Ismea: il biologico cresce e le cooperative aumentano il fatturato

Fedagripesca Confcooperative in occasione del Sana espone i dati della ricerca di Ismea sul settore biologico che registra un incremento del +3,8%

Il bio cresce e crescono le aziende che operano nel settore. Secondo un'indagine condotto da Ismea, presentata in occasione del salone internazionale Sana nell'ambito di un evento organizzato da Fedagripesca Confcooperative, risulta in aumento il fatturato del +3,8%. Il settore produttivo più rappresentato è il vitivinicolo, seguito dall’ortofrutticolo, il seminativo e il lattiero caseario. La ricerca ha coinvolto un campione di cooperative proprietarie dei marchi leader del comparto biologico presenti nella Gdo e nella distribuzione specializzata. Parliamo di realtà che nel 2023 hanno registrato un fatturato di 2,7 miliardi di euro. E se il mercato nazionale risulta in incremento, l'estero non ha ancora quote significative ma comunque buoni margini di crescita.

Le criticità da superare

Francesco Torriani, presidente del settore biologico di Confcooperative, alla quale aderiscono la maggior parte delle cooperative analizzate, traccia un quadro di quelle che sono le criticità del comparto; su tutti la frammentazione del settore agricolo italiano. Ma individua anche le possibili soluzioni. "L’aggregazione tra produttori è una soluzione possibile -dice-. Mettendo insieme l’intera filiera, dalla produzione fino alla commercializzazione del prodotto finito, si può migliorare l’efficienza e la distribuzione del valore lungo della filiera a vantaggio del produttore e del consumatore finale. L’aggregazione consente inoltre di realizzare investimenti in innovazione e offrire servizi di valore come certificazione e digitalizzazione, permettendo di perseguire l’obiettivo della produttività e distintività, binomio strategico per il futuro dell’agricoltura biologica”.

L'aggregazione avrebbe certamente dei vantaggi e la ricerca ne individua le motivazioni alla base. Perché dunque farlo? Per il 25% per logiche di filiera come un'equa e tempestiva remunerazione ai soci; il 24% evidenzia l'importanza degli accordi lungo la filiera, che danno la certezza del prezzo. Inoltre, per il 28% c'è l'organizzazione della domanda e dell’offerta con conseguente facilità di conferimento del prodotto. Infine, per il 15% la fornitura di servizi continui di assistenza tecnica.

La sostenibilità

Se oggi il tema della sostenibilità è strategico per tutte le aziende, lo è ancor di più per chi opera nel contesto del biologico. E i dati lo dimostrano: oltre l’86% delle cooperative biologiche è in possesso di un'ulteriore certificazione. In linea generale, le più diffuse sono quelle connesse ai regimi di qualità UE (quali Dop, Igp, Stg) e le certificazioni di processo. IN questo contesto rientrano anche le produzioni: più del 75% utilizza energie rinnovabili, di queste oltre il 92% è anche produttore di energia.

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