Il mondo delle tecnologie per l'identità digitale è in contino movimento, forse non alla velocità desiderata, ma progressivamente sta avvicinando opportunità concrete. La digital identity è uno degli obiettivi strategici dell'Ue in quanto introduce molteplici elementi di aggregazione, dando al concetto cittadinanza una tangibilità superiore. A testimonianza di ciò è quanto previsto nel Pnrr che punta in Italia a realizzare entro il giugno 2026 42,3 milioni di identità digitali. A onor del vero occorre dire che la pandemia ha dato una forte spinta alla digital identify con l'utilizzo dello Spid ad ampio raggio per poter, per esempio, gestire il green pass. Oggi, con la pandemia alle spalle, la spinta ad usare lo Spid si è attenuta e l'obiettivo indicato nel Pnrr appare difficilmente raggiungibile. Comunque i numeri delle identità elettroniche in Italia sono molto interessanti come rilevato dall'Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, presentato il 28 novembre 2023.
Spid e Cie
In Italia, il tasso di adozione di SPID ha raggiunto una percentuale del 61% nella popolazione attuale. Questo numero si traduce in 36,4 milioni di cittadini maggiorenni, ovvero il 73% degli adulti, insieme a 13mila minori, rappresentanti solo lo 0,18% della popolazione. Nel 2022, gli accessi totali sono stati oltre 1 miliardo, con una media di 25 accessi all'anno per utente. Inoltre, 39,3 milioni di italiani sono in possesso di Carta d'Identità Elettronica, ma la versione digitale della CIE, che può essere utilizzata attraverso l'app CieID, è ancora poco utilizzata: solo 4 milioni di utenti la utilizzano per accedere ai servizi online. Mentre il numero di rilasci della Carta d'Identità Elettronica è cresciuto del 23% in un anno, il tasso di adozione di SPID sembra aver raggiunto un plateau, con una crescita del solo 9% da gennaio a novembre 2023, rispetto al +23% registrato nel 2022. Ciò suggerisce che l'obiettivo di raggiungere 42,3 milioni di identità digitali entro giugno 2026, come indicato nel PNRR, potrebbe essere ancora lontano.
Gli Italiani e l'identità digitale
Il Politecnico di Milano, in collaborazione con Ipsos, ha condotto un'indagine sugli utenti di età compresa tra 18 e 75 anni per l'Osservatorio Digital Identity. La maggior parte degli italiani ha familiarità con SPID e CieID: circa il 64% degli utenti SPID e il 61% di CieID sono "medium user", accedendo ai loro account digitali diverse volte all'anno o al mese. Nonostante siano principalmente utilizzati per i servizi pubblici, gli utenti vorrebbero utilizzarli anche per servizi privatI, il 27% per servizi finanziari, il 23% per le aziende utility, il 22% per il riconoscimento in luoghi fisici come gli aeroporti, mentre il 13% per le filiali bancarie. Il 62% dei partecipanti al sondaggio ha scaricato l'app IO, ma la utilizzano solo per consultare gli avvisi della PA. Circa il 36% degli utenti utilizza già un'app di portafoglio, come Google o Apple Wallet, ma solo il 18% è un "utente intensivo". Il 46% utilizza il portafoglio principalmente per le carte di pagamento, il 33% per le carte fedeltà, il 27% per i biglietti del treno e il 23% per i biglietti dell'aereo. Tuttavia, quasi la metà degli utenti sarebbe disposta a inserire documenti fondamentali come patente, carta d'identità o tessera sanitaria in un portafoglio sicuro. Attualmente, il 31% degli utenti ha un utilizzo sporadico o nullo.
Il digital wallet Europeo
Il percorso evolutivo degli ultimi mesi ha avvicinato l'European Digital Identity Wallet : il regolamento definitivo del nuovo eIDAS 2.0 è stato concordato tra le Istituzioni europee e gli Stati membri. L'entrata in vigore del Regolamento è prevista non prima del 2026. Nel frattempo, diversi paesi europei si stanno già attrezzando per il cambio, anticipando l'arrivo del nuovo sistema di norme. In Francia è stata lanciata l'app France Identité che permette di memorizzare i propri documenti di riconoscimento, mentre in Grecia l'app Gov.gr Wallet consente di utilizzare la carta di identità e la patente per accedere ai servizi digitali. Nel 2023, l'Italia ha preso decisioni per la convivenza di SPID e CIE, portando i due sistemi verso la convergenza. Nonostante ciò, la strategia del Governo è stata quella di definire la propria strada verso il wallet. L'IT Wallet sarà un'estensione dell'app IO, accessibile con SPID e CIE, che conterrà in un primo momento la tessera sanitaria e quella della disabilità.
Verso eIDAS 2.0
Dati confortanti quelli fatti emergere dall'indagine PoliMi e Ipsos che si armonizzano con il percorso dell'Ue verso la digital identy. Con l'aumentare dell'uso dell'identità digitale, alcuni stati hanno iniziato a passare verso un modello di portafoglio digitale dell'identità, anticipando la rivoluzione proposta dal Regolamento eIDAS 2.0. Anche l'Italia sta definendo il proprio percorso, delineando un piano per costruire il proprio progetto chiamato IT Wallet. Gli italiani sembrano pronti per questa rivoluzione, con quasi la metà di loro disposti a caricare la loro carta d'identità, la tessera sanitaria o la patente di guida in un portafoglio con garanzie di sicurezza adeguate. Oltre agli stati, diversi ecosistemi di app e attori privati, come le Big Tech, hanno iniziato ad integrare le credenziali di identità digitale: ad oggi, ci sono 111 app di portafoglio di diversi tipi che consentono agli utenti di integrare documenti di riconoscimento. Questa nuova tendenza è stata accettata a livello globale e si prevede che rivoluzionerà il modo in cui gestiamo l'identificazione. Il progetto IT Wallet aiuterà l'Italia a migliorare la propria infrastruttura digitale, che è un passo cruciale verso la trasformazione digitale. Il progetto si concentrerà sulla creazione di una piattaforma sicura e facile da usare che consentirà agli utenti di archiviare e gestire i loro documenti di identificazione in un'unica posizione.
“Il 2023, per l’identità digitale si può riassumere in due parole chiave: evoluzione e sperimentazione - spiega Giorgia Dragoni, Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity -. Continua il processo di consolidamento dei sistemi lanciati negli scorsi anni nei vari Paesi europei e aumentano le possibilità di utilizzo nel mondo digitale e fisico. Ma siamo agli albori di una vera e propria rivoluzione, rappresentata dal Wallet”.
“Nella rivoluzione del Digital Identity Wallet, però, non sono solo gli Stati a voler giocare un ruolo di primo piano – dichiara Valeria Portale Direttrice dell’Osservatorio Digital Identity -. Diversi privati stanno già sperimentando in questo ambito, in uno scenario di grande fermento. Ci sono i wallet sviluppati dalle Big Tech come Google, Samsung e Apple che in alcuni Paesi permettono di inserire documenti identificativi oltre alle carte di pagamento. Ci sono le soluzioni sviluppate nel mondo finanziario dalle app di home banking, fino ai wallet per pagamenti elettronici e peer-to-peer, che trovano nell’identità digitale la naturale evoluzione per sostituire progressivamente il portafoglio fisico”.
“Ci troviamo di fronte a un percorso di cui intravediamo l’arrivo: il modello del digital identity wallet. La strada da fare per arrivarci, però, non è ancora tracciata, e neppure univoca – afferma Luca Gastaldi, Direttore dell’Osservatorio Digital Identity -. Il percorso delineato per gli Stati dalla normativa richiede anzitutto una profonda revisione delle strategie nazionali sull’identità digitale. I privati che vogliono essere presenti in questo contesto devono trovare il loro ruolo in un ecosistema che è in trasformazione e il cui perimetro non è ancora ben definito”.