Il nuovo governo ha di fronte a sé grandi sfide.
In primo luogo dovrà definire le priorità nella realizzazione del “contratto”, e già questo farà chiarezza sugli obiettivi. Dal punto di vista delle imprese, individuo tre principi che dovrebbero guidare l’azione dell’esecutivo: concretezza, credibilità e continuità. Concretezza, perché il Paese ha assoluto bisogno di uscire da una situazione di perenne campagna elettorale basata su slogan e annunci per entrare in una “fase del fare”, basata su atti che incidano sulla struttura ancora ingessata del Paese, liberando le energie positive che ci sono. Attenzione dunque ai temi del lavoro, alla soffocante imposizione fiscale, all’eccesso di burocrazia, alla mancata certezza del diritto, a favorire la concorrenza, a stimolare i consumi, alla sostenibilità.
Credibilità, perché è meglio l’impostazione di un progetto di cambiamento che sia realizzabile anche in tempo medio o medio-lungo nell’ambito di uno schema di sostenibilità economica piuttosto che proposte inconsistenti che minerebbero la fiducia (peraltro ancora instabile) che l’Italia si è faticosamente guadagnata. Il contesto internazionale nel quale siamo inseriti, ci piaccia o meno, in poco tempo potrebbe alimentare una speculazione in grado di farci male.Continuità, perché la stabilità dell’orizzonte istituzionale e politico è una condizione irrinunciabile per creare quel quadro normativo e di aspettative alla base di investimenti e sviluppo.
L’auspicio è che due forze così apparentemente lontane tra loro riescano a trovare una sintesi di lungo respiro sul piano delle attività.
Le “3 C” del nuovo governo
Gli opinionisti di Mark Up (da Mark Up n. 271)