Marks&Spencer, una delle catene storiche della grande distribuzione targata UK con 132 anni di attività e un "heritage" che si concreta nell'archivio foto-giornalistico di 70.000 item (una sorta di mega-teca sulla storia del costume e dei consumi inglesi di oltre un secolo) ha messo a segno un incremento delle vendite di gruppo pari a +5,9% nel periodo di 13 settimane conclusosi il 31 dicembre 2016 (3° trimestre).
M&S ha 1.382 punti di vendita nel mondo, 914 dei quali in Gran Bretagna. Il 58% del suo business è realizzato con i prodotti alimentari (si pensi ai Simply Food Store, 349 esercizi in franchising), nonostante l'attività storica sia l'abbigliamento che ancora oggi pesa per il 42% dei ricavi insieme alla casa: M&S rimane il più importante retailer inglese nel tessile-abbigliamento.
Steve Rowe, Chief Executive Officer: “Le nostre attività nell'alimentare registrano un buon tasso di crescita, anche perché i clienti riconoscono l'originalità e la qualità dei nostri prodotti. Credo che le performance del 4° trimestre saranno negativamente condizionate da alcuni fattori di calendario come la Pasqua bassa".
Le vendite internazionali sono aumentate di quasi il 3% (+2,9%) a valuta costante, anche grazie alle consegne anticipate delle collezioni primavera per i partner M&S in franchising.
Buoni anche i risultati nell'abbigliamento e negli articoli per la casa, settori (soprattutto il primo) storici e forti di M&S: "Una migliore disponibilità di prodotto e prezzi più conveniente hanno sostenuto le performance pur nelle difficoltà nelle quali si muove il mercato. E continueremo a ridurre le percentuali di sconto". Le vendite in questo comparto sono aumentate del 3,1% (2,3% su base like-for-like). Marks&Spencer ha ridotto in modo sostanziale le vendite in promozione, soprattutto durante il Black Friday. Lo stock in vendita è diminuito del 7%, con conseguente potenziamente delle vendite "full price".