
Da un sondaggio da poco effettuato in Germania è emerso che la causa su cui si fonda l'80% dei consensi dei tedeschi per Angela Merkel è dovuto alla sua capacità negoziale. In particolare, il cancelliere tedesco è apprezzato per la sua spiccatissima capacità d'ascolto, riconosciutale anche dai suoi avversari politici.
Tutti i veri grandi leader di governo e di aziende hanno costruito il loro successo e il suo perdurare sulla attitudine a relazionare attraverso il negoziato e a muovere verso tale atteggiamento cooperativo i loro interlocutori, spostando il confronto dal piano personale agli interessi. Ciò nasce dalla consapevolezza di dover crescere in tale capacità, fonte di un consolidato successo.
Esattamente come gli sportivi che eccellono in una disciplina, il cui successo è dovuto solo e soltanto alla volontà di migliorarsi e di crescere. Non pensando mai di essere arrivati o di aver ottenuto il meglio, acquisire metodo accanto a capacità naturali o maturate con l'esperienza aumenta la possibilità di migliorarsi e di governare il processo negoziale, senza subirlo ma dominandolo da protagonisti.
Un consigliere di Kennedy, al tempo in cui era alla Casa Bianca, soleva ripetere che quando un negoziato falliva, Kennedy non imputava mai la responsabilità al suo interlocutore, ma si domandava ove avesse sbagliato e che cosa imparare da quell'errore. Ma questo è possibile quando all'esperienza, alla creatività e alla capacità innata si unisce un metodo. E in buona sostanza l'umiltà. Se un Presidente degli Stati Uniti può chiedere scusa a un poliziotto per come si è espresso, possiamo fare tesoro di questa lezione accettando il fatto che la sfida al miglioramento passa per la consapevolezza e talvolta per il cambiamento.
Il management italiano ha davanti una grande sfida e anche una grande opportunità, che consiste nel contribuire a rendere il nostro Paese più competitivo. Non c'è prodotto e non c'è idea vincente di per sé: ci sono esseri umani che grazie alle loro capacità li rendono tali.
Uno dei passi necessari, imposti anche dalla recente crisi economica e dalla sfida sui mercati internazionali, è di essere preparati a rapidi cambiamenti e ad affrontare crescenti difficoltà e ribaltamenti di scenario.
Qui il passo successivo si gioca e si fonda sulla ricchezza del capitale umano e sull'aumento del suo valore. Una via quasi obbligata è affrontare con rinnovato impulso la formazione post universitaria e professionale, perdendo il triste primato in Europa che, anche in questo, ci vede ben dopo, per ore dedicate alla formazione, di quasi tutti i Paesi della Comunità.