La sfida del nuovo concetto adaptive: rinaturalizzare

La contrapposizione tra etica sostenibile ed estetica dei consumi è archiviata. L'energia per la ricarica può provenire da progetti e sperimentazioni che arrivano dal mondo aziendale

Nella modernità gassosa in cui tutto appare volatile, emerge per compensazione la richiesta di tangibilità e ricarica energetica, sia collettiva che soggettiva. Nel mondo naturale possiamo parlare di rewilding o “rinaturalizzazione” del pianeta: l’Europarlamento nel febbraio 2024 ha approvato la nuova legge sul ripristino della natura con l’obiettivo di rinaturalizzare almeno il 20% del territorio europeo entro il 2030. L’energia per la ricarica può derivare da una maggiore conoscenza del mondo naturale e delle sue dinamiche più misteriose, oppure da progetti e sperimentazioni che arrivano direttamente dal mondo aziendale. In questa dimensione diventa essenziale generare nuovi stimoli e occasioni per gratificare un presente sostenibile. La contrapposizione tra etica sostenibile ed estetica dei consumi è definitivamente archiviata, come dimostrano i casi di rigenerazione che indichiamo, nei settori più svariati: dall’automotive all’abbigliamento. Nella dimensione della ricarica endogena, che arriva dal mondo naturale, emblematico è il lavoro di Karen Bakker, la studiosa ambientale canadese che capta i suoni delle altre specie viventi e pone al centro della sua attività le implicazioni etiche di una comunicazione interspecie sempre più avanzata. È così che l’obiettivo di attrezzarsi per “ricaricare positivamente” il nostro ambiente di vita diventa più raggiungibile. Il suo libro The Sounds of Life: How Digital Technology is Bringing Us Closer to the Worlds of Animals and Plants sta avendo un grande riscontro proprio per questo motivo. Sulla stessa falsariga non possiamo dimenticare il lavoro profondo e articolato che in Italia sta conducendo Stefano Mancuso, proponendo una nuova disciplina: la neurobiologia vegetale, che individua e divulga l’intelligenza delle piante. Con il suo impegno universitario, i suoi libri e i suoi interventi nelle trasmissioni televisive, Mancuso ha saputo proporre una visione originale di Rewilding ReCharge che rilancia l’osservazione e l’ascolto del mondo naturale rigenerando una lunga tradizione che in Italia risale a Leonardo Da Vinci, come ci racconta Fritjof Capra nei suoi lavori che riguardano la scienza della vita.

Un’applicazione emblematica

Grazie alla bioacustica e a strumenti tecnologici sempre più raffinati, gli scienziati possono ascoltare il suono della natura che ci aiuta a capire e analizzare la salute di altre specie: un “ascolto” non solo nelle intenzioni, ma anche nelle pratiche, facendo incontrare l’ascolto digitale con l’ascolto “profondo” dell’ambiente. L’antropologo canadese Eduardo Kohn completa il quadro dimostrando quanto la natura sia riflessiva come racconta nel suo libro Come pensano le foreste, proponendo una vera rinaturalizzazione delle idee. La dimensione che emerge riguarda dunque un vero e proprio Adaptive Movement che plasma l’attivismo nella direzione dell’educazione e della “coscienza energetica”, ma anche del coinvolgimento e conoscenza della materia naturale e della scienza della vita.

Kia

Un’istallazione di Kia ha portato il sole in una delle zone più buie della Norvegia grazie a un disco led di 5 metri alimentato da una vettura elettrica. L’idea dell’istallazione non riguarda solo le capacità in termini di alimentazione della tecnologia, ma vuole anche sottolineare l’importanza della luce naturale, la cui mancanza può influire sui livelli di energia, sulla salute mentale, sul sistema immunitario e sul ciclo del sonno delle persone. L’istallazione luminosa è stata allestita al campeggio Rampton, che si trova su un fiordo a 35 chilometri a Sud-Ovest di Oslo. Una volta illuminato, il sole artificiale poteva essere visto da diversi chilometri di distanza. La Kia EV9 ha viaggiato da Oslo a Rampton, ha alimentato il disco led per ventiquattro ore e poi è tornata a Oslo senza problemi in termini di autonomia.

Knorr

Si intitola Rigenera le tue Vibe il progetto di Knorr incentrato sul tema dell’agricoltura rigenerativa e sull’importanza di adottare scelte alimentari che contribuiscono a ridurre l’impatto sul pianeta. Protagonisti sono i The Kolors con le nonne Adelaide e Betty custodi della tradizione e delle good vibe per i nipoti. Si vuole portare l’agricoltura rigenerativa nella cultura Pop della gen Z italiana partendo dal concetto della “rigenerazione”. Per “rigenerare le vibe” a volte basta mangiare qualcosa di buono, come consiglia la nonna: anche un risotto Knorr in busta, soluzione facile e a portata di mano per rigenerarsi. Il film vede le nonne portare la band nelle risaie pavesi, dove due anni fa Knorr ha lanciato il suo progetto di agricoltura rigenerativa del riso, per scoprire i benefici che le sue pratiche possono, con il tempo, portare all’ambiente.

Diesel

Da concorrenti ad alleati, in nome della sostenibilità e della lotta allo spreco. Questo, in sintesi, il progetto Diesel♥ves lanciato da Diesel, che vede il brand unire le forze con altre marche del denim per co-creare delle capsule collection utilizzando la merce invenduta. L’invito alle marche concorrenti -la prima ad aderire è stata Lee- è di “condividere materiali, processi produttivi e risorse creative per promuovere il cambiamento”, offrendo un “approccio più propositivo al culto delle collaborazioni”. Un team creativo comune ha lavorato alla capsule in edizione limitata, realizzata esclusivamente con materiali già disponibili. I profitti delle collezioni Diese♥ves saranno interamente devoluti all’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, tramite la OTB Foundation, per portare avanti diversi progetti.

Ikea

È un progetto pilota, ma il retailer svedese Ikea ha deciso di portarlo comunque nei punti di vendita, dove è arrivato il 2 febbraio 2024. Si tratta della nuova collezione di tessili Växelbruk realizzati con gli abiti del personale dismessi tra gli anni 2020 e 2022 e raccolti in tutti i negozi in Europa per dare loro una seconda vita. Il progetto serve dunque a capire come trasformare in materie prime secondarie gli abiti dismessi e come gestire internamente tutte le fasi del processo. La nuova collezione comprende 16 prodotti, tra cui borse, copricuscini, tende e coperte e per garantire una certa vivacità̀ cromatica le fibre sono state mescolate con altri materiali come bottiglie in Pet e altri rifiuti tessili.

(*) Francesco Morace - Future Concept Lab

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