercizio ha visto crescere i ricavi del 6,7%, un dato comunque inferiore rispetto all’8,1% che è stato il dato medio dell’inflazione. Invece l’Ebit (utile dopo interessi e tasse) è calato di un punto percentuale rispetto al 2021, attestandosi all’1,4%. Tendenze che confermano l’andamento internazionale, con i dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati che indicano vendite in aumento del 7,8%, ma con un calo dei margini industriali del 6,2%. vedi anche l'articolo sull'ultima edizione dell'Osservatorio

Il peso del carovita

Lo scenario si annuncia difficile anche per l’anno in corso, considerato che il carovita continua a erodere il potere d’acquisto, tanto che a gennaio la domanda è calata nell’ordine del 6%. Quanto ai ricavi, gli analisti dell’istituto di Piazzetta Cuccia si attendono un progresso nell’ordine del 2,8%, un livello che dovrebbe essere di poco superiore alla metà dell’inflazione. La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge, in particolare, i prodotti a marchio del distributore (Mdd), che nel 2022 raggiungono i 12,8 miliardi di euro (+9,4% sul 2021) e il canale dei discount proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017). Risulta invece in calo la pressione promozionale, dal 28,3% del 2019 al 22,4% di settembre 2022.
Intanto prosegue la crescita del canale online (+10,5% sul 2021), che tuttavia non va oltre il 3% del fatturato complessivo.

I campioni di utili

In termini di redditività del capitale investito (Roi) primeggia Eurospin con il 18,2%, seguita da MD (15,1%) e Lidl (11,3%). Eurospin si afferma regina di utili cumulati tra il 2017 e il 2021: 1.286 milioni, superando Esselunga (1.195 milioni). A poca distanza VéGé a 1.078 milioni e Selex (1.056 milioni).

(Cumulo 2017-2022 (milioni di euro)

Eurospin

1.286

Esselunga

1.195

VéGé

1.078

Selex

1-056

Conad

974

Fonte: Mediobanca, 2023, Osservatorio Gdo Alimentare

I top 5 del mercato al 57%

La concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,1%, sopra la Spagna (49,8%), ma lontana da Paesi Bassi (80,1%) Francia (78,4%), Gran Bretagna (75,4%) e Germania (75%). Da segnalare, poi, il dinamismo nel segmento della distribuzione organizzata: il relativo peso è passato dal 33,3% del 2017 al 37,9% nel 2021. VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (nove), D.IT ha associato tre società, due nuovi ingressi per Selex e Crai e uno ciascuno per C3, Agorà Network e Despar.

I campioni nascosti

Come da tradizione, la ricerca di Mediobanca si sofferma anche sulle sorprese. Il Gruppo Arena presenta l’indice di redditività del capitale investito (Roi) migliore nel 2021, pari al 23,4%, seguita da altri tredici gruppi con indici in doppia cifra. Il maggiore incremento di fatturato nel 2021 è stato realizzato da Abbi Holding (+34,1%), che distanzia i Supermercati Tosano Cerea, in crescita del 14,9%, la Mega Holding (Megamark), del 12,2%, e la Retail Evolution Holding (Iperal) dell’11,2%.

Ritorno degli investimenti in calo

La pubblicazione ha altresì approfondito i conti degli operatori italiani nel 2021, rivelando un incremento delle vendite nell’ordine del 3,5%, superiore all’1,9% dell’inflazione. Nel 2021 tutti i segmenti hanno segnato una riduzione del Roi (ritorno degli investimenti): i discount dal 16,8 al 14,2%, la distribuzione organizzata dall’8,7 al 7,6% e la grande distribuzione dal 4,9 al 3,6%. In miglioramento il Roi di Coop, dallo 0,2 del 2020 all’1,6% del 2021, che è tornata a far registrare utili dopo un triennio in perdita.

Infine, se si guarda alle performance su un arco quadriennale (dal 2017) MD ha messo a segno la crescita maggiore delle vendite (9,7% medio annuo), seguita da Lidl Italia (+8%) e Agorà Network (+7,6%). Seguono il discount Eurospin (+6,9%), Conad (+6,7%) e Selex (+5,2%). Mentre nell’ultimo anno sono Agorà Network ed Eurospin a realizzare le migliori performance (+7,7% in entrambi i casi), davanti a Lidl Italia (+6,7%).

Previsioni vendite

2022

+ 6,7%

2023

+ 2,8%

Fonte: Mediobanca, 2023, Osservatorio Gdo Alimentare

Esselunga spicca per redditività

La ricerca si sofferma sulle vendite per metro quadro dei principali player internazionali, rilevando che al primo posto c'è Sainsbury (15.486 euro), davanti all'italiana Esselunga (15.281) e alla canadese Empire (12.015 euro). Ai piedi del podio si piazza la britannica Wm Morrison, seguita dall'australiana Woolworths.

Il primato per ricavi (2021) vede la conferma di Walmart con l'equivalente di 501,3 miliardi di euro, davanti alla portoghese Jeronimo Martins.

La maggiore proiezione internazionale è dell’olandese Ahold Delhaize (78,3%), seguita dalla Jeronimo Martins che vende soprattutto in Polonia (76,2%), dalla giapponese Seven & i (60,4% principalmente nel Nord America) e dalle francesi Carrefour (51,6%), Casino (47,3%) ed Elo-Auchan (46,9%). Il panel internazionale esprime un Roi medio nel 2021 pari al 10%, in aumento rispetto al 9,4% del 2020.

Esg, resta molto da fare

Infine la ricerca approfondisce gli ambiti Esg, rilevando che nel 57,6% delle società non cooperative della Gdo italiana, le deleghe operative sono concentrate nelle mani di un solo soggetto. I componenti dei Cda a maggiore longevità coprono il 23,4% delle posizioni con deleghe operative, i baby boomers sono la fascia generazionale più rappresentata (39,1%), mentre gli appartenenti alla gen x e i millennials rivestono rispettivamente il 23,4% e il 14,1% delle cariche.

Quanto alla composizione dei board per genere, le donne occupano il 22,8% delle cariche, quota che sale al 29% nei cda delle cooperative. Il 71,2% degli amministratori italiani ricopre la propria posizione in una società situata nella stessa regione di nascita e il ricorso ad amministratori locali è massimo per le società meridionali dove solo il 13% dei board ha una composizione aperta ad altri territori.

La sostenibilità è al centro della comunicazione sui siti internet delle società della gdo italiana. Nel 51% vi è un report sul tema, con gli operatori della distribuzione organizzata sopra la media (54,2%) e i discount sotto (40%),  mentre il fenomeno è sensibilmente meno diffuso nella grande distribuzione (14,3% degli operatori).

Per quanto riguarda le risorse umane, a fronte di forza lavoro femminile complessiva del 62,4%, le quote rosa calano al 23,9% tra i manager. In merito ai temi ambientali, l’impegno profuso per ridurre l’impatto ambientale ha portato a risultati soddisfacenti: dal 2019 l’intensità energetica è calata del 15% e quella carbonica del 14,4%.

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