Le esportazioni sono sempre più un asset chiave nel panorama economico italiano, ma per quanto riguarda il canale online il potenziale è ancora tutto da sviluppare. Secondo i dati rilevati Osservatorio Export del Politecnico di Milano, nel nostro Paese l’export di beni di consumo via e-commerce vale solo il 4% del totale, ovvero 6 miliardi di euro.
Un risultato che richiama con forza a una necessaria innovazione digitale e alla rimozione dei relativi ostacoli logistici, normativi, commerciali, oltre che legati alla comunicazione e pagamenti. Su tutti i mercati, ma in particolare in Cina ed Usa, ci sono grandi opportunità di vendita online non sfruttate e che richiederebbero modelli di export dedicati, come sottolinea Riccardo Mangiaracina, Direttore dell'Osservatorio Export.
Ecco in sintesi lo stato attuale:
- L'export online diretto (con operatore italiano) di beni di consumo vale solo 1,5 miliardi di euro, quello indiretto (abilitato da operatori stranieri) 4,5 miliardi.
- Il fatturato dell'export online è riconducibile per la maggior parte ai grandi retailer online, seguiti dai marketplace (come eBay) e dai siti di vendite private.
- Il settore più esportato attraverso canali digitali è il fashion, che pesa per oltre il 65% delle vendite online oltreconfine, mentre gli altri comparti tipici del Made in Italy, ossia food e design, hanno un’incidenza più contenuta con circa il 15% a testa.
- I principali mercati di sbocco restano quelli occidentali (Europa e USA) con l’aggiunta di Giappone e Russia, mentre sono poco presidiati Cina e Sud America.
A conferma di quanto le esportazioni acquistino nel loro complesso una crescente rilevanza all’interno del nostro scenario macroeconomico, si consideri che secondo i dati l’Italia è l'ottavo esportatore di merci a livello mondiale e quattordicesimo per i servizi:
- Le esportazioni di beni e servizi nel 2014 sono aumentate del 2,7%, raggiungendo quasi 475 miliardi di euro (di cui 387 da esportazioni di beni e 98 di servizi).
- I dati 2015, per quanto non ancora definitivi, mostrano un’ulteriore accelerazione dell’export intorno al +3,5%.
- Nel 2014 la domanda estera netta, ossia la differenza tra esportazioni e importazioni, ha contribuito a contenere il calo del PIL per il terzo anno consecutivo.