Cosa guida gli italiani nella scelta di acquisto del cibo: questo il tema della ricerca Censis-Nestlé “Il futuro dell’alimentazione: tra stili di vita contemporanei e nuovi modelli di fruizione” presentata questa mattina a Milano. Certamente, alla base degli acquisti di food, nel nostro paese, non c’è più la ricerca del rapporto qualità/prezzo. Anzi, il prezzo, è il primo driver di spesa solo per l’1% dei nostri connazionali. Un’eccezionalità, quest’ultima, tutta italiana, visto che, a livello mondo, i prezzi restano la variabile principale, con una media del 32%, seguita dal gusto, al 29%, e dalla marca, al 18%. “Nell’Italia di oggi - segnala Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis- la matrice di fattori che guidano il consumo alimentare è molto articolata e complessa, e comprende l’attenzione alla trasparenza delle informazioni (95%), all’italianità della produzione (85,5%) alla salute (85%), all’eticità (83,5%)”.
Cosa guida gli italiani nella scelta
di acquisto dei cibi: questo
il tema della ricerca Censis-Nestlé
Il futuro dell’alimentazione
Cosa interessante, la combinazione di questi fattori è totalmente soggettiva, legata insomma all’arbitraggio individuale. Fattore, quest’ultimo, che genera una pluralità di scelte e un mix di soluzioni e canali: cibo pronto e semipronto (utilizzato da oltre 31 milioni di italiani), cibi salutisti (26 milioni), take-away comprato on line (19,4 milioni), alimenti e bibite nei distributori automatici (25,3 milioni).
Al contempo, più si amplia l’offerta di proposte e canali, più il brand assume un ruolo di guida e di garanzia agli occhi del cliente: gli italiani, compresi i Millennials, sono disposti a pagare di più per il prodotto di marca, soprattutto quando comprano alimenti salutistici (71% circa), cibi pronti o semipronti (70%) o prodotti nei distributori automatici (71%), ma anche quando ordinano cibo cucinato a domicilio, dove la ‘marca’ è il ristorante o la piattaforma di acquisto.