Le donne gestiscono circa 32.000 miliardi di dollari di spesa a livello globale e, secondo Nielsen, nei prossimi cinque anni da queste dipenderà il 75% della spesa discrezionale. Tuttavia, molte aziende non riescono a soddisfare pienamente le loro esigenze, lasciando sul tavolo opportunità che attendono di essere colte.
Questo, almeno, quanto emerge dall’indagine globale di Boston Consulting Group (Bcg), The $32 Trillion Opportunity in Women-Focused Products and Services, che ha coinvolto circa 15.000 persone in 12 Paesi, di cui tre quarti donne. I risultati, come spiega Bcg, mettono in evidenza che, in settori chiave come beni di consumo, sanità e servizi finanziari, le donne non reputano che prodotti e servizi attualmente disponibili rispondano adeguatamente alle loro necessità.
"Le principali decisioni d’acquisto in famiglia spesso dipendono dalle donne, eppure le esigenze di queste ultime rimangono in gran parte trascurate. Le aziende che scelgono di affrontare queste lacune hanno una grande opportunità per crescere e creare valore, rafforzando da un lato la fedeltà delle consumatrici e facendosi, dall’altro, portatrici di un impegno etico per costruire un mercato più equo e inclusivo", sottolinea nella relativa nota aziendale Beatrice Lemucchi, managing director e partner di Bcg: "La rappresentanza femminile, d’altronde, può rappresentare una chiave di successo in diversi settori: leader donne portano una comprensione diretta e profonda dei bisogni non soddisfatti e una prospettiva determinante su come affrontarli."
Servizi finanziari, prodotti di consumo e sanità
Nonostante le donne contribuiscano al patrimonio globale con 5.000 miliardi di dollari ogni anno, i servizi finanziari spesso non riescono a soddisfare le loro esigenze. Le preoccupazioni delle donne rispetto agli uomini sono più evidenti in alcuni ambiti, come il debito (+9 punti percentuali) e la pianificazione della pensione (+8 punti). Le priorità cambiano con l’età: le giovani generazioni di donne si concentrano sulla disoccupazione, le donne della generazione X sulla pensione, mentre le baby boomer sui costi dell’assistenza agli anziani. Inoltre, le donne dimostrano meno fiducia rispetto agli uomini nelle proprie competenze finanziarie. La differenza si attesta sui 4 punti percentuali per millennial e gGenZ, mentre raggiunge gli 8 punti percentuali per i boomer. Una possibile spiegazione è la presenza di disparità retributive tra uomini e donne, che portano ad approcci diversi ai servizi finanziari, e non solo: in alcuni mercati in via di sviluppo le donne si affacciano per la prima volta a questi servizi, confrontandosi con un sistema che per molto tempo ha avuto un organico prevalentemente composto da uomini e che tradizionalmente si rivolge a clienti maschi con prodotti e servizi che, nella migliore delle ipotesi, sono neutri dal punto di vista del genere.
Anche i prodotti di consumo, pur ricevendo valutazioni relativamente migliori, presentano ancora spazi di crescita. Ad esempio, i settori alimentare e della cura personale/bellezza raggiungono il 66% e il 64% di feedback positivi,evidenziando aree su cui è possibile intervenire. In alcuni mercati, come quello degli Stati Uniti, le donne dichiarano che sarebbero disposte a spendere il 15% in più per abbigliamento e accessori di qualità superiore (228 dollari in più all'anno a persona) o per prodotti sportivi più sicuri (123 dollari in più all'anno a persona).
Guardando, infine, alla salute, la maggior parte delle decisioni delle famiglie risulterebbero prese dalle donne (dal 66% in India all’83% in Germania e Francia). Tuttavia, solo il 41% di loro ritiene che esistano servizi adeguati per affrontare le loro specifiche esigenze sanitarie. Anche le opinioni su trattamenti medici e interazioni con le assicurazioni sanitarie sono piuttosto negative, con solo il 44% e il 37% di risposte favorevoli. Secondo lo studio, gli aspetti che le donne considerano fondamentali nell’assistenza sanitaria sono la qualità delle cure (87%), la rapidità degli appuntamenti (82%), l’accessibilità economica (82%), la comodità delle sedi di servizio (76%) e un’assistenza equa e imparziale (76%).
Come cogliere queste opportunità secondo lo studio Bcg
Il rapporto evidenzia che, per sfruttare pienamente il potenziale dei prodotti e servizi destinati alle donne, le aziende devono adottare un approccio strategico basato su tre principi fondamentali, noti forse nella teoria, ma non sempre nella pratica:
- Desiderabilità: creare soluzioni che rispondano alle vere necessità delle donne, spesso inascoltate o fraintese. È essenziale condurre ricerche approfondite per identificare queste esigenze attraverso un mix di analisi qualitative e quantitative per progettare soluzioni che non solo attirino l'interesse delle consumatrici, ma che creino anche una connessione emotiva e risolvano problemi reali.
- Sostenibilità economica. Le aziende devono sviluppare modelli di business chiari che dimostrino il valore delle offerte. Questo include un’analisi rigorosa dei costi di produzione e distribuzione, una strategia di prezzo adeguata e una chiara comprensione del valore che il prodotto porta alle consumatrici.
- Fattibilità operativa: una visione strategica deve essere supportata da una solida esecuzione. Questo implica avere le risorse, le competenze e le infrastrutture necessarie per sviluppare e lanciare i prodotti in modo efficace sul mercato. Le aziende devono garantire che i loro team siano in grado di adattarsi rapidamente e di integrare tecnologie avanzate, come l’Ai, per migliorare i processi e rispondere più rapidamente alle esigenze delle consumatrici.