Le cooperative lattiero-casearie, agenti di cambiamento tecnologico

A raccontarle, il progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart” per sfatare pregiudizi e guardare alle sfide in epoca 4.0.

Ripartito dopo un triennio che ha visto migliorare, per 7 milioni di consumatori, la propria conoscenza dei prodotti lattiero-caseari, secondo una ricerca commissionata a Nomisma, il progetto "Think Milk, Taste Europe, Be Smart!" oggi continua con l'obiettivo di sfatare le fake news sia sui meriti di latte e derivati sia sulle implicazioni che produzione e trasformazione del latte hanno sull'ambiente.

"Il progetto, promosso dal settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Italiane e realizzato da Confcooperative con il cofinanziamento della Commissione europea, punta ad informare un ampio pubblico di consumatori attraverso una documentazione aggiornata e basata su evidenze concrete – sottolinea Giovanni Guarneri di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari. Tra i temi affrontati dal progetto anche le pratiche sostenibili del comparto che non si esauriscono alle sole attività zootecniche, ma che passano dalla cura e sopravvivenza dei territori di cui le cooperative sono custodi, così come delle piccole realtà dislocate nelle comunità montane, dall’innovazione dei sistemi produttivi, dalla valorizzazione delle tradizioni e dalla tenuta dell’occupazione. Sostenibilità significa anche riduzione degli sprechi e su questo fronte i prodotti lattiero-caseari sono quelli in assoluto con minore spreco. Non da ultimo – ribadisce Guarneri – il settore lattiero-caseario fornisce alimenti ricchi di nutrienti come calcio, vitamina D e proteine che si dimostrano essenziali per promuovere la salute individuale e sociale”.

Oggi, le cooperative lattiero-casearie dimostrano di essere agenti di cambiamento tecnologico, attraverso l’innovazione di allevamenti protetti con monitoraggio della C02, rendicontazione scientifica del benessere animale, gestione efficiente delle risorse.

Esempio virtuoso di zootecnia è la cooperativa Pieve Ecoenergia dove la forte componente di innovazione tecnologica diventa il fattore determinante per agevolare la transizione sostenibile di questo settore. Grazie a impianto di biogas per la produzione di energia elettrica, impiego del digestato come fertilizzante, teleriscaldamento e impianto fotovoltaico, l’allevamento di bovini con sede in provincia di Cremona è riuscito a massimizzare tutte le sinergie per favorire benessere animale, sostenibilità e qualità del lavoro degli operatori, adottando, inoltre,

un innovativo sistema di monitoraggio dell'impronta di carbonio del litro di latte che, sulla base di un report giornaliero, contabilizza le emissioni di CO2 necessarie alla produzione e quelle recuperate grazie ai nuovi impianti.

Anche la cooperativa PLAC Fattorie Cremona, che produce eccellenze DOP come Provolone e Grana Padano, ha rendicontato nel suo primo bilancio di sostenibilità il processo di miglioramento del benessere animale, il 70% di riduzione del consumo di acqua nell’arco degli ultimi quattro anni, un’autosufficienza energetica pari a più del doppio di quella consumata grazie a impianti fotovoltaici e di biogas e a un conseguente aumento di latte prodotto del +39% in poco più di dieci anni.

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