In lieve calo le differenze inventariali nel retail

Il costo delle differenze inventariali nel retail a livello globale è di 92,98 miliardi di euro, in lieve calo rispetto allo scorso anno. In parallelo, aumentano gli investimenti in sicurezza da parte dei retailer per fronteggiare il fenomeno. Sono queste le due macro evidenze del Barometro Mondiale dei furti nel retail promosso da un fondo indipendente di Checkpoint Systems e condotto nel 2014-2015 da The Smart Cube in collaborazione con Enrie Deyle, analista della prevenzione delle perdite nel retail. Queste perdite, le cui cause sono riconducibili a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti, di fornitori ed errori amministrativi, hanno rappresentato, in media, una percentuale pari all'1,23% delle vendite Retail nei 24 Paesi esaminati.

L’Italia si classifica 8° su 24 Paesi a livello mondiale, per le differenze inventariali più basse, che si attestano all’1,01% del fatturato, per un valore totale di 2,95 miliardi di euro di perdite per gli esercenti ed un costo pari a 208,58 € per famiglia e 90,68 € a persona. In dettaglio, il Barometro Mondiale dei Furti rivela che, nel nostro Paese, quasi il 70 % delle differenze inventariali è dovuta ai furti, di cui il 45% da parte dei Clienti, il 23% dei dipendenti disonesti, seguiti dagli errori amministrativi, che si assestano al 19% e dalle frodi dei fornitori per un 13%.

I profumi, l’elettronica e i liquori sono i prodotti più rubati, perciò richiedono la massima protezione. Talvolta, le persone consumano le bottiglie di vino all'interno dei punti vendita. Per scoraggiare tale comportamento, viene applicata la protezione sui tappi delle bottiglie di vino, in modo da rendere impossibile l'apertura senza averli prima pagati. Nel 2014–2015, i retailer specializzati in abbigliamento hanno registrato la percentuale più alta di differenze inventariali (2,62%) tra i 10 mercati verticali in Italia, mentre i minimarket (0,20%) e i negozi di elettronica (0,26%) hanno mostrato la percentuale più bassa. In linea con la tendenza generale del Paese, tutti i mercati verticali hanno registrato un miglioramento delle differenze inventariali nel 2014–2015 rispetto all'anno precedente.

L'Italia si posiziona al 6° posto in Europa tra i Paesi più virtuosi anche in termini di investimenti in prevenzione delle perdite, che si collocano all’1,07 % delle vendite. La criminalità organizzata resta un problema chiave per i retailer italiani che affermano di non riuscire a combatterla a causa delle leggi, che non sono sufficientemente rigide. Per questo, molte insegne hanno sottoscritto accordi di collaborazione con i fornitori per proteggere gli articoli direttamente dal luogo di produzione, alla fonte per ridurre così le differenze inventariali. In Italia i sistemi EAS (sorveglianza elettronica degli articoli) restano il metodo di protezione maggiormente utilizzato (83%) insieme al personale di sicurezza (75%) seguiti dalla videosorveglianza a circuito chiuso CCTV (67%).

Nei mercati verticali come quello dei retailer specializzati in abbigliamento, che registrano un numero elevato di differenze inventariali, i retailer sono interessati ad investire in tecnologie come la Rfid. Inoltre, stanno investendo sempre più in business intelligence per ottenere maggiori informazioni sui prodotti oggetto di furti. Altri mercati verticali, come supermercati/retailer di generi alimentari, mirano ad ottenere una migliore visibilità dei loro prodotti, soprattutto quando si tratta di date di scadenza e cibo fresco sprecato.

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