Come internet e l’evoluzione tecnologica stanno mutando la relazione fra gli italiani e la cura della propria salute: è questo il tema centrale dello studio “Salute 4.0: curarsi nell’era digitale, generazioni a confronto” realizzato dall’istituto di ricerca Eumetra Mr per la compagnia assicurativa Bnp Paribas Cardif.
Alla presenza dei primi sintomi di una malattia, le persone di tutte le fasce d’età (dai nativi digitali ai senior) consultano in prima battuta il web, salvo poi ritenerlo una fonte d’informazione poco attendibile (36%), con un 29% della popolazione che ammette di essersi fatto ingannare, almeno una volta, da una fake news.
Cresce l’interesse all’utilizzo di sistemi digitali per monitorare la propria salute. Otto persone su dieci sono favorevoli a condividere su app i dati della cartella sanitaria personale e il 77% usa la rete (app e wearable) per la cura del proprio benessere. Oltre la metà degli intervistati (ma solo il 39% dei senior) sarebbe anche disposto a condividere i dati sanitari tramite device, a patto che gli interlocutori siano autorevoli: medici o farmacisti, istituzioni, aziende farmaceutiche. Infine, l’84 del panel conosce l’intelligenza artificiale, ma preferisce parlare di cure mediche con persone reali.
Nell’ultimo anno, l’88% degli italiani ha dovuto pagare una prestazione medica di tasca propria, spendendo in media circa 268 euro, mentre quasi il 60% della popolazione ha rinunciato almeno una volta nella vita alle cure per questioni economiche, soprattutto alle prestazioni più costose come il dentista.
Il giudizio sul servizio sanitario nazionale è moderatamente positivo (il 20% è molto soddisfatto ed il 40% abbastanza). I più critici sono i cittadini del sud Italia e delle isole, mentre l’insoddisfazione è legata principalmente ai tempi di attesa e al costo del ticket. Questo ha spinto molti (44%) a rivolgersi alle compagnie assicurative per tutelarsi con una polizza privata sulla salute.