La birra vale 10 miliardi ma il 2023 è stato un anno difficile

Immagine generata dall'Ai di Copilot
Calano produzione, consumo, import ed export, comunicano da Assobirra: rinnovata la richiesta di diminuire le accise. Investimenti centrali per il rilancio

Un 2023 di ombre e luci”. Così lo ha definito il presidente di Assobirra riguardo l'andamento del comparto brassicolo nel nostro Paese. Un comparto, quello della birra, ancora solido, che investe in innovazione, ma che cerca  sempre più un sostegno a livello istituzionale per le accise che incidono quasi del 40% sul prezzo finale al consumo nella gdo e ancora di più nel settore horeca.

Birra, consumi in calo ma il rallentamento dell'inflazione fa ben sperare

A fotografare il segmento è l’Annual Report 2023 di Assobirra, presentato a RomaLe ombre evidenziate nel rapporto sono attinenti al comparto nella sua interessa con la flessione nella produzione (-5,02%), nei consumi (-5,85%), nell’export (-5,36%) e

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

nell’import (-7,5%) di birra. “Quello della birra è un settore del made in Italy che si è sviluppato soprattutto negli ultimi venti anni e che oggi affianca sempre più, e completa, l’offerta delle bevande che già realizziamo nel nostro Paese, inserito nella legge quadro sul made in Italy” ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non pronunciandosi sul tema delle acciseL’inflazione ha pesato su ogni impresa lo scorso anno, ma credo che nel 2024 probabilmente arriveremo a meno dell’1%, ben al di sotto della media europea, con la speranza che l’Europa prosegua nel taglio dei tassi per accompagnare la crescita, affinché le problematiche relative si attenuino ulteriormente”, ha proseguito il ministro. Anche il settore brassicolo ha continuato- può rafforzarsi e innovarsi ulteriormente beneficiando del piano transizione 5.0 che coniuga per la prima volta in Europa transizione digitale, energetica e ambientale, con oltre 13 miliardi di crediti fiscali utilizzabili dalle imprese nel biennio 2023-24. Sarà importante poi sviluppare le competenze idonee: a tal fine, il provvedimento prevede che il 10% delle risorse possono essere utilizzate per la formazione del personale”.

Birra, un comparto da oltre 10 miliardi
Alfredo Pratolongo, presidente Assobirra

Alfredo Pratolongo, presidente Assobirra, al di là del risultato 2023, ha illustrato anche la solidità del comparto che vale 10,2 miliardi di euro nell’intera filiera (equivalente allo 0,54% del Pil). A fronte di un anno difficile c’è da dire che continua il percorso identitario culturale della birra, che in Italia, unico Paese al mondo, è una bevanda da pasto che non viene ordinata per quantità, ma per tipologia, quindi per qualità. È inoltre una bevanda accessibile che lascia spazio a tutti, sia per prezzo che per cultura, un mercato che ha regalato all’Italia qualcosa in più senza togliere nulla al resto.

Tutti i numeri della birra italiana

In Italia ci sono mille birrifici con oltre 100mila operatori attivi e il 65% del valore è a valle della filiera. Tutte le imprese versano all’erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria e che generano un impatto proprio sul prezzo, a valle della filiera, dove persiste il maggior valore. A monte, invece, nel settore agricolo la maggiore sofferenza riguarda le conseguenze del cambiamento climatico, con costi maggiorati di produzione, soprattutto per la reperibilità di alcune materie prime. A questo si somma l’aumentato del costo dell’energia per la trasformazione e lo stoccaggio. Per tutte queste problematiche di filiera Assobirra richiede una politica fiscale più equa, che possa consentire agli attori del settore di fare innovazione, proseguire i piani di sostenibilità e l’utilizzo di tecnologie avanzate, essenziali per la crescita organica e di lungo periodo del comparto birrario. Secondo i dati di Assobirra, nel 2023 la produzione di birra in Italia ha raggiunto 17,4 milioni di ettolitri e, seppur in calo ha superato i livelli pre-pandemici del 2019 (17,3 milioni di ettolitri) quasi eguagliando il 2021 (17,8 milioni di ettolitri). Anche i consumi, seppur in diminuzione, mantengono una quota che supera il massimo storico di consumo registrato fino all'anno scorso (21,2 milioni di ettolitri nel 2019) e che supera quella del 2021, delineando una crescita di oltre 20 punti percentuali (20,9%) rispetto a dieci anni fa (17,5 milioni di ettolitri nel 2013). Lo scorso anno l’Italia ha importato 600mila ettolitri di birra, con la Germania quale principale mercato di origine, seguita da Belgio, Paesi Bassi e Polonia. Anche l’export ha mostrato un aggregato inferiore a quello del 2022 (3,6 milioni hl). La distribuzione dell'export, invece, vede una decrescita della quota verso il Regno Unito (44,1% contro il 48,2% del 2022, pari a -250mila ettolitri nel 2022), ma un aumento delle esportazioni verso Albania e soprattutto Francia, con un dato in crescita del 57%.

Riemerge in consumo di birra fuori casa

Tra i canali distributivi e di consumo riemerge il fuori casa, che nel 2023 registra un +1,8% rispetto all’anno precedente bilanciando in parte l’ampia flessione di consumo domestico del canale gdo, che ha dovuto fare i conti con una forte elasticità della domanda e della riduzione del potere d’acquisto. Investire sul proprio business, è l’obiettivo futuro di Assobirra Essere parte del menù degli italiani è un fattore strutturale e autorizza dunque a un cauto ottimismo per il futuro ma è altresì indispensabile non perdere il focus sugli impegni che ci attendono nei mesi a venire, la necessità di procedure più semplici e snelle di accesso ai fondi nazionali e comunitari, l’aggiornamento di alcuni articoli della legge della birra e, auspichiamo, un alleggerimento della pressione fiscale specifica”, ha dichiarato il presidente di Assobirra, Pratolongo.

Imprese della filiera brassicola pronte a investimenti per stare al passo con i tempi

Da parte loro le imprese sono pronte a investire facendo leva su alcuni macro-trend del mercato italiano: localismo, salubrità e leggerezza, che consentono di far apprezzare ai consumatori la grande varietà e qualità dell’offerta brassicola in Italia. Negli ultimi anni le aziende hanno pianificato investimenti in tecnologie avanzate, valorizzando i territori e il patrimonio culturale italiano, portando la birra ad essere un'icona della convivialità. Su questo punto è intervenuto Federico Sannella, vicepresidente di Assobirra con delega a transizione ecologica e sostenibilità: “Il processo di transizione ecologica attiene anche al settore agricolo che da tempo si impegna nell’ambito della ricerca nel campo delle materie prime e di un più sostenibile uso del territorio, poi, lungo la filiera, si interviene sui costi dell’energia attenti al cammino verso la neutralità carbonica, che tuttavia necessita di un cambio di strategia, un’azione sistemica del comparto industriale nella sua interezza, perché queste trasformazioni impongono forti investimenti.

Mondo della birra al confronto con il trend del low e no alcol

Tra i nuovi trend emerge quello per le birre low e no alcol che rappresentano attualmente l’1,86% del mercato evitando ai produttori la problematica delle accise, oltre che incidere sul consumo responsabile a livello sociale, ma che tuttavia comportano costi importanti per i macchinari di de-alcolizzazione. Infine, ulteriori investimenti sono orientati ai temi europei di De&i (diversity, equity and inclusion), in particolare per l’accesso delle donne al mondo della produzione a tutti i livelli, ai settori digitali, alle tecnologie avanzate, all’intelligenza artificiale. “Di tutti gli investimenti possibili, quello sul capitale umano è il più urgente e promettenteha concluso Sannella.

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