Insolvenze, Allianz Trade prevede un forte aumento nel 2024

Insolvenze, Allianz Trade prevede un forte aumento nel 2024
Solo in Italia, Allianz Trade conferma un forte aumento delle insolvenze delle imprese (+22%) nel 2024 con oltre 9.200 casi di default attesi
Nel 2024 le insolvenze a livello globale dovrebbero aumentare dell'11%, secondo le previsioni formulate da Allianz trade nel suo ultimo Report Globale sulle insolvenze. Quando a febbraio ha pubblicato le sue prime previsioni sulle insolvenze a livello globale, Allianz Trade prevedeva già un forte aumento nel 2024 (+9%). Le insolvenze delle imprese non si stabilizzeranno prima del 2026, e anche allora rimarranno su livelli elevati.
Negli Stati Uniti, Allianz Trade prevede un incremento a due cifre (+12%) nel 2025, e poi un calo (-4%) nel 2026. In Germania, +4% e poi una discesa analoga (-4%) nel 2026. In Francia e nel Regno Unito vi sarà una leggera riduzione rispetto ai livelli molto elevati (-6% nel 2025 per entrambi, contro -3% e -4% nel 2026), mentre in Italia continueranno a crescere (rispettivamente del +4% e +3%). In Cina, infine, le insolvenze aziendali, che si attestano su livelli bassi, inizieranno ad aumentare nel 2025 e nel 2026 (+5% e +6%).

Italia: attesi 10.000 casi nel 2026

In Italia, la tendenza al rialzo delle insolvenze delle imprese sembra ben consolidata dopo gli ultimi anni volatili, con un’alternanza di forti cali (2020, 2022) e rimbalzi (2021, 2023). Come nel 2023, tutti i principali settori, tranne quello immobiliare, forniranno nel 2024 un contributo all’aumento delle insolvenze aziendali, con numerosità significativa proveniente dal commercio (che rappresenta il 24% del risultato da inizio anno ad agosto 2024), dall’edilizia (18%), dal manifatturiero (17%) e dal settore hospitality (10%). La tendenza non accenna a fermarsi, anche se le insolvenze delle imprese sono ancora ben al di sotto del numero pre-pandemia (-17% alla fine del 2024), e il contesto giuridico creato dal Codice della crisi e dell'insolvenza, con la nuova procedura stragiudiziale, di fatto, limita il numero ufficiale dei casi. L’accelerazione della crescita economica prevista per il 2025 e il 2026, rispetto al 2024, non basterà a invertire la tendenza, spingendo le stime di Allianz Trade a 9.700 casi per il 2025 (+4%) e 10.000 per il 2026 (+3%).

Coinvolta più della metà del PIL mondiale

Da inizio anno, le insolvenze delle imprese sono già aumentate del 9%, con un incremento generalizzato a livello geografico e settoriale. Sul piano globale, l'indice di insolvenza 2024 di Allianz Trade dovrebbe raggiungere un +13% rispetto alla media 2016-2019, attestandosi comunque a -11% rispetto al livello registrato durante la crisi finanziaria globale .
"L’andamento altalenante delle insolvenze aziendali a livello mondiale è in parte dovuto alla domanda globale ancora debole, alla persistente incertezza geopolitica e alle condizioni di finanziamento non uniformi -commenta Aylin Somersan Coqui, ceo di Allianz Trade-. Ma può essere spiegato anche con le insolvenze ‘arretrate’, in quanto le aziende non sono più protette dalle misure di sostegno introdotte durante la pandemia e la crisi energetica. Per questo motivo, i Paesi che rappresentano più della metà del Pil globale saranno interessati da aumenti delle insolvenze a doppia cifra nel 2024, e due terzi di essi potrebbero superare i numeri pre-pandemia già quest'anno. Edilizia, commercio al dettaglio e servizi sono stati i settori più colpiti, sia in termini di frequenza che di severità".
Anche le insolvenze di grande valore economico hanno raggiunto un nuovo record, con l'Europa occidentale in testa a questa tendenza negativa: una grave minaccia che incombe anche per l'occupazione, in particolare in Europa e in Nord America. Entro il 2025, oltre 2 milioni di posti di lavoro potrebbero essere a rischio in queste aree, segnando il livello più alto degli ultimi dieci anni.

I tassi d'interesse più bassi

Un graduale allentamento delle politiche monetarie può dare un po' di sollievo, ma non risolverà i problemi delle imprese in difficoltà. I tassi di interesse più bassi riducono i costi di finanziamento, migliorano il flusso di cassa e aumentano la redditività ma non possono eliminare completamente le difficoltà finanziarie che si profilano per le aziende.
"Le imprese hanno già ridotto la leva finanziaria e si sono adattate a tassi elevati -aggiunge Maxime Lemerle, Lead Analyst for Insolvency Research di Allianz Trade-. La nostra analisi suggerisce che nei Paesi in cui la relazione tra tassi d'interesse e insolvenze è più forte, una diminuzione di 1 punto percentuale dei tassi d'interesse di riferimento, entro l'autunno 2025, dovrebbe portare a una riduzione di 2 punti del trend delle insolvenze, grazie a margini più elevati (fino a +1 punto in Germania, +2,3 punti in Francia, +1,5 punti nel Regno Unito e +1,4 punti negli Stati Uniti). Tuttavia, ciò compenserebbe solo in minima parte l'aumento complessivo negli Stati Uniti, ad esempio, e rafforzerebbe il calo in Francia".

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