Una delle sensazioni comuni è che l'Ai stia entrando in aziende e organizzazioni in modo silenzioso e non strutturato. Grazie all'estrema facilità del suo utilizzo, gli utenti singoli tendono a trarre beneficio dall'Ai nel day-by-day senza che però, a livello organizzativo, le aziende la interpretino in modo strategico. L'introduzione di una qualsiasi tecnologia in azienda richiede sempre un consuntivo sui benefici, non solo per misurarne il ritorno dell'investimento (Roi) ma anche per valutarne gli effetti complessivi mediante opportuni Kpi.
Ai strategica o tattica?
La ricerca di BearingPoint denominata "AI-driven transformation: Becoming an augmented organization" ha raccolto insight da 700 dirigenti C-level di imprese di grandi dimensioni attive in Europa, Stati Uniti e Asia. Anche se il 60% ritiene l’IA essenziale, ben il 44% dei C-level intervistati non sta gestendo l'ingresso dell'Ai in azienda con un approccio strutturato che preveda una governance precisa dei processi decisionali.
In particolare in Europa, il 31% dei dirigenti ritiene che la strategia migliore sia adottare un approccio attendista per comprendere meglio le prospettive. L'Italia appare in media più attenta al tema e, ben il 53% dei C-level, ritiene fondamentale una valutazione quantitativa che tenga presente il tema della disponibilità di personale con gli skill necessari.
Se questi sono gli insght rilevati, entrando nel merito delle azioni concrete, la ricerca BearingPoint fe emergere che a livello mondiale solo il 34% delle organizzazioni basa sistematicamente le proprie decisioni di investimento su metriche misurabili. Ma su cosa si misura l'impatto dell'Ai? In generale l’aumento di produttività ed efficienza, quindi il miglioramento della customer experience e l’aspettativa di un aumento delle vendite.
In Italia
Nel nostro Paese ancora prima delle tecnologie, l'attenzione maggiore è sulle risorse umane a tutti i livelli. In particolare per la realizzazione di progetti di Ai, il 58% dei rispondenti teme la mancanza di personale qualificato per pianificare e sviluppare strategie per la Gen IA, gestire i dati, e assicurare la compliance e l'etica. Lo studio di BearingPoint evidenzia anche come l'Ai sia interpretata correttamente in termini di priorità strategica da parte dei livelli più alti delle organizzazioni con un livello di governance superiore al 70% globale. Il 53% dei rispondenti si dichiara attento alla misurazione dell'impatto di business e sul ROI atteso. In Italia, l'adozione dell'Intelligenza Artificiale (IA) è guidata principalmente dalla produttività e dall'efficienza, secondo l'84% delle aziende, rispetto al 75% a livello globale. L'investimento in tecnologia e formazione può colmare il gap di competenze, costruire fiducia nell'IA e ha il sostegno dell'84% degli italiani.
Organizzazioni aumentate
Per BearingPoint, l'adozione dell'intelligenza artificiale in azienda in modo strategico e misurabile trasforma l'azienda in "organizzazione aumentata". Nel concreto cosa significa? Per Claudio Brusatori, Partner & Practice Leader di BearingPoint Italia: “Come sottolinea il nostro studio, una governance efficace dell'IA, l’ottimizzazione strategica degli investimenti, l'empowerment della forza lavoro e la costruzione di fiducia nell'IA sono i quattro pilastri fondamentali per diventare un'organizzazione aumentata e mantenere la competitività in un mercato globale in rapido cambiamento".