La certificazione del packaging in ottica di sostenibilità

Le certificazioni attestanti che un packaging sia sostenibile sono strumenti fondamentali che aiutano le aziende del comparto ad allinearsi alle richieste ambientali che provengono dall’Unione Europea. Esistono requisiti essenziali della sostenibilità ambientale da tenere presenti quando si parla di imballaggi e questi sono tenuti in grande considerazione dall’UE, che impone agli stati membri di verificare costantemente le confezioni immesse nel mercato.

Ma quali sono le certificazioni più importanti nel mondo del packaging?

Il Life Cycle Assessment (LCA) è uno strumento che viene in aiuto quando si vuole analizzare il ciclo di vita dei prodotti, consentendo alle imprese di verificare la loro impronta sul pianeta. Di fatto, questa certificazione aiuta a quantificare e valutare gli impatti ambientali di un prodotto specifico, da quando ha lasciato lo stabilimento fino al momento in cui è stato scartato.
Dopo aver acquisito le informazioni sulla conformità ambientale dei prodotti, è necessario trasferirle in modo appropriato. EPD è un documento che permettere di comunicare le informazioni sulle performance ambientali del prodotto, che per ottenere la certificazione deve rispettare le linee guida imposte dal General Programme Instructions for EPD.
Per fornire informazioni riguardo al rispetto di specifici requisiti di provenienza e rintracciabilità dei prodotti di packaging, esistono sistemi di certificazione come PEFC e FSC. Queste certificazioni sono dedicate alla marcatura di prodotti a base di cellulosa e ripongono particolare attenzione agli imballaggi realizzati con legni provenienti da foreste gestite in modo sostenibile.

Da diverso tempo il mondo del packaging ha recepito l’importanza di perseguire la via della sostenibilità

I produttori di packaging stanno offrendo il proprio contributo in questa delicata fase di transizione ecologica, studiando soluzioni rispettose dell’ambiente. Sono stati condotti infatti molteplici esperimenti nell’ambito dello smart packaging o di packaging innovativi focalizzati su un maggiore impiego di materiali in cellulosa al posto di quelli plastici. Qualche esempio? Contenitori monouso biodegradabili per pasti da asporto che dopo l’uso diventano ciotole adatte per coltivare piante, confezioni di shampoo (bio) che integrano semi di piante nello spessore del flacone che una volta terminato si può interrare, annaffiare e vedere fiorire…

Il packaging rappresenta sempre più un terreno di innovazione in ottica circolare

Per le imprese, progettare un packaging sostenibile significa rivedere le filiere di approvvigionamento con l’obiettivo di ridurre l’impatto sociale e ambientale, ma soprattutto adottare criteri di eco-design responsabile e circolare in fase di ideazione e progettazione. Si stima infatti che l’80% dell’impronta ecologica dell’imballaggio si definisca proprio in questo step. Tra le principali innovazioni nello sviluppo di eco imballaggi spicca l’utilizzo di materie prime provenienti da fonti rinnovabili e biodegradabili. Tra queste, la carta e il cartone occupano un ruolo centrale, ma non solo: dalle materie prime bio-based di origine vegetale, come le bioplastiche, fino ai nanomateriali, l’obiettivo è garantire la realizzazione di un prodotto “circolare”, riciclabile o compostabile, valido come efficiente alternativa alla plastica tradizionale e in grado di favorire lo sviluppo di una bioeconomia fondata sull’approvvigionamento di materie prime innovative, sostenibili ma soprattutto rinnovabili.

Sul mercato italiano si sono visti già diversi esempi di “sustainable food packaging”

Non mancano esempi di packaging alimentare innovativo, riciclabili e/o compostabili e realizzati sfruttando materiali rinnovabili, come La linea Veggy Good di San Carlo. Grazie ad un investimento di 5 milioni di euro, l’azienda ha ampliato le linee produttive per lanciare una nuova linea di snack posizionata nel filone, nello specifico free form e vegan-friendly. L’innovativo packaging sostenibile è realizzato in carta riciclabile certificata FSC in quanto proveniente da foreste gestite responsabilmente, e la sua produzione dello snack avviene presso uno stabilimento che utilizza energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.

Mantengono la freschezza e il gusto unico dei salumi di alta qualità gli speciali vassoi Formapaper in carta riciclabile, certificata FSC, proveniente da foreste in cui vengono rispettati i più rigidi standard ambientali, ecologici e sociali. L’innovativa confezione è prodotta utilizzando il 50% di plastica in meno rispetto alle vaschette tradizionali e può essere recuperata nella raccolta differenziata della carta.

Melinda Bio ha invece scelto di utilizzare un packaging certificato 100% compostabile sviluppato in collaborazione con Novamont e certificato come OK Compost Industrial secondo lo standard UNI EN 13432. Si tratta di un film in bioplastica che insieme a vassoio, bollini ed etichette rende totalmente compostabile l’imballo che – smaltito nel rifiuto organico – potrà essere trasformato in compost, quindi in un fertilizzante naturale per il suolo agricolo, dopo il trattamento in appositi impianti industriali.

Puntando a produrre 42 milioni di confezioni di plastica in meno, Pasta Agnesi ha lanciato un nuovo pakaging 100% compostabile. Si chiama ClearCompost ed è realizzato con materie prime rinnovabili – tra cui il Mater-Bi -provenienti da fonti vegetali come mais e cellulosa, in grado di proteggere il prodotto, mantenere la shelf-life e garantire una perfetta conservazione degli alimenti, rispettandone il delicato equilibrio tra gusto e consistenza.

Anche Fileni, l’azienda marchigiana attiva nella produzione di carni biologiche in Italia, ha adottato un nuovo packaging compostabile in ogni sua parte: vassoio, film, etichetta e pad assorbente. Il vassoio è realizzato anche in questo caso in Mater-Bi. Il passaggio alla nuova confezione evita l’immissione sul mercato di 1,5 milioni di vassoi in plastica tradizionale.

Osservatorio Out-of-the-box

Sul finire del 2021 Nomisma ha presentato in live streaming il 3° Osservatorio Out-of-the-box, che ha sondato il mondo del packaging dopo il Covid-19. Ne è emerso un packaging che si evolve nuovamente e diventa sempre più data driven e veicolo narrativo per il consumatore. Packaging as a software and as a media. La tracciabilità è lo strumento in grado di supportare la verifica delle certificazioni dei prodotti di qualità per “scardinare”, tra gli altri, gli scandali alimentari. Alla base di questo nobile obiettivo c’è la digital transformation, l’abilitatore di un cambio di paradigma, capace di fornire con tempestività alla filiera e ai consumatori l’insieme di informazioni necessarie a comprendere la provenienza e avere garanzie su sicurezza e qualità del prodotto.
Se le imprese decidono di non intraprendere questo percorso si lascia spazio alla contraffazione. La soluzione? Risiede nell’educazione del consumatore alla scoperta, grazie ad un pack che è sempre più uno strumento di comunicazione.

Il convegno di Mark Up

Sul tema Next Normal, Next Packaging Mark Up organizza un convegno di lavoro dedicato al mondo retail a Milano, il 6 aprile. Il focus si concentrerà in particolare sull'influenza che la bioeconomia avrà in termini di sostenibilità grazie alle scelte congiunte di insegne e consumatori. Una mattinata professionale per fare chiarezza sull'utilizzo delle bioplastiche nell'ambito del food e sulle nuove soluzioni disponibili per quanto attiene lo smaltimento specifico.

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