I musei e gli archivi di impresa sono testimoni d’eccezione di un patrimonio industriale e culturale, che conservano, valorizzano e mettono a disposizione della collettività. Esaltano percorsi di imprenditorialità particolarmente ricchi e articolati, contraddistinti sovente da un connubio straordinario tra artigianalità e tecnologia. Si configurano inoltre come uno strumento di comunicazione e di connessione tra le organizzazioni e i loro molteplici stakeholder. Rappresentano una 'storia di lavoro, di cultura, di impresa, di tradizioni, una storia da toccare con mano, da leggere, da ascoltare, da vivere' (Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”). Riconoscono inoltre nel territorio un interlocutore di primaria importanza per la creazione di valore condiviso, risultante da un’azione armonica diretta a valorizzarne l’origine, l’identità, la memoria, la cultura.
Sono infatti promotori non soltanto della cultura aziendale, ma anche di quella territoriale e contribuiscono alla loro fusione identitaria. Essendo quindi espressione della cultura d’impresa e di un territorio, possono assumere un ruolo trainante nelle politiche di sviluppo e di attrazione degli investimenti.
L’attuale contesto di economia della conoscenza, in cui gli aspetti simbolici e le risorse intangibili assumono grande valore, favorisce la creazione di spazi espositivi mirati a celebrare il valore dell’organizzazione, espresso in relazione agli impatti produttivi e a fenomeni culturali e sociali.
I musei e gli archivi d’impresa aderenti all’Associazione italiana archivi e musei d’impresa (Museimpresa) sono oltre un centinaio. Si propongono di diffondere il loro patrimonio di esperienze storico conoscitive e di raccontare storie inedite attraverso oggetti e documenti custoditi in luoghi significativi. Si tratta di realtà fortemente aperte alle relazioni, impegnate nell’organizzazione e promozione di molteplici iniziative, eventi, laboratori didattici, arricchenti l’offerta di animazione culturale dei territori di appartenenza e della rete.
L’intenso processo di digitalizzazione dei musei e degli archivi d’impresa moltiplica le opportunità di condivisione e di conoscenza delle diverse eredità aziendali, che così non solo conservano un ricco patrimonio documentale facilmente consultabile, ma soprattutto le loro storie spesso uniche arricchiscono l’originalità identitaria del nostro Paese.
Gran parte dei patrimoni archivistici aziendali, considerati memoria viva dalla quale attingere, sono stati digitalizzati e restituiti sotto forma di installazioni interattive che dialogano con le numerose opere esposte in originale.
Le innovazioni tecnologiche introdotte hanno rafforzato il narrative power delle realtà museali, hanno generato un decisivo salto di qualità nella loro comunicazione e nelle modalità di visita, favorendo un miglioramento dell’esperienza e della sua personalizzazione.
Le realtà museali esaminate mirano a offrire esperienze di visita multisensoriali ed emotive, stimolanti, divertenti, in grado di far immergere il visitatore in idee e storie che lo appassionino e lo proiettino oltre la lettura e l’osservazione degli oggetti esposti.
A tale riguardo negli spazi museali e archivistici si riscontra un impiego crescente di tecnologia digitale, dalle app agli ologrammi (si pensi nel Museo Piaggio all’ologramma di Corradino d’Ascanio, progettista della Vesta, interpretato dall’attore Roberto Ciufoli, che racconta la nascita della Vespa). Si promuovono inoltre mostre visitabili tramite sistemi di proiezione di video musicali, tavoli touchscreen, docce sonore di dischi, sale con proiezioni immersive.
In misura crescente si organizzano esposizioni virtuali tramite il sito web e si condividono contenuti tramite piattaforme social quali Youtube, Facebook, Twitter, Instagram, Tik Tok.
Attraverso i siti web l’utente può vivere un’esperienza rappresentata dalla partecipazione a tour virtuali. Essi possono riguardare una mostra, si pensi per esempio alla mostra 'Vespizzatevi' proposta dal Museo Piaggio nel 2021, oppure possono riguardare uno o più video dedicati alle tappe più salienti della storia dell’impresa, come nel caso di Fila, il cui virtual tour ne illustra la nascita, l’avvicinamento al mondo dello sport, le innovazioni introdotte nell’abbigliamento sportivo, la realizzazione di collaborazioni con partner globali e infine l’approdo nel mondo della moda.
Il museo online Birra Peroni è costituito da 30 info point, che rimandano a loro volta ad altri contenuti, quali foto, documenti, video, animazioni o piccoli documentari, come avviene ad esempio per il racconto della storia di Nastro Azzurro, o la ricostruzione dell’evoluzione della bottiglia Peroni: una voce narrante invita i visitatori in sale virtuali, ove potere navigare in modo autonomo per approfondire gli argomenti di interesse. È così possibile una personalizzazione dell’esperienza di visita online, sulla base dei contenuti ricercati e dell’ottimizzazione del proprio tempo disponibile.
Nei siti web si rilevano anche sezioni dedicate alle attività di gaming, come escape room che rendono il tour tra museo e archivio un’esperienza inconsueta, originale e accattivante.
La Fondazione Fila Museum ha proposto due contest particolarmente creativi: il progetto Achieve the Archive, pensato per ampliare l’archivio con omaggi per chi consegna un capo Fila storico; 'Tutti Insieme', lanciato in occasione dei 110 anni di Fila, inerente progetti che sviluppano il principio della sostenibilità.
L’approccio digitale alla cultura ha favorito lo sviluppo di sistemi di prenotazione online per la visita del museo, l’impiego di piattaforme in grado di accrescere l’interazione del pubblico con il museo, l’intensificazione della comunicazione museale online, la raccolta di feedback e il monitoraggio delle recensioni pubblicate sui social network, l’allestimento di sale fisiche tematiche proponenti esperienze mirate a coinvolgere attivamente l’audience, stimolandone la creatività, l’interesse, il desiderio di interazione, prevedendo supporti per persone con difficoltà acustico-visive.
Si è progressivamente delineato un cambiamento nei paradigmi di fruizione culturale: alla tradizionale visione del visitatore che contempla l’opera è subentrata la necessità più moderna di far parte del museo. La cultura contemporanea sta sempre più abbracciando una mentalità di natura partecipativa che si propone di valutare e condividere commenti e riflessioni nello stesso momento in cui si vive un’esperienza.
I curatori museali intervistati sottolineano l’importanza di formulare proposte di visita esperienziali in cui i mondi analogico e digitale siano tra loro integrati al fine di creare curiosità e attrarre un pubblico sempre più ampio e vario.
* Ricercatore in Economia e gestione delle imprese, Università degli Studi di Verona