Dopo aver parlato di felicità e lavoro con un focus in particolare sul target giovane e sulla sua richiesta di maggiore allineamento di valori con l'azienda, passiamo alla diversa percezione sul tema di uomini e donne. A presentare un'ulteriore ricerca sul tema* è sempre la neonata associazione “Ricerca Felicità”, che prosegue con l’analisi dello stato di benessere dei lavoratori italiani guardando alle differenze di genere.
Stando ai risultati, le donne risultano meno soddisfatte rispetto agli uomini: il 41% risale all’insoddisfazione del compenso, contro il 28% degli uomini, mentre l’insoddisfazione derivata dalle opportunità di sviluppo di carriera per le donne risale al 44% contro il 35% degli uomini.
Un divario, comunque, non così marcato come si potrebbe pensare, che addirittura scompare se si parla di sentirsi "trattati con rispetto e senza discriminazione". A rispondere negativamente in proposito sono il 14% delle donne, mentre per gli uomini si tratta solo del 10%. Stesso discorso per l'affermazione “riconoscono sempre i miei meriti”, dove le donne che hanno risposto in modo negativo risalgono al 31%, contro il 28% degli uomini.
Per quanto riguarda la dimensione della felicità in generale, emerge che, quando uomini e donne sono stimolati a confrontarsi, si dichiarano un po’ più felici rispetto alle altre persone che conoscono. Complessivamente, il campione interrogato ritiene che gli altri li vedano più felici di quanto loro stessi non si sentano. Questa sensazione è più evidente per le donne rispetto agli uomini: la differenza fra chi dice di apparire agli altri molto felice (39% per le donne e 36% per gli uomini) rispetto a sentirsi veramente così (26% per le donne e 31% per gli uomini) è di circa 13 punti percentuali.
Come sottolineato infine da Sandro Formica, vicepresidente e direttore scientifico dell’associazione Ricerca Felicità: "L’11,9% dei rispondenti ha dichiarato che in ambito lavorativo l’affermazione 'mi aiuta a capire me stesso' sia assolutamente falsa, così come il 12,2% crede che l’affermazione 'l’ambiente mi fa sentire compreso' non sia veritiera. Sebbene si tratti di una ristretta minoranza, non vanno sottovalutati questi indizi, poiché anche all’interno di questi piccoli sintomi di malessere si possono indagare e comprendere le differenze di genere”.
*Nota metodologica: la survey ha coinvolto 1.314 persone, suddivise tra lavoratori dipendenti (72,3%) e liberi professionisti (27,7%), suddivisi per sesso con una media ponderata di 42.3% di donne e il 57,7% di uomini, appartenenti alle 4 generazioni, in rappresentanza della popolazione italiana attiva nel mondo del lavoro.