Il delivery nell’ultimo miglio, esplose con la pandemia, rappresentano uno degli aspetti più delicati nella gestione della supply chain, anche perché sono la fase della logistica più visibile, a stretto contatto con l’utente finale. Di sicuro il last mile rappresenta una delle voci di costo non trascurabile nei processi di delivery, ma un ottimo campo in cui sperimentare progetti in ambito Esg a partire dall’elettrificazione delle flotte, che in contesto urbano offrono molti vantaggi per quanto riguarda praticità, economicità d’esercizio e manutenzione, senza soffrire di problemi di autonomia visto la possibilità di ricaricare nei magazzini o lungo i percorsi. Diverse sono le iniziative messe in campo dalle aziende che si occupano di logistica nell’ultimo miglio, tutte indirizzate alla massima sostenibilità ambientale, per scelta strategica o per imposizione dall’alto. Le limitazioni sempre più presenti nei centri cittadini alla circolazione di motori endotermici, infatti, interessano tanto i mezzi di trasporto commerciale quanto le automobili private. Un altro aspetto su cui lavorare sono gli immobili logistici, posizionati strategicamente all’interno o a ridosso delle grandi città, bacini fondamentali per le consegne di ordini effettuati online. Ultimo elemento nelle voci di costo, non certo trascurabile, è quello del personale, incomprimibile se non con tipologie di collaborazione “innovative” con chi fisicamente consegna la merce a casa. Per questo, il last mile è nella maggior parte dei casi appaltato ad aziende specializzate in logistica e che dispongono oltre che di mezzi propri, anche di tecnologie avanzate in grado di rendere più efficiente tutto il processo di presa, trasporto e di consegna.
Piattaforme di delivery alla resa dei conti
Ragionando di city logistic, due parole è giusto spenderle anche per le piattaforme innovative di delivery, letteralmente esplose durante gli anni della pandemia, ora chiamate a reggere l’urto della sostenibilità economica. Pensiamo solo alle parabole di Gorillas -che ha messo in liquidazione a luglio 2022 l’azienda in Italia- e Getir, unicorni che si stanno ridimensionando con tagli al personale dopo la sbornia dei fondi raccolti, o alle realtà delle piattaforme di delivery come Just Eat, Deliveroo o Glovo che, soprattutto queste ultimi due, non sono più focalizzate solo sul settore delle consegne per la ristorazione, ma stanno entrando in quello della spesa alimentare grocery e fresco (aggiungendosi ad attori ormai consolidati come Everly, ex Supermercato24), ma anche il segmento non food e servizi, come possiamo vedere dal grafico a fianco. Così il delivery permette un fatturato aggiuntivo alle aziende che ne usufruiscono, ma la spesa del quick commerce è sì veloce, ma anche limitata, visto che nella bag del rider non c’è spazio per molti prodotti.
La strada verso le zero emissioni
Se la maggior parte dei rider, in ambito cittadino, si muove con biciclette, mezzo per eccellenza a zero emissioni, per chi vuole prevedere un servizio che possa far fronte a richieste dei clienti di una spesa tipica da supermercato, non si può che puntare su modelli di mezzi commerciali adatti allo scopo. È interessante, così, scoprire le strategie di due colossi della logistica internazionale, che si occupano anche di ultimo miglio. Dhl Express Italy lo scorso anno ha messo in flotta 108 mezzi elettrici tra cui l’e-Ducato, la versione elettrica del furgone best seller di Fiat, che ha, però, un costo di acquisto doppio rispetto al modello a gasolio. È, dunque, importante lavorare allora sul Tco (Total cost of ownership) per ammortizzare la spesa, perché dal punto di vista dell’impronta ambientale i conti già tornano. Ogni mezzo elettrico effettua mediamente 70 km al giorno e consente l’abbattimento di più di 17 chilogrammi di Co2, pari a oltre 4,3 tonnellate l’anno.
Non si può poi non parlare di Amazon: il colosso del commercio online ha investito nel 2019 oltre 700 milioni di dollari in Rivian, che possiamo considerare la Tesla dei pick up e furgoni elettrici, con l’obiettivo di mettere in flotta oltre 100.000 unità a zero emissioni entro la fine di questo decennio.
Cosa succederà nel futuro? Se le consegne di merce nelle case con i droni, affascinanti, ma poco attuabili soprattutto in un contesto italiano ed europeo, saranno poco probabili (ma ottimi specchietti per il marketing di molte aziende), è interessante fare attenzione a come si sta evolvendo il comparto della guida autonoma, con sperimentazioni sempre più audaci in molte parti del mondo, limitate solo da normative che per ora ne circoscrivono l’utilizzo in zone specifiche della città.
Il punto di vista di For-Services
Negli ultimi anni dalla pandemia a oggi come è cambiato il vostro mercato di servizio, relativamente all’home delivery per la gdo?
Con i dati in nostro possesso siamo stati in grado di analizzare i trend prima, durante e dopo la pandemia del mondo dell’eCommerce e delle consegne a domicilio definite “tradizionali”, fatte cioè dal cliente in punto di vendita e poi consegnate. Numeri interessanti che mettono in evidenza come nel 2020, anno del lockdown e delle fasi più delicate dovute al Covid-19, l’eCommerce abbia guadagnato dieci punti sulla spesa tradizionale. Dal 25% del 2019 è, infatti, passato al 35%, mantenendo lo stesso trend nell’anno successivo e raggiungendo addirittura il 40% in questi primi mesi del 2022. Tra le iniziative oggetto di analisi e confronto, stiamo continuando a studiare il mondo dei darkstore e relativi processi di picking interno.
Il vostro bacino di utenza è tipicamente cittadino. Dove siete presenti e dove prevedete di espandervi?
Oggi siamo presenti in molte regioni italiane, copriamo circa il 60% del territorio. Ci piacerebbe poter sviluppare il nostro modello di business sulle isole, Sardegna e Sicilia.
Per voi il tema della sostenibilità quanto si è trasformato in azioni concrete? Quali?
Negli ultimi anni l’evoluzione delle consegne a domicilio è supportata dalla volontà di puntare sul green e For-Services, oggi, prosegue in questo percorso, dimostrando un approccio pionieristico per il settore logistico. I furgoni elettrici introdotti in flotta sono cresciuti nel tempo e, grazie all’affidabilità dei mezzi, oggi consentono a For-Services di raggiungere i destinatari con semplicità ed efficienza, anche nelle zone a traffico limitato. L’evoluzione negli anni: nel 2012 For-Services aveva in flotta un solo furgone elettrico, ma già nel 2014, due anni dopo, erano sei. Nel 2016 diventano diciotto, mentre l’anno successivo raddoppiano. Nel 2021 i mezzi green diventano quarantasei, fino ad attestarsi quest’anno a 50.
Oltre alla riduzione delle emissioni vi è il tema dell’ottimizzazione delle consegne. Da questo punto di vista qual è la vostra posizione?
L’ottimizzazione delle consegne è da sempre uno dei temi fondamentali per chi fa logistica di ultimo miglio. Il nostro software Tms, infatti, progettato e studiato da noi, ci consente di gestire i piani di carico in maniera autonoma e ottimizzata.
La sostenibilità è un key factor che la gdo considera quando offrite i vostri servizi, oppure è solo una vostra scelta aziendale?
Dipende dall’insegna, in ogni caso riteniamo essere un punto determinante per la crescita e per lo sviluppo aziendale, specialmente in un settore come quello della logistica di ultimo miglio.