La capacità di rispondere con tempestività a una realtà in continua e rapida evoluzione è una delle caratteristiche principali, se non la caratteristica principale, dei nostri tempi. Per farlo è essenziale innovare. The Boston Consulting Group ha rilevato come sempre più l’innovazione sia una leva fondamentale per la creazione di valore. Se guardiamo agli ultimi 15 anni, le aziende retail o consumer goods che hanno saputo innovare sono quelle che hanno creato maggior valore per i propri azionisti. In particolar modo in contesti stagnanti e difficili su mercati maturi l’innovazione diventa sempre più rilevante e una delle principali priorità per le aziende. L’analisi, contenuta nello studio “The Most Innovative Companies”, ha rilevato come negli ultimi 5 anni la percentuale dei Ceo che ritengono l’innovazione tra le prime 3 priorità strategiche per la propria azienda sia cresciuta del 20% passando dal 65% del 2009 all’85% del 2015. I consumatori stessi sono desiderosi di innovazione ed è, questo, un elemento evidenziato dall’accentuarsi di dinamiche come trading up e trading down.
Chi consuma è alla ricerca di ispirazione, soddisfazione e, appunto, innovazione e, dove non le trova, si sposta sempre più su un consumo funzionale e su un acquisto trading down. Dove, invece, le vede, le abbraccia e le accoglie. Anche le ricerche dimostrano come un consumatore su 5 sia sempre pronto a provare un prodotto nuovo quando lo trova a scaffale. Aspetto, questo, che succede con ancora maggiore intensità nell’ambito del food, dove la percentuale sale al 35%. Abbiamo numerosi esempi di aziende che hanno creato valore attraverso innovazioni di prodotto, di marketing o rinnovando l’esperienza del consumatore lungo l’intero processo di acquisto o aziende che hanno cambiato modello di business rivoluzionando interi settori. Il valore intrinseco del saper innovare risiede nella differenza tra successo e insuccesso. Alcuni esempi sono estremi ed iconici. Pensiamo ad Apple e Nokia. La seconda è stata leader nel mercato della telefonia e pochi avrebbero ipotizzato, quindici anni fa, di vederla scomparire dal settore. Apple, invece, ha interpretato un’esigenza e si è rilanciata attraverso un processo di continua innovazione. Netflix che, nell’immaginario, ha soppiantato Blockbuster, ha sfruttato le potenzialità del digitale passando dalla fornitura di un servizio di noleggio video e cd a domicilio alla fornitura di contenuti. Quando Amazon.com, 21 anni fa, vendette il proprio primo libro online, Borders Book & Music fatturava 1,6miliardi di dollari l’anno. Oggi Borders non esiste più, soppiantata dal player che ha rivoluzionato il settore e il mondo dell’e-commerce. Volgendo lo sguardo al mondo consumer non mancano certo gli esempi di chi ha cambiato il modo di consumare un bene, dialogare con il consumatore o fruire di un servizio. Pensiamo all’avvento del single serve nel caffè o dell’ecosistema digitale di Starbucks o, ancora, alla storia di Ryanair.
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