L’Ai generativa come asset nel recruitment

Alessandro Proietti customer experience and innovation director di The Adecco Group Italia
La profilazione assistita dall’intelligenza artificiale è un primo importante passo con risvolti anche sociali. L’esperienza di Adecco

L’intelligenza artificiale generativa è entrata nel mondo lavorativo dei white collar molto più profondamente di quanto le ricerche forse descrivono. È utilizzata per molteplici scopi ma il più importante è facilitare tutti i lavori concettuali time consuming. Le potenzialità sono enormi tanto che nessun lavoro può dirsi immune da questa rivoluzione. L’Ai generativa se non ben regolamentata ha in se dei grandi rischi ma anche notevoli benefici in ogni campo. Recentemente la multinazionale Adecco Group ha rilasciato Cv Maker, un tool di Ai generativa in grado di costruire dei cv partendo dal racconto verbale del candidato. Mark Up ha incontrato Alessandro Proietti di The Adecco Group Italia per approfondire il tema.

L’Ai sta entrando profondamente in tanti ambiti applicativi e Adecco ha annunciato recentemente il nuovo tool Cv Maker. Di cosa si tratta?
Cv Marker è disponibile in Italia da marzo 2024. Nasce principalmente da un’idea della filiale francese di Adecco che poi è stata scalata a livello globale e riportata in Italia. La sua genesi non deriva da una spinta tecnologica ma da un’esigenza reale e pratica del mercato del lavoro che soffre di un mancato matching tra domanda e offerta dovuto spesso alla difficoltà di profilare i candidati e di orientarli. Situazione che riscontriamo anche in Italia da tempo. Spesso vengono da noi persone sprovviste di cv appartenenti a diverse categorie. Da stranieri che hanno difficoltà nella lingua italiana a studenti che non hanno mai redatto un curriculum. Cv Maker risponde proprio a queste situazioni e in generale all’esigenza di redarre un cv efficace che rispecchi profondamente la persona titolare. Un elemento importante è la sua gestione che può essere vocale: la persona colloquia con il tool, fornisce le informazioni e il cv viene generato. Cv Maker utilizza l’intelligenza artificiale generativa e permette alla persona di parlare nella propria lingua di origine.

Uno strumento di questo tipo ha delle grandi potenzialità soprattutto con le persone straniere.
Ci siamo confrontati con Unhcr perché anche nell’ambito dei rifugiati il tool ha delle potenzialità mai sperimentate prima. Può essere impiegato come primo approccio, per iniziare la conoscenza della persona, per farla qualificare e iniziare a interagire. Tornando al nostro mondo, abbiamo deciso di rendere disponibile Cv Maker senza barriere: collegandosi al nostro sito si può costruire il cv prima della registrazione nella nostra piattaforma.

Come avviene l’interazione, come funziona?
Cv Marker è una web app e può essere utilizzata da qualsiasi device desktop o mobile. Il candidato si qualifica inserendo nome e cognome e inizia raccontando vocalmente le proprie esperienze lavorative e formative. Il vero valore dell’Ai non è nel trascrivere quanto il candidato racconta in forma vocale ma nel proporre stimoli e raccogliere informazioni per arricchire il profilo. Questo avviene prendendo in considerazione le caratteristiche che statisticamente sono proprie del profilo descritto. Ovviamente l’output può essere corretto e modificato dal candidato. Si tratta di un tool di grande utilità: basti pensare quanto può essere utile a una persona straniera che non parla l’italiano.

Successivamente, se il candidato entra nella piattaforma di Adecco, che succede?
La piattaforma utilizza algoritmi di matching per eseguire un primo screening dei candidati rispetto alle richieste del mercato e proporre ad i nostri recruiter i candidati più in linea. Successivamente il candidato viene contattato, certificato e selezionato. Stiamo iniziando ad utilizzare chatbot conversazionali per tenere aggiornati i dati e in questo contesto l’Ai generativa può dare un grande contributo.

Quali risultati vi aspettate dall’utilizzo di Cv Maker?
Per noi Cv Maker ha una funzione sociale ma oltre a questo, l’esperienza offerta dal tool di intelligenza artificiale dovrebbe essere in grado di attrarre nuove candidature. Uno dei vantaggi è poter disporre dei profili strutturati, confrontabili e gestibili con maggiore facilità. Inoltre è più semplice aggiornare e arricchire i profili.

Utilizzate l’Ai solo nella generazione e gestione dei Cv?
Stanno emergendo anche altre applicazioni. L’apprendimento di nuove capacità e l’apprendimento continuo è un ambito promettente in quanto nella nostra vision l’upskilling è la chiave del futuro del mondo del lavoro. La nostra business unit di formazione denominata Mylia è impegnata su questo fronte e punta a sfruttare l’Ai generativa per creare delle competenze.

Quali possono essere gli impieghi futuri dei tool di intelligenza artificiale generativa?
Sicuramente i tool di Ai generativa potranno assumere un ruolo di assistant per i candidati in quanto l’Ai si addestra continuamente e diventa sempre più efficace nell’essere puntuale per ogni persona. Le esperienze di tutta la customer base associate ai profili permetteranno di dare a ogni singolo candidato un supporto oggi impossibile nell’organizzazione attuale. A tal fine abbiamo siglato una partnership con Microsoft, Il suo scopo è supportare i lavoratori nel proprio percorso professionale, aiutandoli a mantenere e sviluppare le loro competenze, al fine di garantire l’occupabilità nel lungo periodo.

Secondo la vostra vision, l’Ai generativa può contribuire a “muovere” il capitale umano verso mercati del lavoro diversi da quelli di destinazione naturale?
Può contribuire in modo importante. Prendiamo in considerazione una customer base che ha sempre insistito su determinati ambiti lavorativi associati a predefinite profilazioni. Con l’Ai generativa, attraverso la grande efficacia delle funzioni di assistant, mediante tutto quello che ruota attorno alla formazione e infine all’addestramento continuo che permette di far emergere insight nascosti nei dati, l’Ai generativa può far traslare la customer base in ambiti attigui a quelli di elezione.

Oggi sono sempre più importanti i soft skill. Quanto contano nell’attività di recruitment e di matching?
I soft skill sono importantissimi perché rendono la componente umana flessibile e adattabile a situazioni non codificate rigidamente. È evidente che se cerco un programmatore Java non ci sono ambiguità. Ma in molti casi, oltre al lavoro principale, vi sono altri fattori a cui rispondere che non sono codificati nella formazione tradizionale. L’Ai generativa ha la potenzialità di rendere un profilo unico grazie ai soft skill che gli sono propri ma per questioni legati alla privacy non sempre può farlo con la massima efficacia. Ogni persona ha in rete dati riservati (in database varie organizzazioni pubbliche e private) e dati disponibili a tutti attraverso le diverse piattaforme social. L’Ai potrebbe attingere da quest’ultime per arricchire i profili gestiti con dati pubblici, ma per ora la normativa lo vieta. Il cosiddetto scraping dei dati è possibile tecnicamente ma non a livello giuridico. E questo è un aspetto importante ed è giusto che vi sia una prudenza nel concedere tutto quello che la tecnologia può fare quando si parla di persone.

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