Il tema del lavoro è oggi il tema dei temi. Negli ultimi anni se ne è discusso in lungo e in largo prendendo in considerazione tutti gli aspetti correlati: organizzativi, valoriali, di identificazione, motivazionali ecc. Tuttavia, si voglia o no, il tema salariale è in Italia è il principale e se non si risolve diventa improbabile in moltissimi casi, dare risposte ai lavoratori con altre leve.
Gli studi sul tema sono diversi e l'ultimo diramato, Il Report sulla Retribuzione 2024 di Coverflex, offre uno spaccato nitido della situazione per comprendere le attuali dinamiche retributive. I risultati ottenuti sono utili anche per qualche riflessione sulle strategie di welfare delle aziende, sempre più invocate per puntellare la situazione.
Il Report sulla Retribuzione 2024 è la seconda edizione di uno studio condotto da Toluna per Coverflex, startup che si occupa di welfare aziendale e di retribuzione flessibile. Lo studio è stato effettuato nel mese di settembre su un campione rappresentativo del mercato del lavoro italiano, comprendente 1000 lavoratori. Questi partecipanti, per la maggior parte di sesso maschile, provengono da diverse regioni d'Italia e da vari settori lavorativi. Con maggiore dettaglio, il 45% del campione è costituita da lavoratori del Nord Italia, mentre il 42% dei partecipanti lavora in aziende di piccole dimensioni.
Pochi soldi
Diverse le evidenze nel Report. Partiamo da un dato positivo: la maggior parte dei lavoratori si senta parte integrante della propria azienda e questo non è poco ma è quasi tutto. Da qui in poi inizia l'elenco di tutto ciò che potrebbe essere migliorato a partire dai denari. La maggior parte dei dipendenti che ha partecipato al sondaggio, precisamente il 74%, ha espresso un giudizio negativo sul proprio pacchetto salariale, definendolo "inadeguato" o "poco competitivo". La media di soddisfazione risulta essere di 5,7, il che indica un certo livello di insoddisfazione tra i lavoratori.
Approfondendo i dati, Coverflex riporta le informazioni dell'Ocse, rivelando una situazione piuttosto problematica: l'Italia è l'unico paese in Europa che ha visto stagnare i salari negli ultimi vent'anni. Questa osservazione è confermata dal 60% degli intervistati, i quali dichiarano che il proprio pacchetto retributivo è rimasto sostanzialmente invariato, nonostante ci sia stata un’inflazione e un aumento generale del costo della vita. Andando più in dettaglio il 65% dei lavoratori si dichiara non pienamente soddisfatto della propria retribuzione, il 36% dei rispondenti è insoddisfatto o poco soddisfatto del pacchetto di benefit proposto mentre il 33% cita “scarso interesse e poca attenzione” da parte del management verso le loro esigenze come ragione principale del proprio malcontento.
Il giudizio sulla condizione lavorativa, sotto la sufficienza, riflette la mancanza di fiducia nel management riguardo alla cura dei dipendenti, rivelando una frattura significativa: il senso di appartenenza non colma il bisogno di essere ascoltati e supportati nel percorso professionale. Occorre intervenire per rispondere ai bisogni dei lavoratori, tra cui la richiesta di modelli più flessibili. Sebbene il 76% degli intervistati affermi che lo smart working migliora la qualità della vita, l’82% continua a lavorare al 100% in presenza, evidenziando l’importanza di gestire autonomamente il proprio tempo lavorativo.
Il nodo welfare
Le persone percepiscono il welfare aziendale come un aiuto utile per le spese quotidiane e un supporto sper il reddito. Secondo i dati, molti lavoratori lo considerano una modalità per aumentare il loro potere d'acquisto anche se l'analisi condotta da Coverflex ha messo in luce alcune problematiche che contrastano con il giudizio positivo generale. Infatti, è emerso che nel 20% dei casi le aziende non si impegnano a raccogliere feedback sulla soddisfazione o sui bisogni dei loro dipendenti. Questa mancanza di comunicazione può creare un senso di sfiducia tra i lavoratori nei confronti della direzione, che viene percepita come poco attenta alle necessità del personale. Di conseguenza, si evidenzia un divario tra i benefit offerti e quelli realmente utili per i dipendenti. I pacchetti welfare attualmente disponibili non sempre corrispondono alle esigenze effettive dei lavoratori, i quali esprimono frequentemente insoddisfazione riguardo ai servizi attuali. Secondo gli intervistati, il principale ostacolo nel welfare aziendale è il disinteresse delle aziende (37%). Anche la scarsa conoscenza dei servizi disponibili da parte dei dipendenti (29%) e la carente comunicazione interna (26%) limitano l’uso. Dato che 3 lavoratori su 4 preferirebbero benefit rispetto a un aumento in busta paga, è essenziale operare con trasparenza. Infine, il 62% dei beneficiari si sente “ascoltato e valorizzato” dalla propria azienda. Il sondaggio mostra che i benefit più ambiti dai lavoratori riguardano il potere d’acquisto, con il buono pasto in cima alla lista, ricevuto dal 30% degli intervistati, principalmente in formato elettronico e tra 6 e 8 euro. L’80% li usa al supermercato, mentre 3 su 5 li spendono quasi quotidianamente per il pranzo.
“Rispetto all’edizione 2023, il nuovo Report sulla Retribuzione 2024 evidenzia aree di miglioramento per le aziende italiane rispetto alle aspettative dei dipendenti. Trasparenza salariale, diversità, welfare mirato e flessibilità sono elementi chiave per attrarre e trattenere talenti: l’impegno in questi ambiti è cruciale per creare ambienti lavorativi che rispecchino i valori dei dipendenti - dichiara Mara Tonta, Marketing Manager di Coverflex - Il nostro studio rivela che la situazione attuale è lontana dall’ideale, con evidenti aree di insoddisfazione e opportunità di miglioramento. Riteniamo che in futuro le aziende dovranno investire in relazioni più dirette e trasparenti con i dipendenti, valorizzandoli come individui. Questo approccio colmerà il divario di fiducia, creando ambienti lavorativi che promuovono sia la produttività che la qualità della vita”.