“Tanti mieli, tanti territori da scoprire e incontrare”. È questo il motto de' Le Città del Miele, realtà attiva dal 2001 nel promuovere appunto “i tanti e diversi mieli italiani, evidenziando i valori di biodiversità che ogni nostro territorio regionale ospita”. Una varietà per cui, spiegano, “il nostro Paese detiene il record mondiale con oltre 60 diverse tipologie di miele”.
Nel mondo vengono prodotte oggi attorno a 1,8 milioni di tonnellate di miele (dati aggiornati a luglio 2024). Con risultati in crescita per il terzo anno consecutivo (+5,6% rispetto al 2021) e performance positive da parte dell'Europa che contribuisce per quasi un quinto alla produzione mondiale (23%), un quarto invece la Cina.
Come sta il settore
In Italia, la produzione nazionale di miele è stimata attorno alle 22mila tonnellate (dati 2023, in leggera flessione rispetto al 2022). Mentre il dato degli apicoltori è in crescita: nel 2023 ne risultano oltre 75mila (dati BDN Apicoltura), il 45% in più rispetto al 2018. Per un totale di oltre 1,53 milioni (-2% rispetto al 2022 e +20% rispetto al 2018), di cui l'82% con una produzione destinata alla commercializzazione.
Quanto all'andamento del mercato, il 2023 si è chiuso con un sostanziale rallentamento della domanda, giacenze di miele e prezzi in ribasso. Un trend che si è confermato anche nei primi mesi del 2024. Il comparto nazionale risulta minacciato non solamente dalle difficoltà produttive interne, tra cui anche condizioni climatiche avverse (come il freddo di aprile 2024) e inquinamento ambientale, ma anche dal punto di vista commerciale con flussi consistenti di prodotto importato a prezzi eccessivamente bassi, in un contesto di consumi stagnanti e di prodotto nazionale ancora in stoccaggio (dati Ismea). Mentre la nuova Direttiva Breakfast dell'Unione Europea sembra aver favorito la tracciabilità del prodotto (con l'obbligo di indicare il Paese di origine) e fatto quindi chiarezza in etichetta tra “miele italiano” e invece altri mieli (“miscela di mieli originari della UE”, “miscela di mieli non originari della UE”, “miscela di mieli originari e non originari della UE”).
Quanto ai consumi, l'Italia si attesta attorno al mezzo chilo a testa all'anno, inferiore alla media europea (sui 600 grammi). Un Paese, il nostro, caratterizzato dalle produzioni locali di piccoli apicoltori e, dicevamo, dalla varietà dei mieli. Non solo millefiori o acacia. Ma dal miele agli agrumi a quello all'eucalipto, dal Miele delle Dolomiti Bellunesi a quello della Lunigiana, passando per i mieli aromatizzati o quelli speciali in barrique.
Il miele protagonista dell'api-turismo
Per presentare l'intera offerta nazionale, ecco allora che Le Città del Miele organizzano ormai da alcuni anni degli eventi di “api-turismo”, ossia delle sagre e delle fiere che hanno per protagonista il miele, con mieli locali e non solo. Nel 2024 numerosi sono stati gli appuntamenti sparsi da Nord a Sud in tutta Italia, isole comprese: da Zafferana Etnea (Catania) a Châtillon (Valle d'Aosta), da Guspini (Sud Sardegna) a Sacile (Friuli Venezia Giulia), da Lapio (Avellino) a Limana (Belluno), da Monti (Sassari) a Ferrere (Asti), da Sortino (Siracusa) a Ponte Lambro (Como), passando per Bruzolo (Torino), Marentino (Torino), Lazise (Verona), Montalcino (Siena), Tornareccio (Chieti), Poggio Torriana (Rimini) e Belforte all'Isauro (Pesaro Urbino), Foligno (Perugia) e Melendugno (Lecce), già nota nell'antichità, e si dice sin nel nome, come “il paese del miele”. Tra tutti gli eventi in calendario quello più caratterizzante è stato però forse l'incontro marchigiano di Montelupone, in provincia di Macerata.
Organizzato nel weekend dell'Immacolata (6-8 dicembre), alla sua seconda edizione, si tratta del “primo e unico mercatino di Natale esclusivamente dedicato al miele e all'apicoltura”.
Mielemente a Montelupone (Macerata)
Il “villaggio” riscaldato di Apimarche al centro della piazza comunale ha accolto i visitatori, di un evento caratterizzato da una frequentazione certamente molto locale, come i prodotti. Ad esporre sono stati principalmente gli apicoltori della zona con miele, polline, cera d'api, candele e prodotti cosmetici al miele. Ma erano presenti anche realtà più strutturate come l'Associazione Produttori Agripiemonte miele – 1.300 soci e 60mila alveari - che hanno fatto divulgazione di mieli piemontesi e nazionali, mediante gustosi assaggi di mieli dal castagno all'ailanto, melata di bosco, ciliegio, rododendro, tarassaco, oltre a tiglio, acacia e millefiori. Ma anche miele di asfodelo (sardo), di cardo (sardo), di erica (principalmente Liguria), di eucalipto (centro-sud) e di sulla (sud-isole), nonché mieli di girasole e di coriandolo, di acacia e di castagno, promossi da “Marche di Miele” (che riunisce i Consorzi provinciali delle Marche) e quindi molto presenti negli stand degli espositori locali.
Tra i produttori della zona, erano presenti realtà piccolissime, ditte individuali portate avanti con un piccolo spaccio al pubblico in casa propria, come la promettente attività di Francesco Francioni con “La Svolta” a Recanati (MC): ottimo miele di acacia, girasole, millefiori, coriandolo oppure castagno, proposto insieme a polline e delizioso miele in favo (da non perdere!). Così pure la “Società Agricola AgriBau” di Tolentino (MC), che insieme ai suoi mieli (acacia e millefiori) e alla propoli e al polline, proponeva anche creme corpo e mani all'olio di alloro oppure con propoli e iperico. E poi ancora l'azienda agricola biologica “Kikenda” che propone una “luna di miele” di “apiterapia” presso la sua sede a Treia (MC), tra massaggi viso-corpo e “beehumming” (ascolto terapeutico del ronzio delle api). A San Severino (MC), “Agriapicoltura” di Emanuele Agrifoglio, che lavora in collaborazione con altre due realtà del territorio illustrando anche olio e vino, e poi “Le api di Serena e Sofia” con miele, polline e candele. Oppure i prodotti di cosmetica apiaria delle “Agrilunatiche” o la “Cooperativa Apicoltori Montani” di Matelica (MC): non solo sulla, timo, stachis (erba invidia) o phacelia, ma anche due particolarità come un vino al miele e una grappa al miele, prodotti con il Verdicchio di Matelica della Cantina Belisario. Sempre da Matelica, “Luvega”, l'azienda agricola di Daniele Orsi, tra panettone al Verdicchio e miele di Frasassi, anche la degustazione molto particolare di miele alla zafferano e di miele al tartufo.
Sempre dalle Marche, ma dall'ascolano, “Apicoltura il Riccio” con laboratori e una fattoria didattica a Castel di Lama, oltre all'offerta di bomboniere con vasetti di miele, la proposta di adottare un alveare, cantina e cucina, ma anche recupero e vendita sciami come pure la selezione e vendita di api regine. Nell'anconetano invece, “Apicoltura del Conero” con i suoi millefiori “stagionali”, dal primaverile all'estivo, perché ogni stagione racchiude un sapore. Un areale dal Parco del Conero alla Selva di Gallignano, “apicoltura nomade” nel mese di giugno e poi, a corpo raggio, in provincia per il miele di girasole e, a lungo raggio, fino all'aretino, per il miele di castagno.
Infine fuori regione da Pergine Valsaguna (TN) invece, il miele trentino di “Mezzo” di Francesco Mezzo: dal lampone al tarassaco, passando per la melata di abete (presidio Slow Food), rododendro, millefiori Vezzena (prodotto sull'omonimo altopiano a 1400 metri di quota), oltre ad acacia e castagno.