Nel 2023, le esportazioni di marmellate e le confetture hanno registrato una crescita del 11,2%, contribuendo al notevole incremento del valore complessivo dell’export alimentare italiano, secondo l’Unione Italiana Food. I principali mercati di esportazione per le marmellate e confetture italiane includono paesi dell'Unione europea, come Germania, Francia e Spagna, ma anche mercati extra-Ue come Stati Uniti e Canada, dove la domanda di prodotti italiani di alta qualità continua a crescere. Il comparto delle marmellate e confetture in Italia si aggira su una produzione di 80mila tonnellate. L'ultimo report disponibile (2022) indica che è un settore stabile: ha registrato un valore di circa 316 milioni di euro e nonostante una leggera contrazione dei volumi (-0,9%), il valore è rimasto sostanzialmente invariato (-0,1%), grazie anche a un lieve aumento del prezzo medio (+0,8%).
Marmellate e confetture, trova le differenze
Il mercato si compone di marmellate (derivanti da agrumi), confetture (tutti gli altri frutti e talvolta anche verdure dolci), composte (in cui ci sono due elementi assieme, come frutta e spezie, o due tipi di frutta).
Colazione con marmellate e confetture per un italiano su tre
Il consumo di marmellate e confetture continua ad essere popolare tra gli italiani soprattutto a colazione. Circa il 31% degli italiani consuma ancora marmellata spalmata sul pane, e sulle fette biscottate per questo pasto. Ce lo conferma il ritratto dettagliato di questo comparto agroalimentare che ci viene dalla ricerca Il settore delle confetture in Italia realizzata nella recente tesi di Erik Cenci per l’Università degli Studi di Padova. Al 2023 il 72% del mercato è composto da marmellate e confetture tradizionali, ma si vanno sempre più delineando nuove tipologie con ingredienti salutari per le composte (zenzero, curcuma, cannella), confetture a basso contenuto di zucchero, biologiche o provenienti da frutti a indicazione geografica tipica, con una forte leva rappresentata dalla territorialità.Attualmente il biologico pesa per il 33% nel mercato delle confetturee si stima un’ulteriore crescita nei prossimi anni secondo i dati Unioncamere. La confettura preferita dagli italiani è quella all’albicocca, seguita da fragola e frutti di bosco.
Salutismo e wellbeing per le marmellate e confetture
L’attenzione all’etichetta è sempre più importante per il consumatore che predilige leggervi solo gli ingredienti essenziali ovvero frutta e zucchero, e comincia ad essere attento anche al territorio di origine delle frutta lavorata. Per questo le aziende produttrici di confetture biologiche puntano sempre più su ingredienti di alta qualità, spesso certificati e provenienti da filiere controllate.
Marmellate e confetture con frutta e verdura igp
Tra le marmellate più ricercate provenienti da frutta e verdure igp troviamo quella della dolcissima cipolla rossa di Tropea igp. Popolare anche la marmellata di arancia rossa di Sicilia igp, particolarmente apprezzata per il suo equilibrio tra dolcezza e acidità. Tra le marmellate certificate anche quelle di limone di Sorrento igp, il limone di Siracusa igp e la rara prelibatezza della marmellata di clementine del golfo di Taranto igp. Tra le confetture è particolarmente popolare quella di fichi del Cilento igp, quella di pesca di Verona Igp, di pera dell’Emilia Romagna igp, di pera Mantovana igp, di mela annurca Campana igp e di mela della Valtellina igp. Una rarità invece quella di amarene brusche di Modena igp, frutti utilizzabili quasi esclusivamente per la realizzazione della confettura. Tutti prodotti che garantiscono una qualità superiore grazie a rigidi controlli nei processi di produzione e trasformazione imposti dai consorzi di tutela che sono molto apprezzati sia a livello locale che nelle esportazioni. Alcuni brand hanno inoltre adottato questi prodotti nella filiera di largo consumo come Terre d’Italia e Le Conserve della Nonna che hanno lanciato la confettura extra di pere dell’Emilia Romagna. Particolarmente orientato a queste nuove scelte di gusto il Gruppo Fini con il brand le conserve della nonna che all’inizio di quest’anno ha lanciato quattro nuove composte: arancia e zenzero, mela e cannella, mango e pesca, lampone e gelso. Per le marmellate, invece, Agrisicilia ha immesso sul mercato da poco una linea di confetture premium tra cui troviamo la confettura extra di Pescabivona igp con il 90% di frutta.
Confetture e marmellate con miele e meno zucchero
La forte ricerca di biologico nel consumo ha spinto molte aziende a riprendere anche percorsi della tradizione nella lavorazione. Ad esempio Alce Nero realizza composte di frutta biologica cotta in grandi pentole sottovuoto senza l’utilizzo di addensanti come la pectina. Tra le altre tendenze in forte crescita registriamo un incremento importante delle confetture senza zuccheri aggiunti che stanno registrando un aumento sia in valore (+15,1%) che in volume (+17,7%). Molti produttori si stanno orientando all’uso del miele al posto dello zucchero, come Conapi, che ha sviluppato la linea Mielizia. Nel 2020 uno dei primi a sperimentare l’uso del miele in marmellate bio fu Andrea Tagliabue, creatore de Le marmellate del banchiere, marchio da lui creato dopo aver abbandonato il mondo della finanza a favore dell’agricoltura, dando vita a composte e confetture che gli sono valse l’oscar green di Coldiretti.
Bio e locali: marmellate e confetture che piacciono agli italiani
Anche gli studi di settore ci testimoniano quanto siano premiate dal consumatore queste scelte orientate al biologico, al benessere, al made in Italy. Ce lo conferma Nomisma in un report che ci racconta quanto gli italiani sono maggiormente attratti da prodotti che riportano particolari caratteristiche. Infatti, il 45% dei consumatori italiani nella scelta delle confetture e delle marmellate guarda prima di tutto che siano prodotte in Italia. La seconda leva di acquisto è la riciclabilità della confezione (35% delle preferenze), poi sono importanti i dati sulla tracciabilità e i prodotti locali (rispettivamente 34 e 35% delle preferenze). E, a differenza di molti altri prodotti sugli scaffali, la leva del prezzo si trova in quarta posizione nella scelta di acquisto, al 27%. Prepotente invece l’ascesa del biologico, leva di acquisto per il 23% dei consumatori italiani.
Meno zucchero e più frutta con le regole Ue
Dal punto di vista normativo, il Parlamento europeo segue questo nuovo modello di scelta di marmellate e confetture che rientrano nelle Direttive sulla colazione. L’obiettivo principale di queste norme è un maggiore contenuto di frutta nelle confetture e meno zuccheri, Oggi nelle confetture la percentuale di frutta, in Italia, parte dal 35% e l’Europa vorrebbe portarla al 45%, mentre le confetture extra di alta qualità dovranno avere il 50% di frutta e non il 45% come è attualmente nel nostro Paese. Come abbiamo detto, anche se noi tutti, in Italia, ci riferiamo anche alle confetture con il termine generico di marmellata, in Europa questo termine è riferito solo alle conserve di agrumi, mentre per tutta l’altra frutta la denominazione è “confettura”. Sembra invece che con le nuove norme si potranno chiamare tutte “marmellate”, come, di fatto, già facciamo in Italia.