Mark Up 20 anni: intervista esclusiva a Bruno Aceto

Ecco come gli standard cambiano retail e largo consumo. Parola di Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy | Indicod-Ecr

Non ha dubbi Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy | Indicod-Ecr, l’associazione che raggruppa 35mila aziende industriali e distributive operanti nel settore dei beni di largo consumo: “Credo che la vera rivoluzione di questi ultimi 20 anni sia rappresentata dalla ‘collaborazione’ tra le imprese del retail e largo consumo. Abbiamo assistito ad importanti innovazioni, all’avvento di nuove tecnologie, di nuove applicazioni e di nuovi ambiti, ma tutto ha avuto origine dal forte spirito collaborativo tra le imprese”. E condivido anche la riflessione per cui l’idea stessa di ‘standard’ sia un’espressione di questa collaborazione: incarna il riconoscimento da parte di soggetti diversi del valore del comunicare, che si basa sulla scelta di un linguaggio comune. Dal primo codice a barre alla definizione del Catalogo elettronico, passando per lo sviluppo dell’EPC e della tecnologia Rfid, tutto è stato fatto insieme secondo lo spirito di collaborazione che anima le imprese riunite in GS1 Italy | Indicod-Ecr e in generale nella community globale GS1. Lo stesso spirito che anima l’attenzione e l’impegno continuo nel migliorare gli standard GS1 e nel cercare soluzioni sempre più efficienti e capaci di migliorare il business delle imprese e la vita dei consumatori.

Quali sono le piattaforme tecnologiche che più hanno favorito la collaborazione tra retail e produttori?
L’avvento dell’EDI ha aperto molte possibilità per la comunicazione B2B. GS1 Italy | Indicod-Ecr ha promosso Euritmo, una soluzione per lo scambio elettronico documenti commerciali più evoluta rispetto al tradizionale EDI e adatta a tutte le tipologie di imprese, anche le più piccole. La facilità è la sua caratteristica fondamentale: semplicità di accesso, di implementazione e di utilizzo. I costi di avviamento e quelli operativi sono quasi nulli. Non richiede reti dedicate, perché sfrutta Internet. Non servono particolari dotazioni tecnologiche: solo un computer, un accesso a Internet e un browser. Un’ulteriore evoluzione è rappresentata dalla piattaforma web Procedo, che permette alle aziende di ogni dimensione, distributori e produttori, lo scambio dei documenti commerciali e amministrativi (ordini, fatture, note di credito e di addebito) in formato elettronico, in maniera automatica e standard EDI. Un sistema facile, intuitivo, flessibile e sicuro, che riduce i costi di gestione e minimizza gli errori. Davvero l’ideale per le piccole e medie imprese.

A che punto siamo per quanto riguarda l’integrazione dei processi per lo scambio di informazioni tra questi due mondi?
Il Catalogo elettronico – GS1 GDSN e la sincronizzazione dei dati di prodotto stanno entrando a far parte dei processi standard nelle pratiche quotidiane tra le imprese dei beni di consumo e la distribuzione moderna. Non è un caso che sia stata sviluppata una soluzione di sistema, per semplificare lo scambio di informazioni e di immagini di prodotto tra produttori e distributori: si tratta di Immagino, il servizio web di digital brand content management che GS1 Italy | Indicod-Ecr ha attivato a gennaio 2014, che consente di produrre in maniera efficiente immagini di alta qualità per grandi volumi di referenze e di digitalizzare tutte le informazioni presenti in etichetta, abilitando il controllo, l’aggiornamento e l’allineamento dei dati tra i partner commerciali. Sono oltre 20.000 i prodotti digitalizzati da Immagino, che significa oltre 150.000 immagini di prodotto realizzate: questo importante risultato conseguito in pochi mesi di attività, anche grazie alle tante aziende che stanno aderendo, perché ne riconoscono i benefici e i ritorni di efficienza, per l’azienda, la filiera e il consumatore. Senza dimenticare che rende più facile l’adeguamento al Reg. UE 1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari.

Quando è nato Mark Up il codice a barre aveva già 20 anni di vita. Oggi, all’età di 40 come se la passa?
Direi benissimo! Se pensiamo che ancora oggi, ogni giorno nel mondo, vengono letti più di 5 miliardi di codici a barre GS1. Nel corso degli ultimi quarant’anni, le soluzioni di identificazione GS1 sono diventate un fondamento per i processi di business per quasi 2 milioni di imprese. Questi processi consentono di parlare un linguaggio comune che non solo connette le loro aziende oltre i confini geografici e culturali, ma permette anche di sfruttare il potere delle informazioni per migliorare la vita delle persone in tutto il mondo. Il successo del codice a barre GS1 è anche legato ai benefici che porta a tutta la filiera. Nasce per avvantaggiare i consumatori: introdotto per facilitare il check-out alle casse dei supermercati, permette anche di ridurre gli errori di immissione dei dati e il tempo di attesa. Ma è utile anche alle imprese: potendo monitorare efficacemente gli stock e i flussi dei punti vendita sono in grado di offrire un servizio migliore ai clienti, che può tradursi in incrementi di vendite. Ma è stata solo la prima tra le tante soluzioni GS1 rivoluzionarie. Oggi, ad esempio, c’è il GS1 DataBar, il barcode GS1 di nuova generazione: più piccolo del codice a barre tradizionale – e per questo può essere collocato su prodotti di piccole dimensioni, come un frutto - ma è in grado di contenere più informazioni supplementari (ad esempio: numero lotto, peso netto, prezzo, ecc.).

L’Rfid è destinato ad essere un’eterna incompiuta? Qual è stato il ruolo svolto da GS1 per avvicinare questa tecnologia a retail e idm in Italia?
Imprese di vari settori integrate verticalmente come Zara, Decathlon, Prada, C&A ed altre hanno adottato l'Rfid per ridurre i costi e per aumentare le vendite riducendo le rotture di stock a magazzino e a punto vendita. Nel largo consumo la numerosità degli interlocutori rende più complessa la implementazione. Oggi il GS1 Lab - nato nel 2007 per sperimentare l’Rfid in standard EPC in collaborazione con il Politecnico di Milano- è un punto di riferimento per il settore retail e largo consumo.Lo standard EPC, utilizzando i tag per l’identificazione in radio frequenza, aumenta la visibilità e l’efficienza lungo tutta la supply chain e migliora la qualità del flusso di informazioni tra le aziende e i propri partner commerciali. Questo consente alle imprese di gestire le spedizioni, gli inventari e gli asset, di ridurre la contraffazione, gli errori nel settore farmaceutico, di combattere i furti, creando processi più efficaci ed efficienti.

Supply chain: quali sono stati in questi anni i progetti più rilevanti portati avanti dalla vostra organizzazione?
Le esperienze di transport e asset sharing, i lavori ECR Italia sul trasporto intermodale, sull’analisi sui costi logistici di filiera e sulla mappatura dei nodi logistici vanno esattamente in questa direzione, con l’obiettivo di fornire alle aziende gli strumenti decisionali necessari in questo contesto. In particolare, il progetto Intermodability, è nato per esplorare il tema del trasporto intermodale alla ricerca di modelli di trasporto alternativi al modello 'all road' per il settore del largo consumo e per tutto il Sistema Paese, dovendo trovare soluzioni che siano in grado di ridurre le emissioni inquinanti e ricercare modelli alternativi alla predominanza del trasporto merci su strada. Oggi più che mai la continua ricerca di efficienza nel largo consumo è focalizzata su soluzioni innovative basate sulla collaborazione di filiera, che superano la dimensione interna e vanno oltre il perimetro aziendale. Per fare questo è necessario passare da una visione tradizionale dell’attività della singola azienda, confinata alla propria catena del valore, a una prospettiva più ampia, in grado di comprendere la supply chain nel suo complesso, considerata come sistema fondamentale per la generazione di valore per il consumatore. Di questo parleremo il 28 gennaio nel corso del convegno “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica”, che si terrà all’Auditorium Gio Ponti di Milano.

Come state supportando retail e produttori per quanto riguarda l’adeguamento alle norme contenute nel Reg. UE 1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari?
Da tempo stiamo informando le imprese cercando di raggiungerle anche con i workshop itineranti. Abbiamo poi lanciato il progetto “Immagino”, che rappresenta uno strumento importante per agevolare l’adeguamento ai requisiti del Regolamento. Il servizio web semplifica i processi di scambio tra produttori e distributori per gestire, aggiornare e validare le immagini e le informazioni dei prodotti.

Qual è il sentiment delle imprese vostre associate?
La XIX edizione dell’Osservatorio economico GS1 Italy | Indicod-Ecr, che ogni sei mesi dal 2005 rileva il sentiment delle imprese del largo consumo associate, registra una frenata in termini di percezioni e aspettative sul contesto economico, diffusa tra quasi tutte le diverse tipologie di imprese. Il clima di fiducia scende (da 69 della vecchia edizione a 64) e così le aspettative per il futuro (da 83 a 76). Influenzano il clima di fiducia le percezioni e le attese relative ad alcuni indicatori importanti che lo compongono: la situazione economica (percezioni che da 45 scendono a 39 e aspettative che da 68 arrivano a 49) e il giro di affari (ancora in flessione, ormai da sette edizioni). In controtendenza ma non sufficienti a influenzare il dato medio sulla fiducia, i numeri relativi ai due indicatori investimenti e occupazione, che crescono in termini di percezioni, e sul secondo, anche in termini di attese (frutto probabilmente delle aspettative legate alla nuova legge sul lavoro).

Mobile e nuove tecnologie stanno rivoluzionando anche il retail. Che ruolo giocano gli standard?
Anche le nuove tecnologie consentono di avvicinarsi al consumatore: la telefonia mobile, ad esempio, gli consente di accedere ad informazioni estese o a servizi a valore aggiunto legati ai prodotti che trova nel punto vendita, grazie agli standard GS1 per il Mobile commerce. La scansione del codice a barre di un prodotto effettuata dal consumatore col proprio telefonino direttamente sullo scaffale del punto vendita diventa la chiave di accesso, ad esempio, alle informazioni nutrizionali, agli ingredienti, alla presenza di eventuali contenuti allergenici, alle ricette, a promozioni personalizzate e fruibili direttamente ed esclusivamente attraverso il cellulare.

Come si immagina il punto vendita del futuro?
Vincerà la combinazione di digitale e fisico La crisi sembra essere stata metabolizzata ed il futuro - meno “fosco”- sembra andare più verso una “nuova normalità” che una “ripresa espansiva”. Il consumatore, da questo nuovo punto di partenza, disegna le sue aspirazioni future in termini di livelli di spesa, di strumenti per cercare, raccogliere e confrontare informazioni, nonché di nuovi luoghi dove vivere esperienze d’acquisto soddisfacenti. Esiste ancora il “piacere” del processo d’acquisto, dove digitale e tecnologie giocano un ruolo importante soprattutto nelle fasi di ricerca di idee e di informazioni. Ma non solo. Se l’acquisto finale avviene ancora prevalentemente nei punti vendita fisici, per il futuro verranno privilegiati solo i punti vendita in grado di garantire nuove esperienze. Digitale e fisico quindi, combinati in diverse soluzioni, permeano l’intero processo d’acquisto del consumatore: uno completa l’altro.

 

 

 

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