Agosto è il periodo di sagre, feste e grigliate, momenti in cui gli articoli monouso conoscono picchi di utilizzo. Tuttavia, sugli scaffali della gdo continuano a esserci i cosiddetti “pseudo-riutilizzabili”. Si tratta di piatti, bicchieri, posate in plastica tradizionale, vietati dalle norme sul monouso ma che continuano a essere commercializzati solo perché autodichiarati “riutilizzabili”. Mancano ancora specifici parametri per poter definire riutilizzabile un prodotto.
L'appello di Assobioplastiche
Da Assobioplastiche arriva un appello per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione di criticità in cui versa il settore degli articoli monouso. “Ci rivolgiamo ai cittadini perché attraverso le loro scelte di acquisto possono indirizzare il mercato verso prodotti più virtuosi -dice il presidente Luca Bianconi.- È fondamentale porre la massima attenzione alle diciture riportate sulle confezioni, controllando la presenza dei marchi di compostabilità”.
Assobioplastiche e la sua missione
Assobioplastiche dal 2011 rappresenta le imprese operanti in Italia ed all’estero nella produzione di polimeri biodegradabili e di prodotti finiti e nella gestione del fine vita dei manufatti realizzati con bioplastiche.
Sicurezza alimentare
Oltre a questa incertezza normativa, il settore del monouso si ritrova a fare i conti con un aumento di prodotti destinati al contatto alimentare fabbricati con materiali alternativi che spesso giungono da fuori Ue, la cui origine e tracciabilità non è sempre garantita. La questione della sicurezza alimentare è sempre più dirimente, come testimoniato dall’ultimo sequestro della Guardia di Finanza in provincia di Taranto, che ha avuto come oggetto manufatti potenzialmente dannosi per la salute poiché privi dei certificati di conformità al contatto alimentare.