L’integrazione dei dati digitali rende competitive le filiere

Atmospheric moment that illustrates the magic of online shopping. It showcases objects emerging from a smartphone screen and transforming into tangible items within the room. Generative AI
Il caso Antares Vision Group che offre piattaforme innovative per il settore agroalimentare

La supply chain del futuro deve dare sempre maggiori informazioni e servono tecnologie adeguate. “La digitalizzazione delle filiere è la chiave. La chiamiamo trustparency, fiducia e visibilità del percorso del prodotto.  Molto dipenderà dalla volontà politica di normare ma anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”. Emidio Zorzella, è presidente e co-ceo di Antares Vision Group. La mission che il Gruppo sta portando avanti è l’ammodernamento delle filiere dei prodotti di largo consumo, farmaci, alimenti, bevande, cosmetici, prodotti per la casa e cura personale. Un percorso basato su tre S: sicurezza, sinergia, semplicità.  E i numeri danno ragione: dal 2019 il percorso di crescita ha portato a 18 acquisizioni. “La tracciabilità diventa un modo per raccontare storie e misura anche la sostenibilità”, sottolinea Zorzella.

Antares Vision in sintesi

Headquarters a Travagliato (Bs), 7 stabilimenti produttivi specializzati in Italia, ben 35 sedi nel mondo, 3 innovation center, 1300 dipendenti, 223 milioni di ricavi, di cui l’85% maturati con l’export, il 7% degli investimenti nella ricerca.

Il Gruppo fa dell’innovazione il suo punto forte con una capacità di offrire soluzioni integrate di gestione dei dati (l’ultimo  innovativo prodotto lanciato è la piattaforma Diamind, che connette i prodotti fisici con il valore digitale e integra i livelli di linea, stabilimento, magazzino, azienda e supply chain) per garantire la sicurezza, la qualità e l’autenticità dei prodotti e monitorare in tempo reale i passaggi di filiera: tecnologie di ispezione, sistemi di controllo qualità, metal detector, telecamere a raggi X, il nuovo Microwave che supera questo standard.

Le collaborazioni con Driscoll’s e Bonifiche Ferraresi

La tracciabilità diventa un modo per raccontare la carta di identità del prodotto in tutti i suoi passaggi e per costruire fiducia ed engagement. “Chi vuole raccontare una bella storia fa tracciabilità di filiera. Lo abbiamo fatto per l’olio, il vino, il Taleggio. La sostenibilità misurata sarà poi una delle informazioni che i prodotti daranno. Noi possiamo mettere a disposizione tecnologie di misurazione raccogliendo dati da sensori di agricoltura 4.0 associati all’identità digitale del prodotto. Stiamo, per esempio, lavorando con Driscoll’s, tra i principali player globale del mercato dei frutti di bosco. Viene tracciata la raccolta da ogni campo e si interagisce con il consumatore finale per avere commenti di gradimento. Un esempio di dialogo virtuoso”. “Da un anno abbiamo creato una società compartecipata al 25% con Bonifiche Ferarresi, Sdf e Coldiretti. Partiamo dai dati del trattore che possono essere ricavati con l’Ai e altro: li raccogliamo e dal campo si arriva al prodotto finito con la storia raccontata. Siamo agli albori di questa agricoltura 4.0 ma i grossi player sembrano essere d’accordo con noi” racconta Attilio Bellman, smart digital innovation director di Antares Vision Group.

Le perdite generate da contraffazione e Italian sounding

La tracciabilità rafforza il made in Italy ed è una soluzione contro diverse problematiche, come i richiami prodotti, contraffazione, Italian sounding.  L’Italia è il quarto Paese più impattato sulla contraffazione, dopo Usa, Germania e Francia e Italia. Un danno da 2,2 miliardi (su 412 miliardi globali) come perdita di valore per i produttori di beni di largo consumo in 4 settori principali. La parte più importante la fanno i cosmetici e i farmaci; vino e spirits generano 300 milioni di perdita. L’Italian sounding, secondo uno studio di The European House-Ambrosetti, vale poi 91 miliardi e ci sottrae circa 60 miliardi di export.

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