L’influencer marketing si basa su una bufala? Il problema dei numeri finti

Oltre il 66% degli influencer italiani utilizza metodi artificiali per crescere su Instagram, inclusi acquisti di follower, mi piace e commenti non autentici

Il marketing via influencer, altrimenti detto: influencer marketing, è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni ed è ormai diventato mainstream. Per il 2020 si stima possa diventare un settore globale da oltre 2 miliardi di dollari.

Tra previsioni di evoluzione e nuove tendenze si nascondono tuttavia lati alquanto oscuri con i quali brand grandi e piccoli devono fare i conti. Secondo un'indagine di HypeAuditor, che ha analizzato oltre 4 milioni di influencer e oltre 500 milioni di post su Instagram in tutto il mondo, oltre la metà degli influencer in Italia (66%) utilizza infatti metodi artificiali per crescere su Instagram.

Nella top 4 dei metodi per creare i "numeri-bufala" troviamo:

  • Acquisto dei followers,
  • Utilizzo del sistema Segui/Smetti di seguire,
  • Utilizzo pod di commenti,
  • Acquisto di like e commenti.

Insomma, un vero e proprio "mercato della finzione" che poggia anche sulla diffusa scarsità di competenza da parte di chi l'influencer marketing lo pratica, nonché sull'"effetto moda" e "febbre da social". In questo caso a fare la parte del leone è ovviamente Instagram.

“Oltre il 43% degli influencer di Instagram acquista commenti. Questo è il motivo per cui la maggior parte dei commenti sembra non autentica e appartenente alla categoria 'spam', mentre circa il 17% utilizza il pod dei commenti. Il pod dei commenti o il pod di Instagram è un gruppo di Instagrammer che lavorano insieme per migliorare il coinvolgimento nei loro post. Si impegnano a vicenda, apprezzando e scrivendo commenti su altri membri del pod”, sottolinea commentando lo studio Alex Frolov, Ceo di HypeAuditor.

Un ulteriore problema
Come ci ha spiegato infine anche Marco De Veglia, pubblicitario e consulente di marketing con quasi 30 anni di esperienza, nonché "padre" del brand positioning in Italia, "il marketing fatto con gli influencer rende difficile misurare davvero i risultati: non si riesce davvero a capire quanto valgano, in termini di intenzione d'acquisto, un 'mi piace' o un’interazione sul post. Penso infatti che questa sarà una moda passeggera".

Sul numero di Mark Up di ottobre troverete un approfondimento relativo brand positioning con Marco De Veglia.

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