Il settore globale del retail ha dovuto fare i conti con ogni genere di disruption. Nell'ultimo decennio, infatti, ha assistito a cambiamenti strutturali epocali, come la trasformazione digitale, guerre commerciali tra blocchi geopolitici, la pandemia che ha spinto miliardi di persone verso un mondo più digitale e, più di recente, un livello di inflazione e relativa pressione economica sui consumatori che ha ovviamente influito e alterato le abitudini di acquisto. Gli imprevedibili fattori macroeconomici e le sfide tipiche del settore stanno imponendo ai brand un periodo di evoluzione e rinnovamento, mentre gli spazi dedicati al retail fisico e digitale si fondono in un'unica realtà, in quella che il filosofo Luciano Floridi chiama esperienza “onlife”.
Ciò è riscontrabile sia nella veste digitale che fisica del retail e in tutti i canali ad esso associati. C’è una stratificazione delle abitudini d’acquisto che si esplicita in un commercio ibrido, che di fatto impone ai brand di presidiare online e offline con strategie non lasciate al caso. I consumatori vogliono, a seconda delle loro esigenze del momento, acquistare online, nello store fisico, usare servizi di delivery oppure click & collect. Il tutto in maniera fluida e frictonless. Una ricerca di Manhattan Associates, azienda tech che opera nel settore della supply chain e nel commercio omnicanale, mette in luce come l'84% degli intervistati italiani ritenga che il servizio di consegna a domicilio sia il più importante al momento dell'acquisto online; seguito anche dal 46% che desidera una delivery il giorno dopo, e dal 34% che predilige il servizio click and collect. Questo risultato evidenzia quanto sia importante che i retailer offrano ai consumatori la possibilità di scegliere tra le opzioni di delivery e quanto sia necessaria la miglior gestione dello stock.
Focalizzandosi, invece, sul quello che è il digitale, si assiste ad una continua crescita dell'eCommerce, che è di fatto stato lo sprone verso un aumento delle soluzioni omnichannel, impattando sull’esperienza d’acquisto nello store fisico, in ottica di vetrina.
A tal proposito, sempre Manhattan Associates mette in luce 6 punti da tenere a mente per orientare le scelte in materia di eCommerce per il retail 2023.
- Visibilità in ogni momento
L'importanza della “visibilità” è destinata ad aumentare ed estendersi non solo ai prodotti destinati alla spedizione, ma anche alla merce in stock. Nel mercato odierno, variegato e volatile, gli spedizionieri dovranno essere pronti a rispondere alle criticità il prima possibile. Per questo, sapere esattamente dove si trovano i prodotti in stock in qualsiasi momento è fondamentale per il loro successo. Infatti, i consumatori si aspettano che i dipendenti dei punti vendita conoscano la disponibilità della merce in stock in modo da poter operare efficacemente. Di conseguenza, nel nuovo anno i retailer dovranno impegnarsi a colmare rapidamente questo gap di visibilità delle scorte, altrimenti rischieranno di perdere la customer loyalty.
- Automazione e robotica a supporto
La manodopera rappresenta un limite significativo per determinate attività. Sebbene i robot non potranno mai sostituire completamente gli esseri umani nei ruoli chiave della supply chain, sarà possibile assistere ad altri progressi nella collaborazione uomo-macchina, grazie allo sviluppo di automazione e robotica che integrano quei compiti semplici e ripetitivi della manodopera. Molte aziende, però, sono limitate da supply chain poco aggiornate e dalla difficoltà di reperire risorse da parte dei fornitori di automazione/robotica. La crescita del modello Robot-as-a-Service sarà probabilmente ancora più popolare nel 2023, quando le aziende si adegueranno a queste nuove strategie di automazione.
- Modernizzazione degli store, una priorità assoluta
Nel 2023, il punto vendita tradizionale e la sua nuova concezione sono protagonisti di una rinascita, in quanto lo store diventerà uno spazio multifunzionale – che andrà oltre l'esposizione e la vendita, includendo anche il microfulfillment, i resi e persino il customer care. Ad esempio, la modalità di fulfillment BOPIS (Buy Online Pickup In Store) è destinata a diventare una soluzione agevole per i consumatori, ma anche per i retailer. Gli store si occuperanno di un numero maggiore di resi online, poiché i retailer cercano sempre più di ottimizzare i costi lungo le proprie supply chain. Inoltre, con la crescita della percentuale complessiva dei resi, è possibile che aumentino le tariffe di spedizione associate ai resi degli articoli acquistati online, cercando disfruttare gli store fisici come punto di reso.
- La collaborazione è la chiave
Più la supply chain diventa flessibile e agile, più sarà necessaria l'integrazione in ecosistemi più ampi, che consentano alle aziende di sfruttare le capacità dei propri partner come parte di offerte più articolate e complete. Nel 2023 dovremmo aspettarci una maggiore concorrenza tra questi ecosistemi in termini di tecnologie, prodotti e strategie di go-to-market, anziché una competizione tra le singole aziende.
- Scenario dei pagamenti in continua evoluzione
Nel 2023 il trend dei pagamenti cashless, degli e-wallet e delle criptovalute continuerà la sua espansione. In questa fase di crescita sarà fondamentale che le aziende adottino queste nuove tecnologie nei loro sistemi in-store e online se vogliono stare al passo con consumatori, sempre più attenti alla tecnologia e al digitale. Con il costo della vita in aumento, i retailer dovrebbero cercare di offrire ai propri clienti opzioni di pagamento più flessibili. Per questo motivo ci si aspetta che il trend delle modalità BNPL (Buy Now, PayLater) proseguirà anche nel 2023.
- Il social commerce sempre più in voga
I brand stanno rapidamente espandendo il loro raggio d'azione esplorando le piattaforme social come canali di vendita in aggiunta ai canali tradizionali. Per questo, ci si aspetta che la crescita di diverse piattaforme di pagamento e di social shopping acceleri per stare al passo con i trend del nuovo anno.
Questi punti sono poi accomunati da un sentiment di fondo che li deve orientare e che deve essere incluso by design: la sostenibilità. I consumatori di oggi, soprattutto quelli Millennials e Generazione Z, acquistano i prodotti di un brand solo se esso è allineato con la loro visione. Infatti, anziché acquistare per puro sfizio, questi gruppi di consumatori più green preferiscono sostenere i brand che rispecchiano i loro valori. Per Manhattan Associates il 75% dei consumatori italiani ha dichiarato che le iniziative a favore dell'ambiente e della sostenibilità sono state un fattore importante o primario per capire da quale brand fare shopping.
Quindi, conoscere la provenienza dei prodotti e le informazioni sulla loro sostenibilità sarà importante così come vedere in atto reali iniziative di responsabilità sociale e ambientale dei brand, che non siano di green washing.
La sostenibilità, infine, diventerà un tema sempre più importante anche in relazione alla supply chain. I clienti richiedono già opzioni più ecologiche nel packaging, nei processi e nelle spedizioni. I retailer dovranno adottare misure efficaci per diventare più trasparenti sui loro prodotti end-to-end, comprese le reti della supply chain che legano il tutto.