Secondo le stime della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), la cosiddetta "banca delle banche centrali" con sede a Basilea, circa un quinto della popolazione mondiale potrebbe trovarsi a familiarizzare con valute digitali, emesse dalla propria Banca centrale, nel prossimo triennio. Un esperimento in tal senso all’interno dell’UE è, ad esempio, da ascrivere alla Lituania, paese molto all’avanguardia nel Fintech, tanto che lo scorso 23 luglio 2020 ha emesso la prima valuta digitale di Stato in Europa, chiamata LBcoin, imperniata sulla stessa tecnologia Blockchain alla base delle cripto valute. A onor del vero, tale esperimento lituano non rappresenta alcuna sorta di euro digitale o di una qualsivoglia valuta veramente commerciabile, ma è altresì prova di come nel futuro il ruolo delle criptovalute e soprattutto di tecnologie come la Blockchain.
In questo panorama, si colloca come molto interessante l’iniziativa di un marchio storico del caffè nostrano, Caffè Barbera, che in occasione del 150° anniversario dalla sua fondazione, ha deciso di inaugurare sul suo e-commerce anche la possibilità di pagamenti in Bitcoin, Ethereum e Ripple.
L’azienda, nata a Napoli nel 1870 da Domenico Barbera, nel corso della sua longeva attività, ha visto alternarsi sei generazioni e ben quattro diverse valute: dalla Lira del Regno d’Italia a quella della Repubblica, dall’Euro ai Bitcoin.
La scelta di fare propria anche l’ultima frontiera della cripovalute pare essere frutto di una decisione lucida, a ragion veduta. Infatti, l’azienda, a supporto di questa decisione, è ben consapevole che le capitalizzazioni totali di mercato di Bitcoin, Ethereum e Ripple vengono stimate complessivamente in circa 185 miliardi di euro. Un mercato cospicuo, figlio dell’innovazione e proiettato al futuro, che il brand Caffè Barbera dichiara essere in linea con la sua filosofia, che in precedenza li ha spinti ad essere fra i primi a esplorare nuove soluzioni e negli anni ‘80 a scommettere sulla globalizzazione, portando il nobile caffè della tradizione partenopea da Napoli in oltre 55 paesi nel mondo.
“Nell’anno in cui festeggiamo il nostro 150° anniversario” – conferma Elio Barbera, Business Development Manager Caffè Barbera – “diventiamo anche il primo e-commerce di caffè a ricevere pagamenti in criptovalute. Continuiamo a essere tra i più innovativi, è da sempre nel DNA della nostra impresa. Stiamo lavorando al progetto già da diversi mesi e se riusciremo a guadagnare anche un solo nuovo cliente, sarà una vittoria”.
Il pagamento in criptovalute abilitato ora nell’e-commerce di Caffè Barbera non è però l’unico esempio di utilizzo di tale valuta in ambiti (e relativamente a prodotti e servizi) più vicini alla quotidianità delle persone. Ad esempio, a Roma nella centralissima Via Barberini, si trova Coinbar, il primo bar d'Europa in cui è possibile pagare in criptovalute, oltre che con moneta tradizionale. CoinBar si propone come un bar ibrido market, dove poter bere e mangiare in comodità, ma anche come un punto di ritrovo per appassionati di criptovalute, per ricevere assistenza o solo fare una chiacchierata sulla Blockchain e tecnologie affini. I dipendenti del bar non sono soltanto semplici camerieri, dediti a fornire informazioni sulle proposte del menù, ma anche una specie di broker finanziari, pronti a illustrare ai clienti, anche ai meno esperti di criptovalute, il meccanismo di funzionamento.
Tutto ciò, è sintomo di un fenomeno che si è ben evoluto dai tempi di cui il misterioso Satoshi Nakamoto, il 3 gennaio 2009, generò il primo blocco di bitcoin come moneta virtuale crittografica peer-to-peer senza intermediari, governata da algoritmi, con lo scopo manifesto di porsi a dichiarazione di guerra al mondo bancario, e che oggi, a oltre 10 anni di distanza, è ancora sulla cresta dell’onda.