Come da tradizione, la seconda metà di agosto vede entrare nel vivo la campagna del pomodoro. Le stime di La Doria, che conta su quattro stabilimenti, circa mille collaboratori e 17 associazioni che rappresentano oltre 300 produttori agricoli tra Campania, Puglia e Basilicata, Lazio e Molise, sono per valori molti simili a quelli del 2021, vale a dire 291mila tonnellate di pomodoro trasformato. Il che costituirebbe per la società controllata dal fondo Investindustrial e partecipata da alcuni membri della famiglia Ferraioli un risultato tutt’altro che banale alla luce del contesto economico
Due tipologie
Il gruppo di Angri (Salerno) trasforma due tipologie di pomodoro fresco, il lungo e il tondo, entrambi raccolti attraverso sistemi totalmente meccanizzati e lavorati negli impianti dai circa mille lavoratori stagionali. Il processo di trasformazione della materia prima avviene entro le dodici ore successive al conferimento presso i siti di lavorazione, così da conservare inalterate le caratteristiche organolettiche della materia prima.
Contesto complicato
“Siamo consapevoli che il 2022 sarà un’annata totalmente diversa da quella record del 2021 che fece segnare 6,1 milioni di tonnellate di prodotto trasformato in Italia”, ha dichiarato il ceo del gruppo Antonio Ferraioli che ha proseguito –. “Il 2022 è caratterizzata da un drammatico aumento dei costi in tutte le fasi della filiera ma anche da una minor disponibilità di prodotto. Infatti, per quanto riguarda i numeri generali, il 2022 si dovrebbe attestare intorno ai 5,2-5,4 milioni di tonnellate di pomodoro trasformato, dato che se preso singolarmente potrebbe rappresentare un’annata normale, ma se analizzato confrontandolo con il 2021 fa emergere certamente un minor numero di ettari trapiantati, ma anche delle rese per ettaro attese inferiori alla media causate dalla siccità e dalle forti temperature.”
La carta della qualità
La Doria, con il suo approccio ultradecennale alle creazione di una filiera certificata, tracciabile e sostenibile, ha costruito rapporti con il mondo degli imprenditori agricoli, divenuti veri e propri partner. “Uno degli aspetti su cui ci siamo maggiormente concentrati e su cui abbiamo investito molto è stato quello di costruire delle vere e proprie partnership con la base agricola che ogni ci garantisce prodotti 100% italiani di grande qualità, innovative agrotecniche basate su progetti di agricoltura di precisione, ma anche la condivisione di modelli valoriali alla base delle produzioni”, ha aggiunto Ferraioli -. “Il rapporto con i più importanti brand nazionali e internazionali della grande distribuzione (il private label, ndr) richiedono da ormai molti anni l’applicazione delle migliori best practice presenti sul mercato per ogni aspetto della vita del prodotto dal campo allo scaffale. La qualità della produzione del gruppo La Doria viene quindi verificata da continui controlli interni, le costanti audit che avvengono direttamente in campo o negli stabilimenti produttivi”.