Succede appena diventi responsabile dell’ufficio promo. Entri in ufficio e trovi un pacchettino sulla scrivania. Il mittente non c’è e quella busta non è neanche passata dalla reception. Con un misto di curiosità e timore la palpeggi e il tatto ti informa che contiene un librettino. Strappi la carta guardingo ed eccolo che sguscia fuori: un libello consunto e vergato a mano. Hai appena ricevuto un oggetto antico, mitologico, la cui esistenza è paragonabile a quella del Sacro Graal: è l’antico Codice dei Volantini, tramandato nei decenni, passato di mano in mano non si sa come. Adesso è tuo. Le dita tremanti sfogliano le pagine su cui dovrai fare il Giuramento del Volantino e seguirne i dettami pena la scomunica dalla Setta delle Promozioni. Se l’offerta è sul formaggio scriverai “Freschissimi”, se si tratta di tonno “Dispensa”, vini e liquori vanno per forza in “Cantina” anche se abiti in un bilocale. I croccantini per il gatto sono tra gli “Amici speciali”; saponi e deodoranti vanno sotto “Cura della persona”, mentre sulle pagine “Benessere” puoi proporre yogurt di soia e gallette di riso. Giurerai di mettere un po’ ansia scrivendo “Imperdibili”, “Shock” o “Affrettati”, poi diventerai più scherzoso con l’antica “Girandola di sconti” o “Fai festa con noi” che va sempre bene. Due regole recenti, aggiunte a penna, ti costringono agli “Sconti da paura” sotto Halloween e al Black Friday. Driiiin! Lo squillo del telefono ti fa sobbalzare: è il category del tessile che ti chiede come si chiamerà il volantino dedicato alla biancheria. È una prova, lo capisci subito. “La Fiera del Bianco!” rispondi senza esitare. I due predecessori ci avevano provato a inventarsi un altro nome, ma la maledizione del Codice li ha colpiti: uno è finito alla Logistica e l’altro al No Food.