Già da molte settimane, medici e scienziati esperti di salute, sanità pubblica e management sanitario hanno progressivamente intensificato la loro presenza in conferenze e dibattitti pubblici al fine di offrire un contributo qualificato su eziologia e possibili misure per mitigare e contrastare la diffusione del COVID-19 a livello globale. La collaborazione tra Università, Centri di Ricerca e stakeholder pubblici e, in particolare, il coinvolgimento attivo della comunità scientifica nelle task force costituite dai governi mondiali per la gestione dello stato emergenziale, sta favorendo la comunicazione tra cittadini e istituzioni e, al tempo stesso, sta supportando la tempestività e l’efficacia dei processi decisionali pubblici, generando maggiore probabilità di ridurre al minimo gli effetti del virus.
A partire dalle raccomandazioni dalla comunità scientifica internazionale, misure di lock-down totale sono state adottate, in un primo momento, da Cina, Corea del Sud, Giappone e, in modo parziale, anche da Israele e Giordania. Il 4 Marzo, dopo una crescita esponenziale dei contagi, anche il Governo Italiano ha decretato nuove misure drastiche per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. La politica attendista che sussisteva ancora in alcuni paesi, come il Regno Unito e gli Usa, a metà marzo è stata bruscamente messa in discussione dalla pubblicazione di un articolo scientifico che, dai più, è stato considerato come il vero punto di svolta. Il team scientifico che ha firmato l’articolo intitolato “Impact of non-pharmaceutical interventions (NPIs) to reduce COVID- 19 mortality and healthcare demand”, coordinato dal Professor Ferguson dell’Imperial College di Londra, ha messo in evidenza che l’assenza di misure drastiche per contrastare la diffusione del virus, avrebbe potuto provocare, in breve tempo, milioni di morti.
Il team di ricercatori ha posto all’attenzione dei governi nazionali e federali la necessità di adottare tempestivamente misure di soppressione del virus anche nei Paesi meno colpiti dal contagio. Tale spaccato rappresenta certamente una prospettiva privilegiata per avviare una riflessione sul ruolo della scienza e della tecnologia nella gestione delle attuali sfide economiche e sociali. Come evidenziato già a partire dai primi anni 2000 dalla Commissione Europea nell’ambito della Strategia Horizon 2020, l’integrazione degli interessi e dei valori dell’Università con il proprio ecosistema di riferimento può aumentare la qualità, la pertinenza, l'accettabilità sociale e la sostenibilità dei risultati dei processi di formazione, ricerca ed innovazione. Per favorire questo rinnovato rapporto con l’esterno è necessario transitare dal concetto anglosassone di public awareness, che mira di fatto per lo più ad informare gli stakeholder, a quello, di matrice europea, di Science with and for society, con l’obiettivo di restituire all’Università il suo ruolo di motore cardine della cultura moderna. Tale visione è tesa a promuovere un approccio più socialmente responsabile alla ricerca attraverso, ad esempio, la democratizzazione dell’accesso alla conoscenza (Open access knowledge), l’educazione scientifica, il rafforzamento delle collaborazioni tra Istituzioni e centri di conoscenza, il miglioramento delle capacità di sfruttamento dei risultati della ricerca scientifica da parte delle università, il public engagement e l’attivazione di politiche pubbliche bottom-up e data-driven.
La necessità di prevedere strumenti e modelli per la gestione efficace dei rischi economici e sociali legati alla diffusione del Covid-19, ha alimentato anche nella comunità scientifica di estrazione manageriale un vibrante ed acceso dibattito. Lo studio dell’adozione di strumenti di data mining e data visualization nei processi di decision making è senz'altro una dei filoni più esplorati e di maggiore interesse per gli studiosi di strategic management, decision making, knowledge management ed intellectual capital management. In un mondo sempre più data-driven, trainato dai Big Data, le capacità di knowledge exploitation, technological forecasting e technology transfer, possono rafforzare la terza missione delle università, favorendo l'applicazione, la valorizzazione, la divulgazione ed il trasferimento della conoscenza, dei saperi e delle tecnologie, per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico delle società.
L’idea di fondo è che il potenziale di innovazione e lo sviluppo economico nella società̀ della conoscenza risieda in un ruolo più̀ attivo delle università̀ e nell’ibridazione ed interazione continua di produzione, trasferimento ed applicazione della conoscenza. Come teorizzato dal modello della “tripla elica” introdotto nel corso degli anni novanta da Etzkowitz e Leydesdorff e oggetto di continui aggiornamenti e ricerche da parte del Triple Helix Research Group della Stanford University, la transizione da una diade industria–istituzioni pubbliche dominante nella società̀ industriale a una relazione multi-attore interpretata da Università̀, Industria, ed Istituzioni pubbliche, assume oggi una valenza strategica, coinvolgendo progressivamente sempre nuovi attori.
In questo contesto, alla scienza spetterebbe la responsabilità di una più̀ consapevole accelerazione e progettualità̀ della modernizzazione della società: una sfida che rilanci con vigore il principio della formazione e della ricerca quali palestre per l’esercizio allargato della cittadinanza e della partecipazione attiva, garanzia di uno sviluppo sostenibile della nuova economia della conoscenza in tutte le società̀ avanzate.
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Valentina Cillo
Abilitata come Professore Associato in Economia e Gestione delle Imprese
Università degli studi “Link Campus University”
Via del Casale di S. Pio V, 44, 00165 Roma RM
Associate editor Journal of Intellectual Capital (Emerald)
Social media editor Journal of Knowledge management (Emerald)
E-mail: v.cillo@unilink.it
Domitilla Magni
Assegnista di ricerca in Economia e Gestione delle Imprese
Dipartimento di Economia Aziendale
Via Ostiense 159, 00154, Roma RM
Università degli studi “Roma Tre”
E-mail: Domitilla.magni@uniroma3.it