Si profila un acceso dibattito in ambito Cdm (Consiglio dei ministri) riguardo il pacchetto liberalizzazioni di prossima discussione pevisto per il 20 febbraio con un probabile braccio di ferro tra i ministri (Beatrice Lorenzin, ministra della Sanità, e Federica Guidi, titolare del Dicastero dell'Industria e sostenitrice dell'apertura di mercato) in merito alla possibilità di vendita dei farmaci di fascia C (ricetta bianca) anche nelle parafarmacie. Le proposte del Governo sulle liberalizzazioni dovrebbero portare a un'accelerazione nel processo di deregulation (o meglio, di apertura dei mercati) già parzialmente avviato dal governo Monti. Fra le proposte spiccano:
- l'apertura di nuove farmacie conseguente all'abbassamento del rapporto "nuove farmacie/abitanti" da 1/3.300 a 1/1.500 e permettendo alle parafarmacie la vendita di farmaci in fascia C con ricetta;
- la liberalizzazione del trasporto locale con la proposta di abolizione dell'obbligo per le auto dell'Ncc (Noleggio con conducente) di ricevere prenotazioni solo presso l'autorimessa;
- l'eliminazione del prezzo di copertina nei libri e del limite del 15% allo sconto sul prezzo di copertina: in pratica l'annullamento dei vantaggi della legge Levi del 2011.
Il pacchetto liberalizzazioni comprende proposte anche su energia, assicurazioni, parrucchieri, edicole e benzinai, questi ultimi due settori già toccati da una parziale liberalizzazione iniziata già prima del Governo Monti.
Pacchetto "obbligatorio" per legge
Diciamo subito che non è una libera iniziativa di Renzi. Dal 2009 il Governo deve presentare ogni anno alla Camere, entro sessanta giorni dall’invio annuale della relazione da parte dell’Antitrust allo stesso esecutivo, un disegno di legge per l’adozione di un provvedimento per il mercato e la concorrenza, “al fine di rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di promuovere lo sviluppo della concorrenza di garantire la tutela dei consumatori.” (art. 47 legge 23 luglio 2009, n.99). Quindi il cosiddetto "pacchetto Renzi" si configurerebbe nella sua formulazione pre-legislativa come atto dovuto.
La Corte Costituzionale dice no (al libero farmaco)
A proposito di vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie, la ventilata liberalizzazione si scontra con la sentenza 216/2014 della Corte Costituzionale che ha dichiarato "non fondata" la questione sollevata da un'ordinanza del Tar Calabria. In pratica, il regime programmatorio delle farmacie sarebbe dovuto a ragioni di tutela della salute pubblica, ragioni di ordine superiore alle questioni di tutela della libera concorrenza. La Consulta ha dunque sancito che non contrasta con la Costituzione la disciplina che riserva alle sole farmacie la vendita dei predetti farmaci.