Risultano essere migliaia le tonnellate di gas refrigeranti illegali commercializzate a livello europeo ed internazionale. La questione si impone con urgenza in un contesto ambientale, che vede i risultati sempre più catastrofici del climate change, e la mancanza di volontà politica, specie nei consessi internazionali, nell’occuparsi seriamente di problematiche che non possono essere più ignorate. Tra queste vi sono, appunto, anche i crescenti numeri nel mercato nero di sostanze illegali e altamente inquinanti nell’ambito dei gas refrigeranti utilizzati, ad esempio, negli impianti di condizionamento e di refrigerazione, che pongono pure rischi di sicurezza agli stessi sistemi dovuta alla dubbia qualità dei refrigeranti.
Nello specifico, l’oggetto di tale mercanteggiare illegale sono gli HFC (idrofluorocarburi), ovvero dei gas refrigeranti, diffusi sui mercati internazionali dalla fine degli anni ’80. Gli idrofluorocarburi si presentano come degli inquinanti di breve durata, in quanto rimangono in atmosfera per non più di 15 anni. Malgrado ciò, il loro GWP (Global Warming Potential) risulta essere anche di 3000 volte superiore a quello della CO2.
L’Unione Europea, oggi in prima linea a livello globale – almeno a livello programmatico - con il suo Green New Deal, già tramite il Regolamento Ue n. 517/2014 che si iscrive all’interno del perimetro del Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, ha cercato di regolamentare i gas fluorurati nell'UE, stabilendo un calendario per un graduale "phase-down" dei refrigeranti utilizzati fino ad oggi. L'obiettivo è quello di ridurre la quantità di gas serra a base di HFC in circolazione del 79% rispetto al livello del 2015, al fine di sostituirli a medio termine con refrigeranti alternativi con un potenziale di riscaldamento globale inferiore, ad esempio HFO (idrofluoroolefine).
In questo contesto, è importate l’azione di un soggetto come l’EFCTC (European Fluorocarbon Technical Committee), ovvero un gruppo settoriale di CEFIC (European Chemical Industry Council) con sede a Bruxelles che, con attività di lobby e non solo, lavora alacremente contro l'importazione, la commercializzazione e l'uso di refrigeranti illegali. La stessa EFCTC, sulla base degli inquietanti volumi di gas refrigeranti illegali circolanti e mercanteggiati nei confini dell’UE, ha incaricato la società di investigazione commerciale attiva a livello internazionale Kroll di condurre le relative indagini in materia. Tra le scoperte di Kroll, è emerso che i refrigeranti illegali entrano nell'UE principalmente attraverso importazioni fuori quota, dichiarazioni errate e contrabbando di transito, nonché come prodotti contraffatti. In totale, Kroll ha fornito prove evidenti di almeno 3.000 t di HFC scambiati illegalmente. Ciò corrisponde a un equivalente di CO2 di 4,7 milioni di tonnellate, paragonabile alle emissioni annuali di CO2 di 3,5 milioni di auto nuove. In particolare, Kroll ha poi effettuato verifiche su un totale di 228 segnalazioni di attività illegali tra marzo e dicembre 2019, di cui 42 in Italia, il numero più alto a livello europeo. Numerosi prodotti sono stati offerti tramite i mercati online. Nel 2019 sono state scoperte un totale di 444 offerte illegali su 15 piattaforme di vendita.
È chiaro che in un contesto così complesso, e dove gioco-forza la componente economica di questi scambi illegali ha un suo peso, è essenziale sensibilizzare gli utenti finali (dai gestori degli impianti di refrigerazione e condizionamento, ai manutentori, ecc.) della possibilità di incappare – anche in buona fede – in truffe, ed alimentare (magari involontariamente) sacche di illegalità. Ciò è tanto più vero, perché, in prospettiva, i refrigeranti HFC tenderanno a diventare ancora più scarsi perché il regolamento sui gas fluorurati ridurrà i volumi di produzione del 79% entro il 2030. Quindi, nel medio termine, ogni utente di sistemi di refrigerazione dovrebbe o deve considerare una "strategia di uscita" senza HFC, ciò che è anche un obiettivo dichiarato del Regolamento sopraccitato sui gas fluorurati.
L’EFCTC ha, allora, messo a punto Integrity Line, una piattaforma che permette a tutti coloro che sono a conoscenza di casi “di contrabbando, etichettatura errata, contraffazione di gas fluorurati, uso di bombole illegali (ovvero usa e getta) o di altre violazioni delle quote di gas fluorurati “ di segnalarli e ha raggruppato una serie di punti a cui l’utente finale può fare riferimento per accertarsi di prevenire la diffusione di refrigeranti illegali:
- “Comprare solo da rivenditori affidabili che vendono bombole con apposte le specifiche previste a livello UE”
- “Presenza del nome del produttore”
- “Presenza del timbro con approvazione TPED”
- “Presenza della dicitura EN 13322-1 standard”
- “Presenza della scheda di sicurezza”
- “Non comprare bombole monouso, illegali in Europa”.
Tra le iniziative messe in campo contro questo problema “nascosto”, ovvero non conosciuto ai più ma dai numeri significativi ed impattanti, ad opera delle organizzazioni criminali ed equiparabile per gravità al traffico di esseri umani, le armi e il traffico di droga, vi è da segnalare il sito www.stopillegalcooling.eu che offre dati aggiornati sulla situazione a livello europeo, e raggruppa le possibili azioni di contrasto.