Brillante, ironica, appassionata. Amalia Ercoli Finzi, 87 anni, intervistata dal giornalista e scrittore Mario Calabresi, a chiusura di questa edizione de Linkontro, racconta come si diventa la “signora delle comete”, una delle maggiori esperte di missioni spaziali a livello internazionale. È stata la prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica nel 1962. “In facoltà c’erano 650 uomini e cinque donne -ha raccontato-. Ci voleva coraggio ma anche molta ironia. E non mancavano anche lati positivi: ad esempio ho ricevuto 32 proposte di matrimonio. Allora pensavo che sarei rimasta zitella e invece ho incontrato mio marito, il grande amore della mia vita e abbiamo fatto famiglia con cinque figli” ha ammesso divertita. La curiosità è stata la spinta che ha alimentato ogni sua azione. “Volevo capire cosa c’era al di là delle cose e per questo ho scelto ingegneria, un interesse verso il mondo che mi ha accompagnata per tutta la vita, portandomi ad approfondire, informarmi, scoprire -ha ammesso- perché la curiosità è essenziale, dovrebbe essere una necessità per tutti”.
Una carriera stellare
Con una semplicità disarmante, la signora delle comete ha ripercorso alcuni dei progetti più importanti della sua carriera: dalla missione Rosetta nel 2004 per capire di cosa sono fatte le comete fino alla stazione lunare Artemis. “Stiamo tornando sulla Luna -ha affermato con orgoglio-. È un fatto importante perché lì vogliamo creare un laboratorio per capire come adattare la vita umana a quelle condizioni, una palestra prima di andare su Marte. Gli indiani sono già arrivati, ossia sui crateri dove ci sono i picchi di luce eterna al cui interno non arrivano mai i raggi del Sole, perché dentro c’è ghiaccio e il suo studio ci servirà per capire i nuovi propellenti”. A lei è dedicato il Ground test rover Amalia, progettato da Europa e Stati Uniti per arrivare su Marte. “Perché è importante arrivarci?”, le ha chiesto Mario Calabresi. “Per capire come vivere dopo che il sistema solare sarà collassato. Parliamo di 4 miliardi di anni, ma dobbiamo pensarci ora. E la bambina che andrà su Marte è già nata. Del resto, le grandi imprese si fanno per il desiderio di conoscenza. La curiosità ci fa diventare eterni, proiettandoci dai piccoli ai grandi pensieri. È l’impronta di Dio su di noi”. In chiusura Calabresi chiede la lezione più importante della sua vita? “Come mettersi in relazione con gli altri” chiosa la scienziata. “L’ho imparato da bambina e continuo a seguire questo percorso: quello della gentilezza che apre mondi e ci connette con gli altri. Credo sia importante considerare un’altra persona non come una nemica, ma come un’amica” ha concluso Amalia Ercoli Finzi. E la platea le tributa una lunga standing ovation.