Medici veterinari e imprese del settore pet chiedono in una lettera aperta uno scaglione unico che preveda Iva al 10% per petfood e veterinario. La lettera aperta a Governo e Parlamento è stata recapitata il 17 luglio, firmatari i medici veterinari e le principali imprese del settore dell'alimentazione degli animali da compagnia e dei farmaci veterinari.
Iva al 10% per petfood e veterinario, lettera aperta
Nel nostro Paese l'aliquota sul petfood e sulle prestazioni veterinarie è alta, il 22%, perché sono considerati beni di lusso. Non è così in altri paesi europei, come la Germania, dove la percentuale è del 7%. In Italia però il 40% dell famiglie vive con un cane o un gatto e il settore cura e supporta 60 milioni di animali da compagnia: soprattutto durante il lockdown, si è trattato di un costo pesante per le famiglie, al punto che, nonostante pressione fiscale e impoverimento, nella fase di emergenza è stato comunque assicurato il servizio e la continuità della filiera. La richiesta del comparto è di collocare prestazioni veterinarie e alimenti per cani e gatti nella fascia dell'Iva agevolata al 10%. Va precisato che er i medicinali veterinari l'Iva è già al 10%, mentre le prestazioni veterinarie sono al 22%.
Il commento di Assalco
Assalco, Associazione Nazionale Imprese per l'Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, è tra i firmatari della lettera aperta insieme ad Amvi, l'associazione dei medici veterinari, e le altre associazioni di categoria come Fnovi, Simevep, Enpav, Federchimica Aisa, Ascofarve e Assalzoo. La posizione di Assalco è questa: se il 40% della popolazione ha scelto di vivere con una animale da compagnia, e visto il ruolo rilevante a livello sociale di questi animali, il settore che si occupa di alimentarlo e curarlo può considerarsi bene di prima necessità (non un lusso "non essenziale"). Inoltre, "l’Imposta sul Valore Aggiunto (Iva) -si legge nella dichiarazione di Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco- rappresenta il principale ostacolo economico-fiscale e il più rilevante dissuasore sociale al conseguimento dei nuovi obiettivi strategici - nazionali, europei e globali - per la salute animale e la sanità pubblica". Aliquote troppo elevate e disomogenee rendono più complicato attuare sinergie all'interno del comparto, da qui la richiesta di riallineamento dell'' Iva al 10% per petfood e veterinario come misura strutturale e permanente, non temporanea.
L'emergenza Covid-19 ha fatto emergere ancor più il problema, poiché il rischio è quello di una ulteriore riduzione della domanda al seguito dell'impoverimento economico degli italiani.
Ecco la lettera al Governo e Parlamento