di Enrico Pozzoli e Paola Bertona - Accenture
L’evoluzione dei nuovi canali digitali ha creato sia opportunità che sofisticazioni aggiuntive: i consumatori sono sempre più sensibili ai prezzi e possono confrontarli praticamente in tempo reale su differenti piattaforme digitali, sia rispetto ai retailer concorrenti, sia direttamente dalle aziende del largo consumo che hanno sviluppato nuovi canali diretti verso il consumatore finale.
Rispondere efficacemente
Gli operatori del retailing moderno si trovano oggi a dover gestire situazioni (dati, informazioni, relazioni e interazioni) caratterizzate da una spiccata complessità ma distanti dal core business. In questi ambiti gli investimenti strutturali e di competenze diretti sono rischiosi per diversi motivi tanto da richiedere una approccio diverso.
Per i retailer più innovativi, la crescita del fatturato, che deriva dallo sviluppo del marketing digitale e del pricing, è spesso correlata all’introduzione di logiche di business service evoluti. L’obiettivo dei business service è quello di creare valore aggiunto e rappresentano un’opzione di business finalizzata allo sviluppo di competenze strategiche e decisionali interne all’azienda, ma supportata dall’esterno con servizi specialistici difficili da implementare internamente. In questo modo si supera il modello di outsourcing tradizionale, propendendo verso un modello di cosourcing retailer/partner di servizio dove le capacità distintive di ognuna delle parti vengono messe a fattor comune.
Le nuove opportunità di business e l’ottimizzazione delle operation aziendali, infatti, richiedono molte volte un salto di competenze sia di processo che tecnologiche, con la necessità di accedere a figure altamente specializzate e con una forte conoscenza di industry e di adottare tool analitici avanzati di supporto per guadagnare un vantaggio competitivo. Ma quando usare i business service? Nell'ifografica seguente una mappatura di massima.
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