Il termine "sostenibilità" si candida ad essere il più usato (e abusato) del futuro prossimo e anteriore, ma c'è da scommettere che i consumatori saranno sempre più in grado di distinguere chi ne parla da chi "la fa". Parliamo di un valore che racchiude in sé tutta una serie di nuove tendenze, influenzando il comportamento degli italiani su più fronti: dal lifestyle agli acquisti.
Accade così che la ricerca di una maggiore sostenibilità globale stia trasformando quelle che un tempo erano minoranze, guardate non senza una certa dose di sospetto o sufficienza, in minoranze allargate e possibili maggioranze a venire. Fanno parte di questo insieme il crescente interesse per una dieta vegana o vegetariana, ma anche per una moda sostenibile, di cui avevamo già scritto su Mark Up ai primissimi albori.
Da Roberta Fileni a Rossana Pastone (Carrefour Italia), non è un caso che le donne al vertice di industria e gdo da noi recentemente intervistate ci abbiano raccontato di un business sempre più orientato strategicamente alla sostenibilità, sfida-madre per rivoluzionare l’intera catena del valore nell'alimentare (e non solo).
I dati che confermano la propensione, nel 2021, ad acquisti più sostenibili per tante categorie merceologiche, sia che si tratti di maggiore attenzione al packaging, alla filiera e così via, abbondano. Da ultima, sul tema, arriva un’indagine condotta da Sendcloud e Nielsen, dalla quale emerge che lo shopping online non farebbe eccezione.
Secondo la ricerca, il 43% degli italiani che effettuano acquisti attraverso la rete teme che l’incremento dei volumi di vendita degli eCommerce rappresenti una minaccia per l’ambiente. Il 72% sostiene che per la consegna si utilizzi troppo materiale di imballaggio e oltre i tre quarti del campione (77%) sostiene che tale materiale dovrebbe essere completamente riciclabile.
Nonostante la rilevata sensibilità, meno dell'1% dei rivenditori online italiani sarebbe in grado di offrire ad oggi opzioni di consegna ecologiche al momento del pagamento, nonostante vi sia una buona percentuale di italiani (42%) che si dichiara disposta a pagare un costo extra per una spedizione più rispettosa dell’ambiente sia sul piano dei materiali che compongono il packaging e l’imballaggio del prodotto, sia per quanto riguarda le emissioni dovute al trasporto. I numeri evidenziano inoltre che solo una piccolissima parte dei rivenditori (2%) sarebbe favorevole a scegliere un corriere piuttosto che un altro in base a caratteristiche di trasporto sostenibili.
Attenzione, però, anche per questo tema, quello della consegna green, si partirà molto probabilmente da una minoranza destinata a diventare sempre più allargata, per poi passare a "standard" dato quasi per scontato. Un business che guardi al domani non può non tenerne conto, facendo innovazione oggi.